Verso il nuovo esecutivo

Vertice Meloni-Salvini-Berlusconi: "Passi avanti verso un governo forte"

La leader di Fratelli d'Italia cerca l'accordo sulla squadra, Lega e Fi in pressing

Vertice Meloni-Salvini-Berlusconi: "Passi avanti verso un governo forte"
@ansa
Giorgia Meloni, esecutivo nazionale di FdI, 5 ottobre 2022

"È volontà comune del centrodestra procedere più speditamente possibile lungo la strada per la formazione dell'esecutivo". Così fonti di centrodestra al termine del vertice ad Arcore tra la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e il segretario della Lega, Matteo Salvini.

La nota congiunta diffusa alla fine dell'incontro ostenta ottimismo e insiste appunto sulla necessità di far presto: “I leader si sono confrontati sulle prossime scadenze istituzionali e sulla necessità di avere un governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese, a partire dall'emergenza dovuta ai costi dell'energia. Sono stati fatti importanti passi avanti in questa direzione”. 

"La Lega ha chiara la propria squadra di governo ed è pronta, ai massimi livelli. Le priorità del partito di Matteo Salvini sono la difesa degli stipendi, delle pensioni e del lavoro degli italiani, partendo da un Decreto ferma-bollette che, visti i ritardi europei, non può più essere rinviato". Così fonti della Lega dopo il vertice.

È rientrato a Villa San Martino il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi che dopo il vertice con gli altri leader della coalizione di centro destra si era recato al centro sportivo Monzello per l'intitolazione della struttura alla memoria di suo padre Luigi. Il presidente è arrivato a bordo della sua auto e ha salutato i cronisti presenti senza rilasciare dichiarazioni.

Nel vertice di centrodestra  vi sarebbe stato,  secondo quanto apprende l'Adnkronos, un serrato confronto sulle  caselle più importanti del futuro esecutivo, che ha portato anche a  concentrare l'attenzione sulla poltrona di presidente della Camera. Fra le pochissime indiscrezioni che filtrano sull'incontro ci sarebbe  l'accordo per conferire la presidenza della Camera a un esponente  della Lega. Per il ministero dell'Interno si fa più consistente  l'ipotesi dell'attuale Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Silvio  Berlusconi avrebbe proposto il nome del presidente del Senato uscente, Elisabetta Casellati, per il ministero della Giustizia.

Altra indiscrezione, sempre secondo quanto apprende l'Adnkronos, di affidare i vertici di entrambi i rami del Parlamento ad esponenti della coalizione. Alla  Lega dovrebbe essere assegnata la poltrona più importante di  Montecitorio. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi  avrebbero inoltre deciso di rivedersi prima dell'insediamento delle  nuove Camere, tra martedì e mercoledì prossimi.

In mattinata Giorgia Meloni ha voluto ribadire tutto il suo disappunto per le parole della ministra francese per gli Affari europei Laurence Boone, e ha fatto sue le parole di Sergio Mattarella e Mario Draghi.  "Penso che qualunque italiano possa sentirsi rappresentato dalla segnalazione circa il fatto che l'Italia è perfettamente in grado di badare a se stessa senza ingerenze ". La premier in pectore ha confermato, inoltre, che la politica estera del suo esecutivo sui grandi temi non cambierà: "La posizione di FdI è stata estremamente chiara dall'opposizione" e "non c'è ragione che cambi".

Gli interventi del Colle e di Palazzo Chigi sono stati letti ai piani alti di FdI come la prova di un impegno condiviso per un ordinato passaggio di consegne, dopo le frizioni sul Pnrr. I segnali arrivati da Praga generano anche un cauto ottimismo sul dossier energia nello staff della Meloni, nonostante le pressioni. "Stiamo vivendo un paradosso in cui la sinistra, attualmente al governo, scende in piazza contro 'le politiche del governo Meloni' non ancora formato" scrive la leader FdI su Facebook, per poi aggiungere: "Comprendo la voglia di protestare dopo anni di esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell'attuale disastrosa situazione, ma il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all'Italia".   E assicura: "A breve volteremo finalmente pagina", assicura. Sulla squadra di governo però non c'è ancora chiarezza.

Il tempo stringe, si sta entrando nella “settimana calda”, quella in cui si dovrà trovare l’intesa nel centrodestra sulla presidenza delle Camere, convocate per giovedì prossimo, e a ruota sulla composizione dell'esecutivo. Le trattative tra la premier in pectore e gli alleati ancora vanno avanti a rilento, né il Capitano né il Cav, d’altronde, intendono mollare la presa. Anzi, il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani ribadisce che a Meloni “noi chiediamo pari dignità con la Lega perché abbiamo preso lo stesso numero di voti" alle elezioni. Non solo, la squadra dovrà essere formata dal “maggior numero possibile di politici. Ci sarà qualche tecnico di qualità e di spessore, ma non può essere un governo di tecnici”.

