I tifosi provenienti da ogni parte del mondo sono, insieme ovviamente alle squadre in gara, i protagonisti principali anche dei Mondiali di calcio che si stanno disputando in Qatar.
Dagli accessori arcobaleno indossati in solidarietà con la causa LGBTQ in un paese che criminalizza l'omosessualità ai copricapo locali sfoggiati per le strade del piccolo emirato, la creatività dei fan del calcio ha attirato polemiche o suscitato ilarità tra la gente del posto, guadagnando in ogni caso gli scatti dei fotografi.
Tra i capi preferiti dagli stranieri e tra i più ricorrenti sugli spalti ci sono senza dubbio il ghutra, la khefia, e la lunga tunica bianca indossata dagli uomini in tutta la penisola arabica.
Gli stretti vicoli del Souq Waqif di Doha brulicano di venditori che offrono i tipici copricapo locali nei vari colori che riprendono quelli delle nazioni in gara: il verde e giallo per i tifosi brasiliani, il bianco e il verde del Messico.
"Volevo immergermi nella cultura. È divertente provare cose nuove", dice Ricardo Palacios, 41 anni, venezuelano, con indosso un copricapo a scacchi bianchi e rossi. “Finora l'unica lamentela da parte della gente del luogo”, ha aggiunto Palacios, è che "non so come metterlo nel modo giusto".
Nel mercato di Doha, i locali affermano di non essere affatto infastiditi dalle decine di tifosi vestiti con l'abito nazionale. “E' un po' come quando gli arabi vanno in Europa e mettono i jeans”, spiega qualcuno. "Cerchiamo sempre di adattarci ai costumi e alle tradizioni del paese ospitante".
Tra le tifoserie più scatenate ci sono gli insospettabili del Giappone che, oltre a “omaggiare” la moda locale, portano un po' di Sol Levante in Qatar con coreografie spettacolari e riferimenti al mondo dei manga.
A non essere stati apprezzati sono stati altri look, in particolare i costumi da crociato dei tifosi inglesi, respinti dalla sicurezza all'ingresso dello stadio e condannati anche dalla Fifa. Ma il più grande punto critico del torneo finora è stato l'abbigliamento arcobaleno e altri accessori multicolori.
Dopo il divieto per le squadre di indossare i bracciali “One Love”, molti supporter hanno denunciato di essere stati bloccati a causa del look arcobaleno.
Né la polemica si è smorzata dopo l'intervento della Fifa e le rassicurazioni perché episodi del genere non si ripetano più.
Durante Portogallo-Uruguay al Lusail Stadium, il pescarese Mario Ferri, non nuovo a queste “imprese”, è riuscito a eludere la sorveglianza ed è entrato di corsa sul terreno di gioco sventolando una bandiera con i colori dell'arcobaleno e indossando una maglia con la scritta 'Respect for iranian women'.
I supporter gallesi hanno assistito alla partita contro l'Iran indossando oltre alla maglia della nazionale anche cappellini multicolore dopo che gli stessi erano stati sequestrati, solo alle tifose, in occasione della partita d’esordio contro gli Stati Uniti.
Ai turisti e ai visitatori in generale è stato chiesto, come recita il sito web del turismo gestito dal governo, di "mostrare rispetto per la cultura locale evitando abiti eccessivamente rivelatori" e "coprirsi spalle e ginocchia".
Così, quando nei giorni scorsi l'influencer e modella croata Ivana Knöll si è presentata allo stadio con un look che poco lasciava all'immaginazione, in tanti hanno temuto un incidente diplomatico. Gli scatti hanno scatenato reazioni contraddittorie. “Mi sono sentita a mio agio, e la gente del posto mi ha assicurato che potevo vestire come volevo”, ha scritto lei sui social, festeggiando il suo primo milione di follower su TikTok.