Il blitz

Ambientalisti imbrattano il Senato con la vernice. La Russa: "Offesa alle istituzioni"

Alla base del gesto di Ultima Generazione, il "disinteresse del mondo politico e le notizie sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico". Domani si riunisce il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama "per ogni opportuna decisione"

Ambientalisti imbrattano il Senato con la vernice. La Russa: "Offesa alle istituzioni"
Ansa
La facciata del Senato imbrattata dagli ambientalisti

Questa mattina intorno alle 7:45 un gruppo di ambientalisti di Ultima Generazione hanno imbrattato Palazzo Madama con della vernice arancione, utilizzando degli estintori. I carabinieri hanno fermato cinque persone la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.

Alla base del gesto, quello che gli ambientalisti definiscono come il disinteresse del mondo politico di fronte ai dati e le notizie sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico. 

La Russa: “Nessun alibi”

"Nessun alibi, nessuna giustificazione per un atto che offende tutte le istituzioni e che solo grazie al sangue freddo dei carabinieri non è trasceso in violenza. Il Senato è stato vigliaccamente scelto perché a differenza di Palazzo Chigi, della Camera dei deputati e di altre istituzioni, non ha mai ritenuto fino ad ora di dover creare un area di sicurezza attorno all'edificio. Ho convocato immediatamente per domani alle ore 15 il Consiglio di  presidenza del Senato per ogni opportuna decisione". Così il  presidente del Senato, Ignazio La Russa, commentando l'azione dei manifestanti.

Imbrattata la facciata del Senato Ansa
Imbrattata la facciata del Senato

Una ferma condanna del gesto è arrivata anche dal ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.  "A costoro, come a coloro che imbrattano le opere d'arte in tutto il mondo nella convinzione di far passare così un messaggio a favore della difesa dell'ambiente, vorrei ricordare che il contrasto al cambiamento climatico è al centro delle preoccupazioni dei governi di tutto il mondo e che la parte maggiore del Next Generation EU è destinata proprio alla transizione ecologica - aggiunge -. È importante che i giovani e tutti i cittadini pongano attenzione su questi temi, ma è bene che sappiano che tutti gli atti vandalici messi in atto, anche se dimostrativi, sono inaccettabili e non saranno lasciati impuniti. La mia solidarietà va al presidente La Russa per l'attacco che ha subito questa mattina il Senato. Il ringraziamento di tutti è rivolto ai Carabinieri che sono prontamente intervenuti in difesa delle Istituzioni della Repubblica".

Le finestre del Senato imbrattate dagli ambientalisti Ansa
Le finestre del Senato imbrattate dagli ambientalisti

La nota di Ultima Generazione: “Non bastano cortei e raccolta differenziata”

"Alla base del gesto, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell'umanità". È quanto sostengono, in una nota, gli attivisti di Ultima Generazione "rivendicando" il blitz di questa mattina a Roma dove è stata imbrattata di vernice la facciata del Senato. 

Gli ambientalisti affermano, inoltre, che un "leggero barlume di incoraggiamento arriva per il 2023 dal presidente dellaRepubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso alla nazione il 31 dicembre ha dichiarato che 'la sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio. Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell'umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione dellatransizione energetica'". Ultima Generazione chiede di"interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale". 

"Non possiamo illuderci che fare la raccolta differenziata e partecipare a cortei organizzati sia sufficiente. È, di conseguenza, proprio al governo e alle istituzioni che rivolgiamo la nostra rabbia di protesta - dice una delle attiviste - La perseveranza all’inazione climatica è ormai da riconoscere come volontà delle élite politiche ed economiche di scegliere deliberatamente di condannare buona parte della popolazione globale a siccità, carestie, guerre e morte. Dobbiamo riconoscere le loro responsabilità e le loro colpe. Se vogliamo avere una possibilità dobbiamo unirci in azioni dirette, ribellandoci al destino che il potere di pochi ha disegnato per noi”.