Blitz del Ros

Arrestata la sorella del boss Matteo Messina Denaro

Accusata di associazione mafiosa: Rosalia, avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura e gestito "cassa" di famiglia e pizzini. Da un appunto nascosto in una sedia, la prima traccia che porta all'arresto del super latitante di mafia

Arrestata la sorella del boss Matteo Messina Denaro
(Ansa)
La sorella di Matteo Messina Denaro Rosalia Messina Denaro detta Rosetta in una foto di archivio

In manette Rosalia, la sorella di Matteo Messina Denaro: avrebbe aiutato il capomafia a tenere i rapporti con i suoi uomini, durante la sua lunga latitanza, gestendo per suo conto la "cassa" di famiglia (il denaro), e la rete di trasmissione dei "pizzini". Rosalia - detta Rosetta - è la maggiore delle quattro sorelle di Messina Denaro, madre di Lorenza Guttadauro, l'avvocato che dal giorno del suo arresto assiste l'ex boss (e moglie di Filippo Guttadauro che ha scontato 14 anni per associazione mafiosa ed è tuttora in carcere).

Ma c'è di più, è da un ritrovamento nella sua abitazione, prima di Natale, che è partita la prima “traccia” che ha portato alla cattura del boss latitante da trent'anni.
 

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Dagli "appunti" nascosti da Rosalia, la cattura del boss
Nell'intercapedine di una sedia un appunto "dettagliato" sulle condizioni di salute del fratello. Lo aveva nascosto Rosalia Denaro ed era stato rinvenuto dai militari mentre, il 6 Dicembre scorso, stavano piazzando delle cimiti nella sua abitazione.
Da quelle righe scritte a penna, il via all'operazione per catturare il boss, mentre stava recandosi in clinica per curare la sua patologia.

La ricostruzione dell'incredibile ritrovamento
Quando i Carabinieri sono entrati in un appartamento di Castelvetrano - "nella disponibilità di Rosalia Messina Denaro" - mentre cercano rovistando nell'abitazione, il posto giusto per nascondere i dispositivi tecnici per le intercettazioni, improvvisamente scoprono un appunto. Era ben nascosto all'interno di una gamba cava di una sedia.

 

Il foglio rimesso al suo posto nel nascondiglio
I Ros lo fotografano, e poi lo rimettono al suo posto (in modo da non insospettire la donna). Qualche ora dopo, la foto viene analizzata dagli inquirenti e si scopre che è un vero e proprio "diario clinico di un malato di cancro": ma a chi si riferisce? - si domandano gli investigatori - nessuno dei familiari di Rosalia, da quanto risulta ai Carabinieri, soffre di patologie oncologiche. Ed allora scatta il sospetto che si tratti del latitante. I militari partono dalle indicazioni dettagliate sulla patologia e dalle date in cui il paziente, del quale ovviamente Rosalia non fa il nome, è stato operato. Attraverso accertamenti effettuati prima al Ministero della Salute e poi su banche dati sanitarie nazionali, arrivano ad identificare un maschio di età compatibile con quella del latitante che si è sottoposto agli stessi interventi chirurgici indicati nell'appunto. 

La figura di Bonafede
Si tratta di un geometra di Campobello di Mazara e nipote del boss locale, Andrea Bonafede: ma i tabulati telefonici dimostrano, però, che il geometra non può essere il paziente oncologico di cui si parla nel pizzino, perché nei giorni in cui il malato subiva le operazioni, una a Mazara del Vallo l'altra a Palermo, Bonafede si trovava a casa sua a Campobello.

Tutti gli indizi portano al Super latitante
Gli indizi a quel punto conducono tutti a Messina Denaro: l'analisi della cartella sanitaria digitale porta gli inquirenti alla visita prenotata a nome Bonafede alla clinica "La Maddalena". 
Era il 16 Gennaio scorso: alle 9.15, scatta il blitz che mette fine alla trentennale latitanza del padrino di Castelvetrano. 
 

L'operazione che ha portato all'arresto di Rosalia Messina Denaro è stata condotta dal Ros, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sicilia. 
In corso decine di perquisizioni nella provincia di Trapani.

La misura cautelare disposta dal Giudice per le indagini preliminari, Alfredo Montalto.