Più di 500 manifestanti uccisi, tra cui 71 bambini. Più di 19 mila arresti

Iran, l'appello di Amnesty International: "Continuate a sostenerci anche con un lascito solidale"

L'Organizzazione rilancia l'allarme e chiede solidarietà per non lasciare soli le donne e gli uomini che in Iran stanno mettendo a repentaglio la loro stessa vita in nome di un ideale di libertà e di giustizia

Iran, l'appello di Amnesty International: "Continuate a sostenerci anche con un lascito solidale"
Amnesty International
Manifestazione a supporto delle donne iraniane

Nel nome di Mahsa Amini, al grido di Donna, Vita, Libertà, donne e uomini di ogni età e di ogni classe sociale si sono riversati nelle strade, in ogni regione dell’Iran, per dichiarare la loro aperta opposizione a un regime che ogni giorno opprime la sua popolazione con sistematiche discriminazioni di genere e violazioni delle libertà fondamentali. La protesta è divampata ormai dallo scorso settembre e prosegue da allora, nonostante il regime reprima nella violenza e nel sangue ogni forma di dissenso. 

Amnesty International rilancia l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne e agli uomini che in Iran stanno mettendo a repentaglio la loro stessa vita in nome di un ideale di libertà e di giustizia.

I diritti delle donne iraniane calpestati con la violenza 

Secondo il codice penale islamico iraniano, qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza è punito con la reclusione da dieci giorni a due mesi oppure con 74 frustate. Le donne che si mostrano in pubblico senza il velo devono essere punite con una reclusione da dieci giorni a due mesi o col pagamento di una multa in contanti. L’età minima della responsabilità penale per le ragazze in Iran è di nove anni, ma di fatto le autorità impongono il velo obbligatorio alle bimbe sin dall’età di sette, quando iniziano la scuola elementare. Chi non rispetta queste leggi finisce nelle mani della polizia e delle forze paramilitari, che ogni anno arrestano decine di migliaia di donne solo per aver mostrato ciocche di capelli sotto il velo o per aver indossato abiti colorati. In strada le donne iraniane sono regolarmente sottoposte a molestie verbali e aggressioni fisiche da parte della polizia e delle forze paramilitari, anche solo se si fermano a parlare con qualcuno; vengono picchiate con schiaffi, pugni e manganelli e ammanettate.

Le autorità iraniane - spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - hanno ignorato i ripetuti appelli della comunità internazionale ad aprire indagini su tali crimini. Hanno diffuso una narrazione che mette in discussione le morti dei manifestanti, le attribuisce a suicidi, incidenti stradali, avvelenamenti, overdose o cause naturali e definisce coloro che protestano ‘vandali al soldo di potenze nemiche’.  Proprio questo è il momento in cui la solidarietà internazionale risulta cruciale. Amnesty International è impegnata ogni giorno per documentare i crimini commessi dalle autorità iraniane, ma è fondamentale che tutti ci uniamo intorno alla lotta di migliaia di donne e di uomini che stanno rischiando la vita per costruire un futuro di diritti e libertà”.

La campagna lasciti “Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”

Continuare a lottare per sempre per un mondo più giusto, nel quale i diritti umani siamo rispettati, in Iran come nel resto del mondo: è l’invito che Amnesty International rivolge a tutti, attraverso la campagna “Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”. Il lascito solidale è uno strumento di solidarietà concreta che non lede in alcun modo i diritti degli eredi legittimi e che non richiede grandi patrimoni. Per restare indipendente, l’Organizzazione non accetta fondi da governi, istituzioni né grandi aziende, ma vive delle donazioni provenienti da persone comuni. Per questo sottolinea che l’aiuto di ognuno è indispensabile, anche attraverso un lascito solidale.