Monsignor Zuppi: "Il 27 gennaio aiuta a capire il nostro passato"

Papa Francesco: "Non c'è fraternità se non si dissipano le radici dell’odio"

"Un appuntamento che impone a tutti non solo di ricordare la brutalità compiuta, ma di contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e discriminazione"

Papa Francesco: "Non c'è fraternità se non si dissipano le radici dell’odio"
ANSA/ VATICAN MEDIA
L'Angelus di Papa Francesco

"Il ricordo dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi non può essere né dimenticato né negato. Non può esserci fraternità senza aver prima dissipato le radici di odio e di violenza che hanno alimentato l'orrore dell'Olocausto. #HolocaustRemembranceDay". Lo afferma papa Francesco in un tweet in occasione  del Giorno della memoria.

Il 27 gennaio è "un appuntamento che impone a tutti non solo di ricordare la brutalità compiuta, ma di contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e discriminazione" che "sono semi insidiosi, che riappaiono in maniera inquietante, che si nutrono di indifferenza e ignoranza, giustificano atteggiamenti e parole, sempre pericolose, come ad esempio il razzismo digitale". Lo dichiara il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in occasione della Giorno della memoria. Per il cardinale, la ricorrenza del 27 gennaio "onora la memoria di quelle vittime, ci aiuta a capire il nostro passato (perché sono nostri fratelli e sorelle), a raccoglierne la dolorosa eredità consegnata perché ci rendiamo conto e non accada più": "Non si deve trasmettere soltanto un'informazione ma occorre toccare il cuore. In un momento così difficile, pieno di inquietanti semi di violenza, confrontandoci con la terribile logica della guerra frutto sempre della crescita di inimicizia e disprezzo della vita, la memoria delle vittime deve imporci un nuovo impegno per costruire un mondo di pace". Citando Etty Hillesum, il card. Zuppi ha concluso: "Fratelli tutti, la grande visione riproposta da Papa Francesco, è possibile a tutti e necessaria per tutti, consapevoli che non può essere solo un auspicio ma un impegno".

Matteo Maria Zuppi, cardinale lapresse
Matteo Maria Zuppi, cardinale