Diritti civili

Torna la campagna "Rainbow laces" contro le discriminazioni e guarda a Qatar 2022

L'associazione Stonewall lancia la sua campagna per il nono anno e invita i fan a continuare la lotta per l'inclusione nello sport, presenta inoltre una ricerca che mostra i primi cambiamenti nella cultura sportiva

Torna la campagna "Rainbow laces" contro le discriminazioni e guarda a Qatar 2022
GettyImages
Sport, la campagna annuale Rainbow laces

L'associazione internazionale Stonewall quest'anno, per la campagna annuale “Rainbow laces” contro la discriminazione e la persecuzione delle persone LGBTQ+, richiama l'attenzione sui Mondiali di calcio in Qatar che iniziano il 20 novembre. 

Le relazioni omosessuali tra uomini sono perseguite per legge in Qatar, così come il sesso fuori dal matrimonio.

"Mentre ci avviciniamo alla Coppa del  Mondo maschile del 2022, dobbiamo ricordare che il Qatar è un paese in cui le persone LGBTQ+ sono perseguitate semplicemente per essere se  stesse", ha affermato Liz Ward, direttrice dei programmi di Stonewall. "Purtroppo, il torneo di quest'anno non è sicuro per tutti. La Coppa  del Mondo è un momento vitale per la comunità sportiva globale per  alzarsi e denunciare la criminalizzazione e la persecuzione delle  persone LGBTQ+ in Qatar".        

La "stagione" di Rainbow Laces di quest'anno va dal 19 al 31 ottobre,  il Rainbow Laces Day, quando i partecipanti sportivi sono invitati a indossare i lacci arcobaleno nelle loro calzature per promuovere una maggiore inclusione, sarà il 26 ottobre. 

Stonewall ha mostrato i risultati di una ricerca secondo la quale la percentuale di  appassionati di sport che pensano che i commenti omofobici siano accettabili è scesa dal 25% nel 2017 al 14% nel 2022.       

Tuttavia, la ricerca condotta da Stonewall in collaborazione con  ICM/Walnut suggerisce anche che i fan non sono sicuri che lo sport  competitivo sia un ambiente accogliente per le personalità sportive  LGBTQ+. 

Solo il 40% pensa che nello sport siano accettati uomini gay e  bisessuali, il 43% pensa che sia favorevole per donne lesbiche e  bisessuali e solo il 29% pensa che l'ambiente sportivo sia accogliente per le persone transessuali.