Joe Biden: “Non sono sorpreso, son un ottimista imperterrito”

Elezioni di midterm: i democratici hanno la maggioranza in Senato. I riflessi sulla politica estera

Se il 6 dicembre i democratici dovessero prevalere anche al ballottaggio in Georgia a quel punto non ci sarebbe neanche bisogno del voto della vicepresidente Kamala Harris come ago della bilancia

Elezioni di midterm: i democratici hanno la maggioranza in Senato. I riflessi sulla politica estera
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Joe Biden

La senatrice democratica Catherine Cortez Masto ha vinto le elezioni di midterm ottenendo un secondo mandato in rappresentanza del Nevada, sconfiggendo il repubblicano Adam Laxalt e permettendo così al Partito Democratico il controllo del Senato per i prossimi due anni della presidenza di Joe Biden.I democratici ora hanno un vantaggio di 50-49, e manterranno il controllo della camera alta a prescindere dall'esito del ballottaggio in Georgia del prossimo mese, in virtù del potenziale voto decisivo del vicepresidente Kamala Harris. Il controllo dei democratici al Senato è un duro colpo per il Partito Repubblicano, che puntavano a ottenere il controllo del Congresso in occasione delle elezioni di metà mandato, che in genere favoriscono il partito all'opposizione. 

A questo punto poi se il 6 dicembre i democratici dovessero prevalere anche al ballottaggio per il Senato in Georgia, emergerebbe con un seggio in più rispetto al Senato uscente: a quel punto non ci sarebbe neanche bisogno del voto della vicepresidente Kamala Harris come ago della bilancia e verrebbe ridotto il peso di Joe Manchin e Kyrsten Sinema, senatori democratici “moderati” che spesso hanno tenuto in ostaggio con il loro voto il partito del presidente.

“Non sono sorpreso – ha detto Biden parlando da Phnom Penh, in Cambogia -. Sono un ottimista imperterrito”. A proposito dell’incontro con il presidente Xi Jinping, previsto al G20, il presidente americano ha detto: “So che sto andando a incontrarlo in una posizione più forte”. Se i repubblicani alla fine avranno la maggioranza alla Camera, potranno bloccare il suo programma legislativo e lanciare indagini su di lui e la sua famiglia, ma il controllo del Senato darebbe i democratici la possibilità di nominare i magistrati, fino ad una eventuale scelta di un giudice della Corte Suprema se si presentasse l’occasione. Bisognerà capire le dinamiche di una Camera dei rappresentanti dominata dal partito di opposizione di stretta misura. Biden ha aggiunto che tutti i democratici sono uniti, a differenza dei repubblicani che vedono al proprio interno una frangia trumpiana e diversi negazionisti che negano la legittimità delle elezioni del 2020. “I repubblicani dovranno decidere chi sono”.

E Donald Trump scarica sul leader dei repubblicani in Senato la responsabilità della debacle conservatrice alle elezioni di metà mandato: "È colpa di Mitch McConnell. Ha sbagliato le midterm e tutti lo odiano. Spendere risorse per sconfiggere buoni candidati invece che sostenere Blake Masters e altri è stato un errore. Concedere 4.000 miliardi di dollari alla destra radicale per il Green New Deal è stato un errore ancora più grande", mette in evidenza Trump.

I compiti del Senato Usa

Il Senato ha tre compiti importanti e specifici. Può procedere all’impeachment nei confronti di alti funzionari federali (compreso il presidente in carica), ma serve una maggioranza di due terzi; può esercitare il potere di consiglio e consenso sui trattati internazionali; svolge un ruolo decisivo nella conferma (o nel rifiuto) di alcune nomine, tra cui quella degli ambasciatori e dei giudici dei tribunali federali.

 In quest’ultimo punto è compresa l’approvazione o meno dei giudici della Corte Suprema scelti dal presidente. Se un seggio (i Supremi sono eletti a vita) si rendesse vacante a causa di un pensionamento inaspettato o alla morte di un giudice, oggi i repubblicani non sarebbero in grado di bloccare la scelta di Biden. Come riuscirono in vece a fare nel 2016, quando l’allora leader della maggioranza del Senato Mitch McConnell riuscì ad impedire al candidato scelto da Barack Obama di entrare alla Corte Suprema.

I "padri fondatori” avevano creato il Senato “per proteggere i diritti dei singoli Stati e salvaguardare le opinioni delle minoranze in un sistema di governo progettato per dare maggiore potere al governo nazionale”. È quel balance of power che nel corso di due secoli ha finito però per dare un grande potere ai senatori di Stati poco popolosi (come Wyoming, Vermont, Alaska, North e South Dakota, Montana) a scapito di California, Texas, Florida, New York, finendo per favorire (quasi) sempre i repubblicani. 

I riflessi sulla politica estera

È sicuramente da sottolineare che Biden ha interrotto la “tradizione” che vuole il partito del presidente perdente, spesso in maniera pesante, alle elezioni di metà mandato e forse perché diritti (come quello dell’aborto) e democrazia sono emersi come moventi altrettanto potenti rispetto alle più tradizionali questioni economiche, tanto più in un anno ad alta inflazione come il 2022.

Il messaggio di queste elezioni di Midterm è che l’elettorato americano tende a preferire candidati che accettano le regole del gioco democratico e rifuggono da posizioni fondamentaliste.

Queste elezioni sono anche un segnale che l’epoca dell’iper-polarizzazione potrebbe aver oltrepassato il punto di massima espansione. Questo potrebbe essere un beneficio non solo per Biden, ma per gli Stati Uniti nel loro complesso e quindi per i Paesi che in un modo o nell’altro dipendono dagli Stati Uniti per la loro sicurezza, benessere e per la tenuta democratica.

Ma ad oggi molti analisti e commentatori sono stati più pronti ad evidenziare come sarebbero stati i prossimi due anni con le Camere a trazione repubblicana e si trovano oggi un po' in affanno a definire il nuovo scenario.

L’affermazione di Biden di sentirsi ”più forte” nel preparare l’incontro con il leader cinese Xi Jinping è già un segnale di una ritrovata energia anche nei rapporti internazionali messi a dura prova dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica ed economica conseguente non solo al conflitto ma anche ai due anni di pandemia.