Lo studio della Cgia

Caro bollette: nel 2022 un aumento di 91,5 miliardi

La stangata ha colpito più le imprese (+ 61,4 mld) che le famiglie (+30 mld). Il Nordest l'area più colpita. Lo Stato ha incassato 44,5 miliardi

Caro bollette: nel 2022 un aumento di 91,5 miliardi
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Nel 2022 l’aumento dei costi dovuti al rialzo delle bollette di luce e gas è stato di 91,5 miliardi di euro in più rispetto al 2021.

A dirlo è l'Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha evidenziato come sia stato il Nordest l'area più interessata dagli aumenti: rispetto al 2021 la stima degli extracosti per energia elettrica e gas è salita del 118,1 per cento.

Se le spese per l'energia elettrica sono aumentate del 109,5 per cento, provocando in termini monetari un extracosto pari a 58,9 miliardi, quelle del metano sono cresciute addirittura del 126,4 per cento, alleggerendo il portafogli degli italiani di 32,6 miliardi. 

La stangata ha colpito proporzionalmente di più le imprese che le famiglie: le prime hanno pagato 61,4 miliardi in più; le seconde 30 miliardi di euro.

Tra le ripartizioni geografiche dopo il Nordest, il Nordovest con il +116,6 per cento di aumenti, il Centro con il +113,6 per cento e il Mezzogiorno con il +109,9 per cento. 

A livello regionale il rincaro più importante ha interessato l'Emilia Romagna (+119,2 per cento), il Friuli Venezia Giulia (+119 per cento) e il Trentino Alto Adige (+118,3 per cento). 

Sempre secondo l'Ufficio studi della CGIA di Mestre se nel 2022 il prezzo dell'energia elettrica è più che raddoppiato (+142 per cento), passando da 125 (media 2021) a 303 euro per MWh (media 2022), quello del gas, invece, è rincarato addirittura del 167 per cento, salendo da 46 euro (media 2021) a 123 euro (media 2022). 

Il peggio, pero ora, sembra essere alle nostre spalle. Nei primi 26 giorni del 2023 la media del prezzo dell'energia è scesa a 176 euro e quello del gas a 68 euro. Importi, quest'ultimi, comunque superiori rispettivamente del 190 e del 240 per cento se comparati con quelli di inizio 2021.

L’incasso dello Stato e i guadagni delle aziende 

“A causa dell'aumento dell'inflazione, anche lo Stato centrale e le sue articolazioni periferiche hanno subito una impennata della spesa. Nel frattempo, però, l'incremento del gettito riscosso è stato molto importante”, ha evidenziato l'Ufficio studi della CGIA di Mestre secondo cui, rispetto allo stesso periodo del 2021, “nei primi 11 mesi dell'anno scorso le entrate tributarie erariali sono aumentate di 44,5 miliardi di euro. Questo score così positivo è riconducibile a tre fattori: agli effetti del 'decreto Rilancio' e del 'decreto Agosto', - che tra il 2020 e il 2021 avevano disposto proroghe, sospensioni - e, in particolar modo, agli incrementi dei prezzi al consumo che hanno spinto all'insù il gettito dell'Iva". 

Dal caro energia, sempre secondo l'Ufficio studi della CGIA di Mestre, c'è anche chi ci ha guadagnato, ma poi ha eluso il fisco: "A seguito dei rincari dei prodotti energetici non tutti ci hanno rimesso. Molte aziende energetiche, ad esempio, nel 2022 hanno registrato un aumento dei ricavi spaventoso. Per questa ragione il Governo Draghi ha provveduto a istituire il contributo di solidarietà che doveva consentire alle casse dello Stato di incassare da questa misura complessivamente 10,5 miliardi di euro. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, l'erario ha 'ricevuto' solo 2,7 miliardi di euro. Pertanto, tra i 44,5 miliardi di extragettito incassati provvisoriamente in più nei primi 11 mesi del 2022, mancano sicuramente all'appello altri 7,8 miliardi di euro. 

La Corte dei Conti ha cercato di individuare le ragioni di questo flop, segnalando queste criticità, ovvero: l'identificazione dei soggetti a cui si applica il contributo; modalità di determinazione della base imponibile; possibili problemi di costituzionalità del tributo (al riguardo viene richiamata la sentenza numero 10 dell'11 febbraio 2015 avente oggetto la cosiddetta Robin Hood Tax); l'indeducibilità del tributo; la possibile traslazione del contributo sul consumatore finale. 

Al netto delle ragioni sollevate dei destinatari della misura, bene ha fatto l'Agenzia delle Entrate ad annunciare in questi giorni che nei prossimi mesi avvierà dei controlli mirati sugli extraprofitti realizzati da queste grandi aziende energetiche".

Ancorchè i dati siano provvisori e aggiornati al 22 novembre scorso, secondo l'Ufficio studi della CGIA di Mestre i bonus per le bollette di elettricità e gas rivolti alle imprese sono stati utilizzati in compensazione solo per metà dell'importo messo complessivamente a disposizione: "Certo, mancano ancora da conteggiare i pagamenti avvenuti con la scadenza del 30 novembre e quelle previste a metà dicembre, tuttavia pare di capire che molte imprese, soprattutto quelle di piccola e micro dimensione, abbiano registrato grosse difficoltà nell'applicare la misura introdotta l'anno scorso. Non sono pochi, infatti, i piccolissimi imprenditori ad aver desistito dal redigere il calcolo della base imponibile su cui definire successivamente lo sconto fiscale. Operazione, quest'ultima, molto complessa che è stata effettuata direttamente dai gestori solo in pochissimi casi".