L'inflazione di ottobre negli Stati Uniti è scesa più delle attese degli economisti. L'indice dei prezzi al consumo è pari a 7,7%, contro l'8,2% di settembre, le attese erano dell'8%.
L'inflazione “core”, depurata dai prezzi dell'energia e degli alimentari, è passata dal 6,6% al 6,3%.
Ora gli investitori si aspettano che la banca centrale statunitense rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi, che servono proprio a raffreddare l'inflazione.
Sono numerosi ed evidenti gli effetti a cascata sui diversi mercati. A Wall Street l'indice Dow Jones sale del 3,07%, il Nasdaq dei titoli tecnologici del 6,15%, l'S&P 500 del 4,70%.
Anche in Europa rialzi netti: +2,56% per l'indice Ftse Mib di Milano. Londra +1,19%, Francoforte +3,55%.
Scendono, sulle attese di una Fed meno falco, i rendimenti dei titoli di Stato. Negli Stati Uniti giù di 29 punti base il rendimento del Treasury a 10 anni. In Italia -37 punti per quello del Btp decennale, che ora è al 4%, lo spread con il Bund tedesco scende a 200. Oggi il Consiglio direttivo della Bce ha aumentato da 150 a 250 miliardi il limite di obbligazioni che può prestare in cambio di contanti.
Tra gli altri effetti, si rivaluta l'euro sul dollaro. Ora un euro vale 1,017 dollari, +1,60%.
E il dollaro più debole rilancia l'oro, +2,60%, a 1.750 dollari l'oncia, il massimo da fine agosto.
A Piazza Affari maggiori rialzi per Nexi, +9,56%, seguita da StMicroelectronics, 7,87%, Azimut, 7,71%. Maggiori ribassi per Saipem, -3,41%, e Tenaris, -4,13%.
Il Bitcoin si riprende oggi dopo lo scivolone di ieri: vale 17.465 dollari, oggi +10%, negli ultimi 5 giorni -18%. FTX, una piattaforma di scambio di cripto-asset che valeva 32 miliardi di dollari, è in una grave crisi di liquidità. Fino a ieri sembrava possibile l'acquisto da parte di un'altra piattaforma, Binance, che però ieri ha annunciato il passo indietro.