La riapertura del caso

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro convocato in Vaticano: "Dovremmo verbalizzare qualcosa"

Risale a gennaio di quest'anno la decisione del promotore di giustizia vaticano di riaprire le indagini sulla ragazza scomparsa 40 anni fa

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro convocato in Vaticano: "Dovremmo verbalizzare qualcosa"
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Pietro Orlandi, fratello di Emanuela

"Dopo Pasqua dovremmo andare a verbalizzare qualcosa". Lo ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa quarant'anni fa, riferendo di essere stato convocato dal Promotore di Giustizia vaticano che sta svolgendo una nuova indagine sul caso. Pietro Orlandi lo ha riferito intervenendo a 'Di martedì' su La7.

Risale a gennaio di quest'anno la decisione del Vaticano di riaprire le indagini su una vicenda che ha scosso la Santa Sede e le sue massime istituzioni, in un percorso giudiziario e investigativo che ha sfiorato ipotesi inquietanti di ogni tipo.

L'obiettivo degli inquirenti è quello di scandagliare di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative, le testimonianze. Un lavoro a 360 gradi per non lasciare nulla di intentato, per provare a chiarire ombre e interrogativi di ogni genere, e mettere definitivamente la parola fine anche alle più incredibili illazioni.

L'iniziativa della magistratura vaticana si muove nel solco della ricerca della verità e della trasparenza a tutti costi voluta da Papa Francesco, e per quanto riguarda l'affaire Orlandi si inserisce sulla scia dell'attenzione mostrata al caso da altri pontefici, a partire da Giovanni Paolo II (fu il primo, nel suo appello durante l'Angelus, a ufficializzare l'ipotesi del sequestro).