E' morto giovedì con il suicidio assistito in una clinica in Svizzera, Massimiliano, il 44enne toscano, da 6 anni malato da sclerosi multipla, che lunedì aveva lanciato un appello per essere aiutato a morire nella propria casa, in Italia.
"Sono quasi completamente paralizzato e faccio fatica anche a parlare. Da un paio di anni siccome non ce la faccio più" ho iniziato "a documentarmi su internet su metodi di suicidio indolore", e "finalmente ho raggiunto il mio sogno. Peccato che non l'ho raggiunto in Italia, ma mi tocca andare all'estero": "Perché non posso farlo qui in Italia? A casa mia, anche in un ospedale, con i parenti, gli amici" vicino. "No, devo andarmene in Svizzera. Non mi sembra una cosa logica questa": "Sono costretto ad andarmene via, per andarmene via". Queste le parole di Massimiliano nell'ultimo video messaggio.
Il padre di Massimiliano, Bruno, che era già apparso in un video accanto al figlio per chiedere di poter porre fine alle sue sofferenze in Italia, aveva lanciato il suo ultimo appello a sostegno della libertà di scelta del figlio: "E' cosciente della sua vita. Lui è lucido di mente. E' arrivato a questo punto qui perchè non ce la fa più. Non ce la fa più. E' una sofferenza continua, giorno dopo giorno. E' un volere suo, perchè deve negare questo volere. Il corpo è suo, lo sente lui cosa soffre. E noi non possiamo dire di no. Sarebbe solo egoismo, per farlo soffrire ancora di più. Vorrei che fosse una cosa fatta in Italia".
Massimiliano, spiega l'associazione, è stato accompagnato nel paese elvetico "da Felicetta Maltese, 71 anni, iscritta all'associazione Luca Coscioni e attivista della campagna Eutanasia Legale e da Chiara Lalli, giornalista e bioeticista". Domani entrambe andranno ad autodenunciarsi ai carabinieri di Firenze.