Sono complessivamente 13, tutti militanti nei gruppi dell'estrema destra cittadina, i giovani fermati martedì sera dalla Digos a Verona durante i disordini causati da gruppi di violenti, accanitisi contro i tifosi del Marocco in festa, dopo che la loro nazionale ha sconfitto la Spagna, avanzando così ai Mondiali in Qatar.
L'intervento è scattato subito dopo la segnalazione che una quindicina di individui, vestiti di nero, stavano cercando di avvicinarsi alla zona dove i tifosi marocchini festeggiavano. Danneggiate quattro auto.
Erano armati di cinte bastoni e catene, e si sono scagliati sui tifosi - o semplici cittadini che festeggiavano - di origine marocchina.
Nelle auto, spiegheranno poi gli investigatori, c'erano anche famiglie, padri e madri con bambini. Una donna è rimasta leggermente ferita dalle schegge di un finestrino infranto.
Negli stessi momenti, la comunità marocchina stava festeggiando in altre città italiane, come Torino e Milano, dove però non vi sono stati incidenti.
Nel capoluogo lombardo un migliaio di tifosi si è riversato in corso Buenos Aires, altre centinaia in Piazza Duomo, nei quartieri Corvetto e Giambellino. Grande entusiasmo, fumogeni, difficoltà al traffico, ma nessuna situazione critica e non risultano denunce.
Un clima già teso dall'inizio della partita
Il clima a Verona era già teso nelle ore della partita Marocco-Spagna. Per questo Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale presidiavano in forze il centro storico, in particolare piazza Brav, dove i tifosi della nazionale marocchina si sono ritrovati per festeggiare la vittoria. In zona si aggiravano già gruppetti di italiani, tutti vestiti di nero. "Si capiva - dice un investigatore all'Ansa - che questi erano lì solo per preparare il caos".