Aveva 86 anni

Addio a Silvio Berlusconi, una storia italiana lunga sei decenni

Imprenditore edile negli anni '60, poi padre della tv privata nazionale, nel 1994 la fondazione di Forza Italia e la "discesa in campo", che lo porterà al governo per 3339 giorni, un record. Al centro della scena politica per trent'anni, è morto oggi

Addio a Silvio Berlusconi, una storia italiana lunga sei decenni
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Silvio Berlusconi quando era presidente del Consiglio, nel 2011

Ogni storia, anche la più incredibile, ha una fine. E il momento in cui tutto finisce va raccontato. Le celebrazioni e le condanne vanno lasciate ad apologeti e detrattori. A noi giornalisti spetta il dovere di limitarsi alla cronaca, anche nel caso delle storie incredibili. Quella di Silvio Berlusconi, senza ombra di dubbio, lo è stata.

Soprattutto perché è stato il presidente del Consiglio più a lungo in carica della storia repubblicana (3339 giorni). Più di Andreotti, De Gasperi, Moro, Craxi (a cui si ispirò fin dalla sua “discesa in campo”). Ma è stato, allo stesso tempo, anche il politico più controverso, più osteggiato, più criticato, più discusso. E, da metà degli italiani, più amato. Silvio Berlusconi, il Cavaliere per antonomasia, si è spento stamane, alle 9.30, all'ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da venerdì.

Una vita, la sua, impossibile da racchiudere in giudizi definitivi, elencando le tante imprese – politiche e non – di cui si è reso protagonista. I problemi di salute, che hanno cominciato ad affaticarlo molti anni fa, sono sempre stati il contrappunto di continue rinascite, di inattese resurrezioni. Di sistematici ritorni. Il tumore alla prostata, i bypass, l’uveite, il Covid, la polmonite, la leucemia: Silvio Berlusconi ha combattuto molte battaglie. Forse, le più difficili sono state proprio quelle contro la malattia, il decadimento fisico, il tempo che passa inesorabile e fa invecchiare. E avvicina sempre di più alla morte; che alla fine, anche per lui, è sopraggiunta oggi.

Chi lo ha sostenuto, votato, elogiato; chi ha condiviso la sua azione politica, i suoi progetti di governo del Paese; chi ha creduto alle sue promesse, chi si è identificato nel “miracolo italiano” che aveva assicurato fondando Forza Italia, ora piange l’uomo di governo, lo statista, il protagonista indiscusso di trent’anni di storia nazionale, non solo politica. Chi invece lo ha criticato, chi non ha mai messo una croce sul simbolo di FI e sul suo nome nel segreto dell’urna, ora forse potrà riflettere su come si è evoluta la sua figura di dominus della scena politica italiana per almeno due decenni.

Una figura, la sua, di certo divisiva: impossibile restare indifferenti ai tanti volti che nel corso del tempo ha offerto a elettori e cittadini. O lo si amava o lo si odiava. Soprattutto nel pieno della stagione del Berlusconismo, termine entrato nei vocabolari e nelle enciclopedie per indicare una fase della storia d’Italia, dove politica, spirito del tempo, atteggiamenti, cultura e tanto altro ancora si sono mescolati insieme. Insomma, il Berlusconismo come epoca di governo. Anzi, dei suoi governi, delle sue vittorie e delle sue cadute. Indimenticabili, le feroci le battaglie con le opposizioni, dentro e fuori le aule parlamentari: sulla giustizia, sul falso in bilancio, sul sistema radiotelevisivo, sulla scuola, sulle migrazioni, sulla riforma costituzionale (bocciata dal referendum del 2006).

Silvio Berlusconi in un'immagine recente Afp forum
Silvio Berlusconi in un'immagine recente

