Il crac negli Stati Uniti

Caso Silicon Valley Bank, torna il sereno sui mercati dopo gli interventi di Biden e Federal Reserve

Wall Steet in netto rialzo, mentre dopo un lunedì nervoso le borse europee riprendono a guadagnare, Milano compresa. Il vice presidente della Commissione europea Dombrovskis: "Non ci aspettiamo ripercussioni". Il presidente Usa: "Il sistema è solido"

Caso Silicon Valley Bank, torna il sereno sui mercati dopo gli interventi di Biden e Federal Reserve
NOAH BERGER / AFP
Silicon Valley Bank, Santa Clara, California, Usa

Ieri, giorno di apertura delle borse dopo il weekend, la finanza statunitense e quella europea sono state alla prese con le conseguenze del tracollo di Silicon Valley Bank, l'istituto di credito californiano specializzato nei depositi di aziende hi-tech, ma dopo un avvio di mattinata difficile, con titoli bancari che crollavano a picco e finivano sospesi dai listini di Wall Street, dall'altra parte dell'Atlantico si è diffuso un cauto ottimismo. Per tutta la giornata sono invece rimaste nervose le borse europee, e in particolare Piazza Affari a Milano, dove tra le società quotate predominano le banche: a fine giornata ha chiuso con il 4% di perdite, mentre nelle altre piazze continentali i ribassi sono rimasti intorno ai due punti percentuali. Oggi la situazione si è normalizzata, con i listini che segnano tutti rialzi attorno al 2%, Milano compresa.

"Stiamo monitorando la situazione" dopo la crisi innescata dal fallimento della Silicon Valley Bank, ha detto oggi il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. "Prendiamo atto della reazione rapida e decisa delle autorità Usa. A livello Ue c'è una presenza molto limitata di Silicon Valley Bank e siamo in contatto con le rilevanti autorità ma non ci aspettiamo ripercussioni". 

La borsa di New York aveva ritrovato il segno ‘+’ già meno di un'ora dopo l'apertura di ieri,  e oggi ha aperto bene: l'indice Dow Jones sale dello 0,89% a 32.103,57 punti, lo S&P 500 guadagna l'1,26% a 3.904,36, il Nasdaq l'1,58% a 11.365,30 punti. I titoli delle banche regionali sono stati protagonisti di rimbalzi a doppia cifra: la First Republic Bank è salita del 55% dopo aver perso ieri il 62%, PacWestBancorp del 40%, Western Alliance Bancorp del 21%.

Mentre, secondo il Wall Street Journal, il Dipartimento di Giustizia e la Sec, la consob americana, hanno avviato le indagini sul fallimento di Silicon Valley Bank, la politica statunitense è impegnata a lanciarsi accuse incrociate sulle responsabilità del tracollo. I repubblicani accusano i democratici, in particolare Trump punta il dito contro le politiche adottate da Svb su diversità e ambiente. Specularmente, i democratici che siedono al congresso se la prendono con la deregulation attuata durante il mandato presidenziale del tycoon, ma anche contro la banca centrale, che non avrebbe adempiuto fino in fondo al suo dovere di supervisione.

È intanto scattata la corsa a trasferire i depositi dalle banche regionali ai grandi istituti come JPMorgan e Citigroup. registra il Financial Times. Le richieste dei consumatori di trasferire fondi stanno inondando le grandi banche, impegnate a cercare di accomodare le richieste velocizzando il processo di apertura di conti correnti. 

Un lunedì di passione

A rassicurare i mercati e far allontanare i rischi di contagio erano stati ieri sia il triplice, pesante intervento del Tesoro Usa, che ha garantito il rimborso dei depositi, della banca centrale Usa (Federal Reserve), che ha rimandato il previsto rialzo dei tassi di interesse, e dell'Agenzia di garanzia dei depositi (Fdic), che ha annunciato l'acquisizione della Svb per metterla all'asta, sia  le parole pronunciate da Joe Biden alla Casa bianca un'ora prima dell'avvio delle contrattazioni. 

