Abete di Natale per San Pietro, lo dona l'Abruzzo ma si trova in Molise: il caso dell'albero conteso

Individuato dal comune di Rosello (in provincia di Chieti, al confine col Molise) nel territorio di Agnone (Isernia). Alla fine, i sindaci si accordano e trovano la soluzione cambiando abete. La pianta prescelta apparteneva a una specie protetta

Abete di Natale per San Pietro, lo dona l'Abruzzo ma si trova in Molise: il caso dell'albero conteso
Rainews
L'abete individuato dal comune di Rosello (Ch) che si trova nel comune di Agnone (Is)

Alla fine il Papa avrà il suo albero di Natale. Che doveva essere donato dall’Abruzzo ma si trovava in Molise. Detta così, la notizia potrebbe lasciare perplessi e autorizzare a qualche legittimo approfondimento: c’è davvero stato il rischio che, in occasione del sempre più vicino periodo natalizio, a piazza san Pietro non svettasse il tradizionale abete addobbato e illuminato a festa? Pare proprio di sì, almeno sulle prime. Questa, per sommi capi, la vicenda dell’albero da donare al Pontefice che ha diviso due comuni confinanti, uno abruzzese (Rosello, in provincia di Chieti) e uno molisano (Agnone, in provincia di Isernia).

Tutto ha inizio 12 anni fa, quando Rosello comunica al Vaticano il desiderio di donare un albero natalizio per piazza san Pietro. All’interno del piccolo comune chietino si trova una storica abetaia, vera e propria riserva naturale, dove crescono piante appartenenti a una specie botanica protetta, l’abete bianco. Il caso “scoppia” anche grazie all’interessamento di un avvocato pescarese, Dario Rapino, fotografo e appassionato di botanica, che avvia una piccola indagine personale per appurare di quale esemplare si tratti. Partendo da un presupposto: dal momento che gli abeti presenti nella riserva naturale di Rosello non possono essere tagliati, la pianta prescelta non può che trovarsi nelle zone limitrofe. E, dal momento che il confine regionale con il Molise si trova proprio in quel territorio, ecco che viene svelato il mistero: l’abete individuato non si trova nel comune di Rosello ma in quello di Agnone, all’interno del bosco di Montecastelbarone.

L’avvocato Rapino è riuscito a individuare l’esatta posizione dell’albero, alto 30 metri e di circa 200 anni di età, già recintato e pronto per essere trasportato a Roma. Con la piccola, grande differenza che quell’abete si trovava in territorio molisano. Sarebbe stato, quindi, il comune della provincia di Isernia a farne dono al Vaticano.

Ed è a questo punto che la vicenda si complica: l’eventualità che una competizione tra i due comuni creasse uno spiacevole ritardo si è posta davvero, dal momento che l’arrivo dell’albero era previsto per il prossimo 3 dicembre ma, ad una prima sommaria valutazione, si è capito subito che per quella data non si sarebbe fatto in tempo. Poiché, a livello di autorizzazioni, quelle già concesse dalla regione Abruzzo non bastavano: bisognava procedere con i nulla osta molisani. L’intera pratica appariva ingarbugliata, dal momento che l’albero prescelto si trova in un’area sottoposta ai vincoli della direttiva Habitat Cee e ricade in una cosiddetta zona “Sic”, vale a dire in un Sito di interesse comunitario, quelle zone strategiche per la tutela di habitat di importanza europea.

A questo punto i diretti interessati, i sindaci dei due comuni (Daniele Saia, di Agnone, e Alessio Monaco, di Rosello) hanno chiesto una sospensione, coinvolgendo i Carabinieri forestali, che hanno subito bloccato l’iter e fatto capire, chiaro e tondo, che la questione si sarebbe trascinata per più di un mese. Superando quindi il periodo natalizio e mettendo a rischio gli addobbi intorno al colonnato del Bernini.

Alla fine, quindi, si è reso necessario trovare una soluzione in extremis: individuare un altro albero. In piazza san Pietro svetterà un abete prelevato dal sito di Palena, poco distante da Rosello, dove si trovano piante alte dai 25 ai 35 metri, in vivai regionali ricchi di alberi da taglio. I due primi cittadini, interpellati da Rainews24, hanno cercato di smorzare i toni, riducendo il tutto a una piccola incomprensione che si è potuta risolvere proprio grazie a spirito di collaborazione e volontà di cooperare. Concentrati, soprattutto, sull’obiettivo finale di dare un albero di Natale a papa Francesco.