Una vita di successi

Nato a Milano il 29 settembre 1936, dopo una laurea in Giurisprudenza, brevi esperienze da cabarettista sulle navi da crociera, e altrettanto brevi e trascurabili attività commerciali, fonda nel 1963 la Edilnord, una società di costruzioni che si occupa di realizzare edifici condominiali a Brugherio e poi a Segrate, dove sorgerà Milano 2. Per tutti gli anni Settanta prosegue l’attività imprenditoriale attraverso nuove società per azioni. Nel 1977 viene nominato Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Un anno prima aveva rilevato Telemilano, piccola tv via cavo, che nel 1978 prende il nome di Canale 5; in quello stesso anno fonda la Fininvest, una holding (società capogruppo) che raccoglie le attività avviate sino a quel momento e il relativo comparto azionario. Nel 1982 acquista Italia 1 e nell’84 Rete 4, creando un polo televisivo privato concorrente della tv di Stato. In seguito a una lunga battaglia che coinvolge magistratura e politica (per ottenere il diritto a trasmettere, a livello nazionale, dalle sue emittenti), con la legge Mammì del 1990 nasce ufficialmente il duopolio televisivo. Nel frattempo, Berlusconi ha allargato il proprio business ai settori dello sport (il Milan, che in 30 anni vinse otto scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe Uefa e un mondiale per club), dell’editoria (la Mondadori e altre società editrici minori, oltre al Giornale di Montanelli), della grande distribuzione e delle assicurazioni (Mediolanum).

Berlusconi festeggia con il Milan la vittoria della Coppa dei Campioni 1989 Archivio storico LaPresse
Berlusconi festeggia con il Milan la vittoria della Coppa dei Campioni 1989

Iscritto alla Loggia massonica P2, il primo contatto di Silvio Berlusconi con la politica avviene grazie al Partito socialista: il governo guidato da Bettino Craxi, con due distinti decreti, gli aveva consentito di continuare a trasmettere in differita sulle sue televisioni. Nel 1993 si pronuncia per una vittoria alle comunali di Roma del candidato dell’Msi Gianfranco Fini. Con il futuro leader di Alleanza Nazionale sarà idillio per quindici anni, salvo poi rompere in diretta tv nel 2010, quando l'ex presidente della Camera decide di creare Futuro e Libertà e uscire dal PdL (Il Popolo della Libertà).

Il celebre scontro tra Berlusconi e Fini nel 2010 lapresse
Il celebre scontro tra Berlusconi e Fini nel 2010

La discesa in campo e i governi

Il 26 gennaio 1994, mentre un'intera classe politica sta per essere travolta da Tangentopoli, annuncia con un celebre messaggio tv la sua decisione di “scendere in campo”, fondando un nuovo partito, Forza Italia, con cui correre alle elezioni politiche.

L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare. Per poter compiere questa nuova scelta di vita, ho rassegnato oggi stesso le mie dimissioni da ogni carica sociale nel gruppo che ho fondato. Rinuncio dunque al mio ruolo di editore e di imprenditore per mettere la mia esperienza e tutto il mio impegno a disposizione di una battaglia in cui credo con assoluta convinzione e con la più grande fermezza. […]

La storia d’Italia è ad una svolta. Da imprenditore, da cittadino e, ora, da cittadino che scende in campo, senza nessuna timidezza ma con la determinazione e la serenità che la vita mi ha insegnato, vi dico che è possibile farla finita con una politica di chiacchiere incomprensibili, di stupide baruffe e di politica senza mestiere. Vi dico che è possibile realizzare insieme un grande sogno: quello di un’Italia più giusta, più generosa verso chi ha bisogno, più prospera e serena, più moderna ed efficiente protagonista in Europa e nel mondo. Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano.

Silvio Berlusconi, 26 gennaio 1994

La discesa in campo di Berlusconi Silvio Berlusconi
La discesa in campo di Berlusconi

Il successivo 27 marzo 1994 la coalizione guidata da Berlusconi (che raccoglie la Lega Nord di Umberto Bossi e il Movimento sociale di Gianfranco Fini) ottiene la maggioranza relativa in Parlamento (oltre il 42%). Cosa che gli consente di formare il suo primo governo. L'esecutivo dura però solo fino all'autunno successivo, quando il Carroccio decide di negargli l'appoggio.

Sconfitto nel 1996 dall'Ulivo di Romano Prodi, torna a vincere le elezioni politiche nel 2001 (resterà negli annali il famigerato “contratto con gli italiani”, stipulato nel salotto televisivo di Bruno Vespa). In quella campagna elettorale, Forza Italia aveva mandato a tutti gli italiani “Una storia italiana”, un opuscolo che raccontava con testi e fotografie i suoi primi 65 anni di vita.

