Lettera al Parlamento italiano

Dl Ong: la Camera ha dato il via libera alla fiducia. 65 parlamentari tedeschi chiedono modifiche

"Siamo preoccupati per il decreto in merito ai salvataggi civili in mare promulgato dal Governo italiano. Il decreto contraddice il diritto internazionale del mare e i diritti dell'uomo" si legge nella lettera dei deputati del Deutscher Bundestag

Dl Ong: la Camera ha dato il via libera alla fiducia. 65 parlamentari tedeschi chiedono modifiche
LaPresse
Migranti, salvati da Ocean Viking in zona Sar maltese (archivio)

Sessantacinque parlamentari del Bundestag tedesco hanno fatto appello al Parlamento italiano a non approvare il decreto ong senza modifiche. In una lettera scritta su proposta di Julian Pahlke (Verdi) e Hakan Demir (Spd), di cui riporta la Dpa, i parlamentari chiedono ai colleghi italiani di "battersi per il rispetto senza riserve del diritto internazionale". Sul decreto voluto dal centrodestra al governo c'è molta "preoccupazione", si legge nel messaggio.

"Siamo molto preoccupati per il decreto in merito ai salvataggi civili in mare che è stato promulgato dal Governo italiano in data 2 gennaio 2023 e che dovrebbe ora essere convertito in legge. Il decreto contraddice sia il diritto internazionale del mare, sia le disposizioni internazionali sui diritti dell'uomo, sia il diritto secondario europeo". È un passaggio della lettera scritta dei deputati tedeschi ai colleghi italiani in vista del voto sul decreto ong, per esortarli a "impegnarsi per l'osservanza incondizionata del diritto internazionale". 

"Ci appelliamo alle nostre colleghe italiane e ai nostri colleghi italiani affinché si avvalgano delle loro possibilità di intervento parlamentare", si legge nella lettera dei deputati del Deutscher Bundestag. I parlamentari tedeschi riconoscono che "l'Italia, nel passato, è stata spesso lasciata sola in fatto di politica migratoria, anche dall'Unione europea. Noi ci professiamo favorevoli a una responsabilità comune europea nei confronti delle persone che cercano protezione nell'Unione europea. L'Italia, con la sua posizione ai confini esterni dell'Ue, in mezzo al Mediterraneo, non deve essere lasciata sola ad affrontare questo compito. È necessario fornirle aiuto e provvedere a una ripartizione solidale dei rifugiati nell'Unione europea".

Il decreto flussi migratori

Via libera dell'Aula della Camera alla fiducia posta dal governo sul decreto Ong. I voti a favore sono 202, i contrari 136 (le forze di opposizione) e 4 astenuti. Il voto finale sul decreto si svolgerà nella tarda mattinata di domani. 

Il decreto Ong mira a definire le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi Ong che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali, con la conseguenza che, nei confronti di tali navi, non possono essere adottati provvedimenti di divieto o limitazione al transito o alla sosta nel mare territoriale. Tra tali condizioni rientrano, ad esempio, il fatto che sia stata richiesta, nell'immediatezza dell'evento, l'assegnazione del porto di sbarco; il fatto che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità sia raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso; il fatto che siano state avviate tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità. 

Quanto agli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, si sostituisce la precedente sanzione penale con una sanzione amministrativa; viene anche introdotta una nuova sanzione amministrativa in caso di mancata risposta alle informazioni richieste o mancata ottemperanza alle indicazioni impartite da parte delle navi. Se le Ong violano queste prescrizioni si applica al comandante della nave una sanzione amministrativa che va da euro 10.000 a 50.000. La responsabilità solidale si estende all'armatore e al proprietario della nave. Competente all'irrogazione delle sanzioni accertate dagli organi addetti al controllo è il Prefetto della provincia interessata dallo sbarco. 

Viene poi applicato il fermo amministrativo per due mesi della nave. In caso di reiterazione della violazione, si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave e l'organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare. Sono inoltre previste sanzioni che vanno dai 2000 ai 10.000 euro al comandante e all'armatore della nave che "non forniscono le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformano alle indicazioni della medesima autorità".