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Crisi energetica, Meloni: "Ue incapace di trovare soluzione in tempi rapidi"

"Miopia nelle grandi scelte, serve strategia su approvvigionamento e diversificazione" dice la premier nella replica al dibattito in Senato. E sulle tensioni nei Balcani: "Favorire l'adesione all'Ue". Approvata la risoluzione di maggioranza: 107 sì

Crisi energetica, Meloni: "Ue incapace di trovare soluzione in tempi rapidi"
Ansa
Giorgia Meloni, durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo nell'aula del Senato,

"È un errore l'incapacità dell' Europa di trovare in tempi rapidi una soluzione efficace sulla vicenda energetica. C'è in ballo la tenuta del sistema produttivo, delle imprese e delle famiglie, ma anche la capacità dell'Europa di agire come attore politico su contesto internazionale". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo le parole di ieri alla Camera, torna a sottolineare quelle che ritiene le inadempienze dell'Ue sulla questione della crisi energetica. E parla di “miopia sulle scelte strategiche” 

"La situazione energetica è molto complessa - ha ricordato nel corso della replica al dibattito in Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo -  l'Europa non ha tenuto in debita considerazione le questioni strategiche. La critica che spesso abbiamo fatto all'Europa è occuparsi di micro questioni e non delle questioni strategiche. Oggi siamo esposti sull'approvvigionamento di materie prime ed energia. L'Europa deve tornare a darsi una strategia su approvvigionamento e diversificazione", ha rilanciato. “Si dimostra la miopia nelle grandi scelte, penso che l'Ue dovrebbe trovare una soluzione efficace”.

"L' Italia - ha aggiunto - può giocare un ruolo strategico" e "sto dialogando con tutti i Paesi del Nordafrica e del Mediterraneo per rafforzare la nostra capacità di fare da interfaccia. E' una grande occasione, anche se sapremo utilizzare alcune risorse del Pnrr".

Per quel che riguarda la guerra in Ucraina la premier ribadisce: "L' unica possibilità a oggi per un tavolo di negoziazione è che ci sia equilibrio fra le forze in campo nel conflitto. Questo passa per il sostegno all'Ucraina. Se non avessimo sostenuto l'Ucraina, come diceva qualcuno, perché era troppo debole, non avremmo avuto una pace ma un'invasione. Difendo il diritto di una nazione sovrana a difendere la sua sovranità".

Alle osservazioni sull'invio di armi, in particolare da parte del M5s, risponde: "Si può proporre un Reddito di cittadinanza ai russi per convincerli a ritirare le truppe?". E precisa: "L' invio delle armi è stato deciso da precedente governo, con il M5s alla guida - ha detto Meloni -. A nome dell'Italia voglio ringraziare il Movimento 5 stelle per il sostegno che ha dato al popolo ucraino. Contano i fatti più delle parole".

"La vicenda Ucraina non riguarda solo l'Ucraina, ci coinvolge tutti, ci piaccia o no. Coinvolge il ruolo dell'Italia. Voi pensate che se l'Italia decidesse di estraniarsi dalla comunità internazionale, di non inviare nulla, cambierebbe qualcosa" sul fronte internazionale per Kiev? “No, cambierebbe l'approccio verso di noi. Saremmo considerati una nazione inaffidabile che di fronte alle difficoltà scappa. ”Io voglio un' Italia credibile e seria, che può chiedere solidarietà, attenzione e difendere i propri confini".

Ci sono poi le tensioni nell'area balcanica. "La stabilità dei Balcani occidentali è per noi una priorità, particolarmente oggi quando le conseguenze del conflitto ucraino impattano su una regione con problemi di stabilità. C'è un tentativo ulteriore messo in campo dalla Russia di destabilizzazione, e c'è l'interesse dell'Europa, in particolare dell'Italia alla stabilizzazione", ha chiarito la presidente del Consiglio.

"Ribadirò al Consiglio europeo di favorire l'adesione delle nazioni dell'area all'Unione europea, credo che sia utile per l'Europa, per la stabilità, e che una concreta possibilità di adesione sia lo strumento più forte per tenerle ancorate ai nostri valori", ha detto Meloni, "L'Europa deve andare avanti, l'allargamento comporterebbe un maggiore protagonismo e centralità per la nostra nazione - ha aggiunto -. La raccomandazione al Consiglio europeo di concedere lo status di candidata alla Bosnia Erzegovina è un piccolo tassello su cui domani possiamo fare un passo avanti".

Poi ha evidenziato: "In questo ultimo mese mi sono trovata a diversi vertici internazionali e ho l'impressione che il problema siamo noi, quelli che non hanno consapevolezza di quanto l'Italia sia considerata nel resto del mondo siamo noi, è un problema tutto italiano", ha sottolineato Meloni nella replica al senatore a Mario Monti. "Lo si è visto in campagna elettorale - ha ricordato -: qualcuno sosteneva che con un governo di centrodestra l'Italia sarebbe stata isolata, come se fosse possibile isolare una nazione fondatrice dell'Ue e al centro del Mediterraneo... allora forse noi un po' ci sottovalutiamo, un po' lo facciamo strumentalmente".

A proposito di immigrazione, ha osservato Meloni, c'è un tema di  "pari dignità" tra i paesi Ue: "Perché l'Italia dovrebbe accettare qualcosa che gli altri non vogliono fare in Europa? La soluzione è fermare le partenze e difendere i confini esterni della Ue. Anche gli altri non vogliono movimenti secondari, le redistribuzioni, le Ong". 

Sul fronte interno e nel rapporto con le opposizioni ha chiarito: "Quando Calenda è venuto a confrontarsi" a Palazzo Chigi, "l'unico partito di opposizione ad averlo fatto abbiamo chiesto documenti più concreti di proposta", a proposito della questione energetica. “Al momento non sono arrivati” ha aggiunto  "ma se ci fossero sarebbero una base di lavoro".

Il Senato ha poi approvato con 107 sì, 29 no e 43 astenuti la risoluzione di maggioranza presentata in seguito alle comunicazioni rese dalla premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo del 15 -16 dicembre.

La mozione presentata dal Pd è passata con 49 si, 29 no e 102 astenuti. E - solo per una parte - quella di Azione-Italia viva, che ha ottenuto 46 favorevoli, 29 contrari e 104 astenuti. I documenti depositati da Avs e M5s non sono stati votati.