La vicenda

Turchia, bimba data in sposa a 6 anni: il caso scuote il Paese

A 16 anni di distanza trova il coraggio di denunciare l’ex marito e la famiglia

Turchia, bimba data in sposa a 6 anni: il caso scuote il Paese
Ansa
Sposa bambina

Rimangono aspre le polemiche in Turchia, un Paese finito sotto shock per un caso di abusi su minori che risveglia un passato che il Paese non si è evidentemente lasciato del tutto alle spalle. Il caso è quello di una donna ora ventiquattrenne, che ha denunciato l'ex marito e il proprio padre, che la ha costretta a sposarsi a 6 anni con un uomo all'epoca del matrimonio ventinovenne. Un matrimonio deciso da un padre padrone membro di una confraternita religiosa, che ha permesso che la propria figlia finisse nelle mani di un altro membro della stessa confraternita e lo sposasse. Una situazione in cui la giovane, ora divorziata, sin dalla più tenera età ha subito abusi sessuali. 

A far aumentare lo sdegno e montare le accuse l'appartenenza sia del padre che dell'ex marito alla confraternita religiosa Ismailaga, presente in diverse province del Paese e vicina al governo. La denuncia risale al 2020, una richiesta di condanna a 27 anni di carcere è arrivata solo lo scorso 30 ottobre e la notizia è emersa solo grazie al giornalista Timur Soykan del quotidiano Birgun. Rimane il dubbio che funzionari della giustizia abbiano imposto il silenzio sul caso in quanto vicini alla confraternita. Nessuna interrogazione parlamentare ha infatti avuto luogo nei mesi seguenti la querela in un Paese in cui il matrimonio tra minorenni è formalmente vietato da decenni. 

"Il fatto che uno dei nostri figli sia stato vittima di un fatto così grave non può lasciarci indifferenti e richiede provvedimenti. E' inammissibile che succedano casi di violenza e abusi come questo", ha detto Mustafa Sentop, vicepresidente turco, braccio destro di Erdogan. Sul caso è intervenuto oggi il ministro della Giustizia, Bekir Bozda, che ha annunciato che il procedimento va avanti spedito ed è sotto la lente del ministero. Troppo poco e troppo tardi, considerando anche che il padre e l'ex marito della donna sono ancora in libertà in un Paese che per altri casi non lesina certo ordini di arresto e custodia cautelare. Un caso che sta infiammando il parlamento turco e agitando il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan. 

Il partito Chp, principale forza di opposizione, ha marciato oggi dinanzi il parlamento per protestare contro il governo, che nel silenzio avrebbe, secondo il leader partito Kemal Kilicdaroglu, permesso che tali abusi si protraessero per anni. Da giorni vanno avanti le proteste in parlamento dove non sono mancate le accuse a Erdogan, finito nel mirino dell'opposizione perchè ritenuto vicino alle confraternite religiose. L'opposizione ha chiesto le dimissioni del ministro della famiglia Derya Yanik e lanciato cartelloni contro il ministro degli interni ieri, Suleyman Soylu, quando questo ha preso la parola in parlamento. Proprio Yanik ha risposto accusando l'opposizione di voler strumentalizzare a fini politici "abusi su minori e violenza sulle donne", problemi che "travalicano la politica" e vanno "risolti".