Il rebus, dunque, è ancora da risolvere, con tante variabili e incognite. A cominciare dal 'tecnico' da posizionare all'Economia e dal caso dell'azzurra Licia Ronzulli, la fedelissima di Silvio Berlusconi che punterebbe a un ministero di peso (Sanità o Istruzione) e non di rappresentanza, nonostante le forti perplessità di FdI. 

La Lega poi sembra voler alzare la posta. Da giorni si parla di una disponibilità di Matteo Salvini a fare un passo indietro rispetto al Viminale, su di lui - si è detto - non sarebbe stato posto "alcun veto", ma è anche vero che il leader leghista ha rilanciato sulla necessità di dar vita ad un Ministero della Famiglia e della Natalità: ipotesi che sarebbe destinata a far discutere anche in Europa. Una richiesta che si andrebbe anche ad aggiungere a quella della Giustizia (per Giulia Bongiorno), dell'Agricoltura e delle Infrastrutture.

A via Bellerio inoltre, mentre il centrodestra viene travolto in Basilicata da un'inchiesta giudiziaria che vede indagati esponenti di FdI e FI, gradirebbero ”molto" occupare la casella del Ministero per Affari regionali, Autonomia e Riforme visto che "autonomia e presidenzialismo sono temi centrali da portare a casa".

La prossima settimana sarà decisiva: ci sarà il vertice tra i leader del centrodestra (Silvio Berlusconi è atteso a Roma il 12 ottobre o direttamente il 13 per l'insediamento del Parlamento). I tempi sono stretti e non è escluso che il summit di coalizione con Berlusconi e Matteo Salvini sia preceduto da un nuovo giro di 'bilaterali', non solo telefonici, per arrivare a una griglia dei nomi condivisa. Nessun problema ci sarebbe per l'upgrade di Antonio Tajani, dato sempre in pole per gli Esteri, e di Anna Maria Bernini, già ministro per le Politiche Ue. 

Se Ronzulli dovesse restare fuori dal Cdm, potrebbe entrare in partita Alessandro Cattaneo, attuale responsabile dei Dipartimenti di FI. Quanto al futuro inquilino di via XX settembre, dopo il no di Fabio Panetta, attuale membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, Meloni sarebbe ancora in cerca di una figura di alto profilo. Il 'borsino' conferma la presenza di un tecnico agli Interni, il favorito è Matteo Piantedosi, ex capo di Gabinetto di Salvini quando era al Viminale. . 

Tra i meloniani il nome forte nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è sempre quello del senatore Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo della leader (la quale vorrebbe che la delega per i Servizi segreti, per ora, restasse nella sua 'disponibilità'). Raffaele Fitto è favorito per gli Affari europei, Daniela Santanché per il Turismo. Dentro per FdI ci sarebbe pure Fabio Rampelli, che potrebbe accasarsi all'Ambiente, alle Infrastrutture o alla Cultura (ma per questo incarico si parla pure di Giordano Bruno Guerri).

Per il ruolo di Guardasigilli Meloni pensa sempre all'ex pm Carlo Nordio mentre per il Sud continua a girare il nome del governatore siciliano uscente, Nello Musumeci e per il dicastero delle Riforme quello dell'ex presidente del Senato, Marcello Pera. Ignazio La Russa invece non ritornerà alla Difesa per la regola voluta da Meloni che nessuno dei suoi potrà rivestire il ruolo ricoperto in passato e sarebbero in discesa le quotazioni come Presidente del Senato. In questo caso l'esponente di FdI o andrebbe a Palazzo Chigi come sottosegretario o potrebbe fare il capogruppo a Palazzo Madama in attesa di un futuro incarico prestigioso.

Per quel che riguarda i compiti del nuovo Esecutivo, oltre all'emergenza gas, che vede in Ue convergere sull'ipotesi di un price cap flessibile, resta prioritario il Pnrr. Dopo quello che è stato definito uno "scontro Meloni-Draghi" sui possibili ritardi ereditati dal governo uscente, il commissario europeo per gli Affari Economici Paolo Gentiloni ha precisato che l'Italia "fin qui ha raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti" e che si tratta di "una corsa contro il tempo" che "deve continuare".