Gli americani possono "avere fiducia" nel loro sistema bancario che è "solido", ha detto il presidente, l'amministrazione farà "tutto il necessario" per mantenerlo tale. Ha inoltre annunciato che chiederà al Congresso di legiferare per "rafforzare" la regolamentazione bancaria, inasprita nel 2008 dopo la debacle di Lehman Brothers e poi nuovamente alleggerita durante il mandato di Donald Trump, in modo “da rendere meno probabile che questo tipo di fallimento si ripeta, e proteggere i posti di lavoro americani”. Ha anche sostenuto che i dirigenti delle banche in difficoltà dovrebbero essere licenziati: "Hanno consapevolmente assunto un rischio, quando non ha dato frutti hanno perso i loro soldi".

La priorità, a Washington D.C., è scongiurare il panico sui mercati e la “bank run”, la corsa a ritirare agli sportelli che potrebbe causare grossi danni. La debacle della Svb ha messo in evidenza le fragilità dell'intero sistema bancario statunitense dopo la stretta monetaria della Fed. L'aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti ha spinto i clienti a investire il loro denaro in prodotti finanziari che rendono più dei conti correnti, prosciugando una fonte di liquidità per il settore tecnologico alla ricerca di denaro. L'ondata di prelievi bancari ha messo in ginocchio la scorsa settimana tre banche: Silicon Valley Bank, Signature Bank e Silvergate Bank, una banca più piccola che opera soprattutto con le criptovalute. 

In Germania, l'autorità di vigilanza bancaria Bafin ha assicurato che il fallimento di Svb non è "una minaccia per la stabilità finanziaria" del paese. Anche in Francia il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha dichiarato di non vedere alcun "rischio di contagio". In Italia Giancarlo Giorgetti,  ministro dell'Economia e delle Finanze, "segue con attenzione gli sviluppi delle vicende legate alla Silicon Valley Bank e alle decisioni prese dalle autorità monetarie americane. Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità"

Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha rassicurato: "Non vediamo un rischio specifico di contagio, ovviamente stiamo monitorando la situazione in  stretto contatto con la Banca centrale europea, apprezziamo e prendiamo atto delle iniziative prese dalle autorità americane per evitare un contagio negli Usa. Sottolineiamo che tutte le banche europee, non solo le più grandi, stanno applicando gli standard prudenziali di Basilea". 

L'agenzia France presse ha interpellato diversi analisti internazionali ricavandone un quadro di sostanziale fiducia. “Non siamo nella situazione del 2008, è una crisi molto più circoscritta”, secondo Eric Dor, direttore degli studi economici presso la business school Iéseg, che aggiunge: “Inizialmente le autorità americane erano riluttanti a intervenire e salvare le banche”, ha aggiunto, "poi è entrata in gioco la realtà  e sono state comunque obbligate a fare qualcosa". Per Lionel Melka, socio della società di investimento Swanna, “la situazione si calmerà”, anche grazie alle mosse delle istituzioni Usa. "Le garanzie fornite dalla Fed sono importanti, e hanno aperto uno spiraglio per fornire ulteriore liquidità", ha sottolineato Alexandre Baradez, analista di IG France. Anche nel report odierno società di fintech Ebury si prevede che “tornerà la calma” tra i correntisti delle banche regionali statunitensi e i mercati valutari torneranno a concentrarsi sui dati dell'inflazione e sulle politiche monetarie delle banche centrali". 

Le piccole banche Usa sembrerebbero dunque salve, ma molte non nuoteranno più in acque tranquille e saranno più restie a concedere prestiti. Una stretta del credito potrebbe innescare una recessione dell'economia Usa. E l'Europa? Molto dipende da cosa deciderà questo giovedì la Bce. I mercati ancora si aspettano un rialzo dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale, ma non è scontato che a maggio e a giugno la Bce proseguirà su questa strada.