Report 2022

WWF: in crisi l'habitat dei pesci d'acqua dolce. La minaccia viene anche dalle specie non autoctone

Negli ultimi 50 anni a livello mondiale sono diminuite dell’83%. In Italia su 152 specie solo il 38% è locale ed è a altissimo rischio di estinzione

WWF: in crisi l'habitat dei pesci d'acqua dolce. La minaccia viene anche dalle specie non autoctone
(Pixabay)
Trota, pesce d'acqua dolce

In sofferenza non è solo il clima: le acque interne italiane non sono nelle condizioni in cui dovrebbero essere: solo il 43% dei fiumi è in un “buono stato ecologico”, come richiesto nella Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), mentre i laghi sono appena al 20%.

Inoltre i cambiamenti climatici, che quest’anno si sono manifestati con maggior virulenza del passato, soprattutto per la scarsità di precipitazioni, stanno contribuendo a dare il colpo di grazia agli habitat d’acqua dolce.

Questa la conclusione del Living Planet report 2022 elaborato dal WWF e dalla Società zoologica di Londra che ha fotografato un deterioramento spaventoso delle popolazioni mondiali delle specie d’acqua dolce, diminuite in 50 anni dell’83%.

“L’Italia non fa eccezione e la biodiversità delle nostre acque interne è fortemente compromessa a causa di un’aggressione a tutto campo che ne ha compromesso gli equilibri e ha reso questi ambienti estremamente vulnerabili”, fanno sapere dall’organizzazione dedita alla protezione ambientale. 

Tante le cause, concatenate tra loro in una situazione senza soluzione di continuità, come la canalizzazione dei corsi d’acqua, i dragaggi negli alvei, l’occupazione delle aree naturali di esondazione, la distruzione delle fasce ripariali naturali, fino agli eccessivi prelievi d’acqua, e l’inquinamento.

Ma non solo, il WWF punta anche il dito contro “l’introduzione di specie aliene” che ha portato ad una situazione al limite del collasso per i pesci di acqua dolce. Su 152 specie attualmente censite solo il 38% sono autoctone e spesso in uno stato di conservazione assolutamente inadeguato: circa la metà di queste specie è a elevato rischio di estinzione (48%), un tasso ben più alto degli altri vertebrati: anfibi (36%), rettili (19%), uccelli (29%) e mammiferi (23%). 

“Inoltre i cambiamenti climatici, che quest’anno si sono manifestati con maggior virulenza del passato, soprattutto per la scarsità di precipitazioni, stanno contribuendo a dare il colpo di grazia agli habitat d’acqua dolce”, fanno sapere dal WWF Italia che, per questo, ha inviato una nota “per invitare gli enti preposti e le Regioni a desistere dall’autorizzare nuove immissione di specie alloctone e a impegnarsi, invece, in progetti di riqualificazione degli ambienti fluviali come richiesto espressamente nella Strategia Europea per la biodiversità”.