XXXVIII spedizione italiana

Antartide, ecco la pista per aerei italiana su un ghiacciaio

È una struttura unica al mondo ed è quasi completata. Servirà la stazione Mario Zucchelli sul Mare di Ross e le altre basi scientifiche della zona. Lunga 1700 metri, potrebbe essere inaugurata entro la fine dell'anno

Dalla Stazione Mario Zucchelli una strada sterrata si arrampica sulle colline che costeggiano il Mare di Ross. Percorsi alcuni chilometri fra ghiacciai e vallate spazzate dal vento, si arriva in un'area chiamata Boulder Clay. È qui che il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide sta costruendo una pista per aerei, una striscia diritta che si staglia in un paesaggio costellato di rocce.

Una debole nevicata ha ricoperto tutto con un sottile strato bianco. Il termometro segna 17 gradi sottozero e un vento fortissimo fa crollare la temperatura percepita a -40 gradi. Gli operai a bordo di ruspe e camion però non si fermano. Anzi, hanno quasi completato il lavoro. Il primo aereo potrebbe atterrare entro la fine dell'anno.

“La pista è larga 60 metri ed è lunga 1700 – spiega il tenente colonnello Antonello Germinario dell'Aeronautica Militare - Attualmente la stiamo omologando per il C130 versione J che è il nostro aereo cargo”.

L'idea di costruire una pista come questa è nata all'ENEA. L' Aeronautica Militare è stata coinvolta in progettazione e realizzazione, il progetto ha visto in prima linea anche altri enti e istituzioni come il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

A rendere unico l'intervento, la severità del contesto antartico e un altro aspetto molto particolare: la pista sorge su un ghiacciaio, che è stato monitorato per alcuni anni valutarne la stabilità. Gli aerei atterreranno e decolleranno sopra uno strato di 150 metri di ghiaccio. È l'unico esempio al mondo di questo tipo.

“In un prossimo futuro questa pista potrebbe risolvere problemi come quelli che abbiamo avuto quest'anno, cioè la mancanza di un ghiaccio marino idoneo ad ospitare voli intercontinentali di fronte la stazione Mario Zucchelli – spiega Gianluca Bianchi Fasani, capo della XXXVIII spedizione italiana in Antartide - Rappresenterà una risorsa anche per gli altri programmi antartici che si trovano a operare nell'area del Mare di Ross. C'è un forte interessee ad esempio del programma antartico neozelandese e potrebbe essere una pista di supporto alle attività del programma degli Stati Uniti”.