La scheda

Trump incriminato, da Stormy Daniels a Michael Cohen: i protagonisti della vicenda

L'ex pornostar, il faccendiere e il procuratore, volti e storie dei personaggi coinvolti nel caso che vede l'ex presidente degli Stati Uniti incriminato con oltre 30 capi d'accusa

Trump incriminato, da Stormy Daniels a Michael Cohen: i protagonisti della vicenda
Ap Photo
Stormy Daniels, Michael Cohen e Alvin Bragg

Donald Trump sarà il primo presidente della storia americana ad affrontare un processo penale. Il Gran Giurì di Manhattan lo ha incriminato per il pagamento in nero di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per farla tacere sulla loro relazione. Sono oltre 30 i capi d'accusa che vengono contestati all'ex presidente che ha definito la vicenda "una persecuzione politica e una interferenza elettorale, una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden". 

Il tycoon dovrebbe consegnarsi martedì per la formalizzazione delle accuse a suo carico. In una dichiarazione, gli avvocati di Trump, Susan Necheles e Joseph Tacopina, hanno ribadito che l'ex presidente "non ha commesso alcun crimine. Combatteremo vigorosamente questo procedimento politico in tribunale".

Manifestanti davanti al tribunale di Manhattan Getty
Manifestanti davanti al tribunale di Manhattan

Il caso e i protagonisti

Il caso che vede coinvolto Donald Trump riguarda il pagamento di 130 mila dollari in nero, avvenuto nel 2016, in piena campagna presidenziale, per comprare il silenzio della porno star Stormy Daniels, che aveva minacciato di rivelare di aver fatto sesso nel 2006 con il tycoon, in occasione di un torneo di golf. La donna aveva contattato, con il suo agente, nell'ottobre 2016, il direttore di un magazine, Enquirer, offrendogli la storia in cambio di soldi. Venne coinvolto l'avvocato di Trump, Michael Cohen, che anticipo' di tasca propria 130 mila dollari per evitare che la storia emergesse. Trump poi vinse le elezioni e, una volta entrato alla Casa Bianca, versò i soldi sul conto dell'avvocato. Il tycoon ha sempre detto che si trattava del pagamento di un onorario e non per il caso della donna.

Dall'ex pornostar Stormy Daniels all'ex legale di Trump Michael Cohen: chi sono i personaggi coinvolti nella vicenda?  

Stormy Daniels

Stormy Daniels Getty
Stormy Daniels

Il suo vero nome è Stephany Gregory, 44 anni, di Baton Rouge, Louisiana. Repubblicana, attrice per cinque anni in film per adulti, poi regista. Il nome d'arte è un omaggio a Stormy, il nome della figlia del chitarrista dei Motley Crue, band heavy metal californiana degli anni '80, e alla marca di whisky Jack Daniels. 

La donna ha raccontato di aver conosciuto Trump quando lei aveva 27 anni e lui 60, nel corso di un torneo di golf in Nevada. Secondo il suo racconto, Trump le avrebbe detto che gli ricordava la figlia Ivanka, e che le avrebbe offerto una parte nella serie tv "The apprentice". La sera avrebbero fatto sesso, un incontro durato pochi minuti. Il tycoon ha sempre negato. Quando nel 2011 Trump annunciò una sua prima candidatura, lei provò a vendere la storia a un magazine, ma l'avvocato del tycoon, Cohen, minacciò di fare causa e il magazine cancellò tutto. Nel 2016 Stormy ci ha riprovato. Poi ha raccontato tutto nel 2018. Cohen, messo sotto processo, è stato condannato a tre anni di carcere per il pagamento in nero alla donna e per aver mentito al Congresso. 

Karen McDougal

Karen McDougal Getty
Karen McDougal

Ex modella di Playboy, Karen McDougal ha dichiarato di aver avuto una relazione di 10 mesi con Trump a metà degli anni 2000. È stata pagata 150.000 dollari nel 2016 dall'Enquirer per i diritti sulla sua storia che non è mai stata pubblicata. Ha dichiarato di aver avuto un primo approccio con l'ex presidente nel 2006 e di aver continuato la relazione per circa 10 mesi fino all'aprile 2007 quando ha interrotto i contatti perché si sentiva in colpa.

Alvin Bragg

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Alvin Bragg

Nato a Central Harlem, il quartiere nero di New York, ha studiato ad Harvard: è il procuratore distrettuale di Manhattan dallo scorso anno, il primo afroamericano in carica. Ha dedicato anni in difesa dei diritti civili, al punto da essere stato finanziato nella sua campagna per diventare procuratore dal filantropo George Soros, che mise mezzo milione di dollari. Soros finanzia tutti i candidati che si battono contro le carcerazioni di massa. Entrato alla procura nel 2007, Bragg è diventato nel gennaio 2021 capo di quella del distretto sud di Manhattan. Quarantanove anni, democratico e liberal, ha seguito diversi casi di grande risonanza, tra cui l'inchiesta sul produttore cinematografico, Harvey Weinstein, che è stato poi condannato a 23 anni per crimini sessuali. 

Dopo iniziali titubanze, ha ripreso in mano il caso Trump-Stormy. Gli uomini dell'ex presidente lo accusano di essere pagato da Soros, il finanziere filantropo, super-donatore dei Democratici che ha fatto sapere con una nota di non averlo mai incontrato. Nei giorni scorsi, dopo che Trump la scorsa settimana aveva preannunciato la sua incriminazione, minacciando fuoco e fiamme, il procuratore ha ricevuto una lettere contenente polvere da sparo e un biglietto con il messaggio dattiloscritto "ALVIN, TI UCCIDERO'....

Il Gran giurì

E' una giuria formata da ventitre' cittadini estratti a sorte e che decidono se le prove raccolte dalla procura sono sufficienti per portare una persona a processo. Per incriminare una persona serve la maggioranza dei voti. 

Michael Cohen

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Michael Cohen

Da “faccendiere” di Trump a suo principale accusatore. Michael Cohen, avvocato,  ha lavorato per la Trump Organization dal 2006 al 2017. Una volta dichiarò con orgoglio che avrebbe "preso una pallottola" per il suo capo. Verso la fine della campagna presidenziale del 2016, Cohen ha ammesso di avere pagato alla Daniels 130mila dollari per assicurarsi il suo silenzio su un presunto incontro sessuale avuto con Trump nel 2006. Sarebbe poi stato rimborsato dalla società di Trump, la Trump Organization, che ha anche premiato l'avvocato con bonus e pagamenti extra registrati internamente come spese legali. 

Per diversi mesi, riferì Cohen, la società gli ha pagato 420mila dollari. All'inizio del 2016, Cohen aveva anche disposto che l'editore del tabloid National Enquirer pagasse 150mila dollari alla modella di Playboy Karen McDougal per non pubblicare la storia su una sua presunta relazione Trump. Una pratica giornalistrica nota negli Usa come, "catch-and-kill". 

I pagamenti alle due donne avevano lo scopo di garantirsi il loro silenzio, ma si sono quasi immediatamente rivelati un boomerang, quando i dettagli degli accordi sono trapelati ai media. I pubblici ministeri federali di New York hanno quindi accusato Cohen nel 2018 di aver violato le leggi federali sul finanziamento delle campagne elettorali, sostenendo che i pagamenti costituivano un aiuto illecito alla campagna presidenziale di Trump. Cohen si è dichiarato colpevole delle accuse e del reato di evasione fiscale e ha scontato una pena detentiva in un carcere federale.