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Ue mette un limite al prezzo del petrolio e 7 Paesi propongono un price cap a quello del gas

I 27 Paesi dell'Unione impongono il limite di 60 dollari al barile sul greggio che viene dalla Russia. Per il gas, invece, la proposta è di mettere, dal 1° gennaio 2023, un tetto sul prezzo che interessi tutti i tipi di contratto

Ue mette un limite al prezzo del petrolio e 7 Paesi propongono un price cap a quello del gas
Ansa
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I ventisette Stati dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo sul tetto al prezzo del petrolio russo: viene fissato a 60 dollari al barile. 

Si tratta di una ulteriore mossa, in accordo con gli alleati del G7, per privare Mosca di una delle principali fonti di finanziamento della guerra contro l'Ucraina

Se la quotazione mondiale del greggio russo, che attualmente oscilla attorno ai 65 dollari, dovesse scendere sotto i 60, il meccanismo approvato dall'Ue prevede comunque un tetto del 5% inferiore al prezzo di mercato che però deve comunque rimanere superiore ai costi di produzione, per incoraggiare la Russia a continuare le consegne e a non tagliare le forniture.

L'accordo, siglato il 1° dicembre dagli ambasciatori dei Paesi membri dell'Ue a Bruxelles, era rimasto sospeso in attesa della decisione della Polonia, che ha dato il via libera il giorno successivo.

Il meccanismo, che entrerà in vigore lunedì 5 dicembre, prevede l'imposizione di un tetto di 60 dollari al barile ai prezzi del petrolio russo venduto in Stati terzi, in aggiunta all'embargo Ue, con eccezione del greggio che arriva via oleodotto a favore dell'Ungheria.

In particolare, il provvedimento dell'Unione vieterà alle compagnie di fornire servizi che consentano il trasporto e l'assicurazione del petrolio russo oltre il tetto stabilito per limitare le entrate che Mosca trae dalle sue forniture a Paesi come la Cina o l'India.

Sul fronte del gas, invece, un gruppo di sette Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, ha proposto di fissarne un tetto al prezzo: 160 euro per megawattora, ben lontano dal tetto di 275 euro proposto dalla Commissione europea e dal compromesso a 264 euro avanzato dalla presidenza ceca dell'Unione.

La proposta, alla quale aderiscono anche Grecia, Belgio e Polonia, e che ha il sostegno di Slovenia, Malta e Lituania, viene discussa per la prima volta oggi nella riunione degli ambasciatori dei Ventisette presso la Ue.    

I 7 propongono di stabilire, dal primo gennaio 2023, un limite sul gas di 160 euro a megawattora che interesserebbe tutti i tipi di contratto (fisico e finanziario) con qualsiasi termine di consegna (non solo consegne di un mese) e che copra anche i contratti bilaterali.  

Il meccanismo verrebbe attivato per "decisione politica" e avrebbe "chiare condizioni di sospensione": funzionerebbe come un semaforo con i colori verde, giallo e rosso a seconda dei rischi e verrebbe sospeso se "in futuro il livello non fosse adeguato".

I sette Paesi aggiungono a questa opzione di price cap "fisso" un secondo limite che sarebbe "dinamico", definito mensilmente o trimestralmente, e che verrebbe "parzialmente" legato all'evoluzione media di una serie di indici di riferimento del Gnl (Gas Naturale Liquefatto, una miscela di idrocarburi costituita prevalentemente da metano) in tutto il mondo.