La tragedia del 14 agosto 2018

Ponte Morandi, mistero sul camion che trasportava droga: gli inquirenti smentiscono la 'ndrangheta

Nelle intercettazioni di un'inchiesta della Procura di Reggio Calabria si parlava di un camion frigo, carico con 900 chili di hashish. Ma, per chi sta indagando, sarebbe solo un diversivo che ha sviato dalla vera destinazione di quel carico di droga

Ponte Morandi, mistero sul camion che trasportava droga: gli inquirenti smentiscono la 'ndrangheta
(LaPresse)

Sono giorni di contatti convulsi tra le Procure di Reggio Calabria, Genova e Latina. Al centro, la vicenda – per certi versi surreale, per altri decisamente improbabile – del camion frigo giallo che trasportava 900 chili di hashish e che, la mattina del 14 agosto 2018, sarebbe caduto dal Ponte Morandi al momento del tragico crollo (che causò la morte di 43 persone).

Così, almeno, dicevano due boss della ‘ndrangheta intercettati dalle forze dell’ordine nell’ambito dell’indagine “Blu Notte”, condotta dalla Procura della Repubblica reggina, nella quale sono state coinvolte un centinaio di persone e arrestate 76.

È il marzo 2020 e dalla tragedia del ponte è passato un anno e mezzo. Ad essere ascoltati sono il boss Francesco Benito Palaia, capo della cosca Balocco, agli arresti domiciliari, e il suo affiliato Rosario Caminiti. “Quando è caduto Ponte Morandi – dice Palaia – se vai al primo video, è caduto un furgone... È un eurocargo giallo, lo vedi benissimo… è giallo, con una cella frigorifera, piccolino! È caduto paru (orizzontale, ndr)...Come è caduto il ponte, si è seduto... gli è caduta una macchina sopra”.

Questo il passaggio cruciale, che ha fatto drizzare le antenne e le orecchie degli inquirenti calabresi, ipotizzando la presenza di un furgone imbottito di quasi una tonnellata di droga, da destinare alla criminalità organizzata napoletana e che la ‘ndrangheta aveva recuperato e stava trasferendo in Calabria. Come infatti ha scritto il Gip della Procura reggina Vincenzo Bellini, “secondo quanto riferito, i soggetti dell'hinterland partenopeo avevano ingaggiato Palaia allo scopo di recuperare la sostanza in questione. E questi, con le proprie aderenze nel settore del recupero rottami, avrebbe potuto individuare e trasportare la carcassa”.

Il famoso camion della Basko, rimasto quasi in bilico sul ponte Morandi Ansa
Il famoso camion della Basko, rimasto quasi in bilico sul ponte Morandi

Ma qui cominciano gli “eppure”.

Eppure, tra i 25 veicoli – automobili, furgoni e altri mezzi – coinvolti nel disastro di quattro anni fa, non c’è mai stato un furgone giallo.

Eppure, analizzando le lamiere e i rottami delle auto accartocciate tra il cemento armato, i piloni e i tiranti della struttura collassata, di giallo c’era solo una macchina, una Opel corsa, custodita per due mesi in un deposito sotto sequestro giudiziario. L’auto, che viaggiava quasi in parallelo con il famoso camion della Basko rimasto in bilico a un passo dalla voragine (una delle immagini simbolo di quel dramma), cadde al suolo e fu schiacciata da un’altra macchina. Ma non era un furgone, appunto.

Eppure, ancora, né la Polstrada né la Guardia di Finanza né il custode giudiziale dei veicoli coinvolti, che hanno tutti preso parte all’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, hanno informazioni o dati su un eurocargo giallo con cella frigorifera. E questo perché, tra l’altro, i mezzi pesanti coinvolti nel disastro erano solo tre: un tir caricato con una bobina di acciaio; un altro camion, piombato nel greto del Polcevera; e un terzo, proveniente dalla Francia, che aveva al suo interno dei mobili.

I rottami delle auto crollate dal ponte Ansa
I rottami delle auto crollate dal ponte

I due conducenti del terzo camion sono tra le 43 vittime della tragedia, mentre il carico è stato ispezionato più volte dalla polizia giudiziaria; e “se ci fossero stati 900 chili di droga, ce ne saremmo accorti”, ha commentato uno degli inquirenti. Quest’ultimo mezzo, della ditta Alba (di Stains, in Francia), è stato custodito nel deposito giudiziario a Bolzaneto fino all’ottobre 2018; sequestrato e in seguito dissequestrato dalla Finanza, è passato sotto più lenti di ingrandimento.

Pare, quindi, che questo fantomatico camion frigo giallo carico di “roba” sia solo passato da Genova, senza essere coinvolto nel disastro. Finito a Latina (e questo spiegherebbe il coinvolgimento della Procura laziale), gli ‘ndranghetisti avrebbero messo in piedi un diversivo per sviare le indagini e distrarre gli inquirenti, messisi sulle tracce di quel traffico di stupefacenti. Il ricco carico di droga è stato trasferito e nascosto altrove e a bordo di altri mezzi.