Medioriente

Libano, continuano gli assalti alle banche: tre episodi registrati oggi in altrettante città

Una filiale assalita a Shtura, nella valle della Bekaa. Altri due casi a Tripoli, nel nord, e a Tiro, nel sud del Paese. Il sistema bancario libanese è fallito nel 2019 e da allora i correntisti non possono accedere ai propri risparmi

Libano, continuano gli assalti alle banche: tre episodi registrati oggi in altrettante città
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In quello che ormai sembra diventato un triste refrain nelle cronache quotidiane libanesi, continuano gli assalti alle banche di Beirut e delle altre città del Paese dei Cedri: gli ultimi casi registrati, tre per la precisione, sono stati compiuti oggi da altrettanti gruppi di risparmiatori. Lo riferiscono media di Beirut. Un istituto di credito è stato assaltato a Shtura, nella valle orientale della Bekaa; uno a Tripoli, nel nord del Paese, e un terzo a Tiro, nel sud.

In una sorta di pericoloso ‘effetto domino’, il fenomeno sta diventando “endemico” e sempre più frequente a causa dell’irrimediabile default del sistema bancario libanese, fallito tra anni fa nel più ampio ambito della crisi economico-finanziaria che affligge il Paese da almeno quattro anni (e che la pandemia di Covid non ha fatto altro che aggravare).

A quasi tutti i titolari di conto corrente in Libano, sia libanesi che stranieri, dal novembre del 2019 è stato di fatto impedito l'accesso ai loro fondi e conti correnti in valuta straniera (solitamente, in dollari), con una decisione arbitraria presa dal cartello delle banche e col sostegno della Banca centrale libanese. Il Libano ha dichiarato fallimento nel marzo del 2020 ma la crisi - la peggiore della sua storia - si è palesata dall'ottobre del 2019. In tre anni la lira locale ha perso più del 95% del suo valore rispetto al dollaro statunitense.

Il 14 settembre scorso ben cinque filiali di banche erano state prese d'assalto con dinamiche analoghe, ma in maniera meno coordinata, ai casi di agosto e gennaio scorsi. Aveva fatto scalpore, in particolare, la vicenda di Sali Hafiz, la donna libanese che era piombata in una filiale della Blom Bank di Beirut con una pistola giocattolo e una tanica di benzina, chiedendo i soldi depositati sul proprio conto corrente per curare la sorella, malata di cancro. Alla fine, aiutata da alcuni dipendenti della banca e da altri correntisti, era riuscita a ottenere solo 13 mila dei 20 mila dollari custoditi in quell’istituto.