Berlusconi firma a “Porta a Porta” il “contratto con gli italiani" Rai
Berlusconi firma a “Porta a Porta” il “contratto con gli italiani"

Resta presidente del Consiglio per cinque anni, nonostante una crisi di governo nel 2005 al termine della quale ottiene un nuovo incarico, il terzo. Nel 2006 perde per la seconda volta contro Prodi, ma il governo di centrosinistra dura solo due anni e nel 2008 si torna alle urne. Non si presenta con il simbolo di Forza Italia ma con quello del Popolo della Libertà, dentro il quale confluisce anche Alleanza nazionale di Fini. Il centrodestra è di nuovo vittorioso e Berlusconi rientra a Palazzo Chigi per il suo quarto gabinetto, segnato dalle conseguenze della crisi bancaria globale sull'economia italiana, dall'impennata dello spread, ma anche dallo scandalo mondiale destato dalle notizie sulle serate a luci rosse nella sua residenza romana, diventate note come bunga bunga. Uno scandalo che ne appanna la leadership ma che, nonostante i procedimenti giudiziari, non ha avuto conseguenze penali definitive.

Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio nel 2008 gettyimages
Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio nel 2008

La caduta: il ferimento, le risate, la condanna, la decadenza

Il 13 dicembre 2009 a Milano viene ferito al volto da una statuetta del Duomo: l'uomo che la scagliò, l'allora 42enne Massimo Tartaglia, sarà poi giudicato incapace di intendere e di volere.

Il 23 ottobre 2011 Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, ai tempi cancelliera tedesca a presidente francese, commentano con risate sprezzanti la domanda di un cronista: “Berlusconi vi ha rassicurato?”. I due accennano un sorriso, gesto che per la stampa sancisce la fine della credibilità internazionale di Berlusconi. Poche settimane dopo perderà la maggioranza parlamentare, già minata da fuoriuscite e scissioni, e si dimetterà il 12 novembre 2011.

Silvio Berlusconi aggredito a Milano, colpito al volto con una statuetta Rainews
Silvio Berlusconi aggredito a Milano, colpito al volto con una statuetta

Nel 2013 schiera il Popolo delle libertà nel governo di larghe intese guidato da Enrico Letta, ma l'esperienza dura poco. Ad agosto viene condannato in via definitiva per frode fiscale, nell'unico degli oltre 20 procedimenti giudiziari a suo carico a non concludersi con un'archiviazione, un proscioglimento o un'assoluzione. Il 19 ottobre la Corte d'appello di Milano fissa a due anni la conseguente interdizione dai pubblici uffici. Il 16 novembre il Popolo della Libertà cessa la sua attività e dalle ceneri rinasce Forza Italia. Intanto, il 27 novembre l'aula di Palazzo Madama approva la sua decadenza da senatore. Il giorno precedente Forza Italia aveva votato contro la legge di Stabilità, sfilandosi dalla maggioranza di governo.

Berlusconi sconterà la pena ai servizi sociali. Tornato candidabile nel 2019, entra per la prima volta nel Parlamento europeo. L'anno precedente aveva acquistato la squadra di calcio del Monza, pochi mesi dopo aver venduto l'AC Milan che possedeva da 30 anni.

Berlusconi al Quirinale, lo scorso 21 ottobre ansa
Berlusconi al Quirinale, lo scorso 21 ottobre

Nel gennaio 2022, irritualmente, si auto-candida al Quirinale, ma non riesce a coagulare i voti necessari ed è costretto a rinunciare. Alle elezioni del 25 settembre successivo viene rieletto in Senato, rientrandovi un mese dopo, a nove anni dal voto che lo aveva fatto decadere.

 

Gli amori, i figli, le fidanzate

Silvio Berlusconi ha avuto due mogli. Con Carla Dall'Oglio, sposata nel 1965, ebbe i figli Marina (1966) e Pier Silvio (1969), poi alle redini del suo impero d’affari. Divorzierà nel 1985 per sposare cinque anni dopo l'attrice Veronica Lario, nome d'arte di Miriam Bartolini. Tra i testimoni di nozze, l'ex presidente del Consiglio Bettino Craxi. Alla data del matrimonio erano già nati i tre figli della coppia: Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988). Divorzierà nuovamente nel 2014, dopo lo scandalo delle “olgettine” e della presunta amante del Cavaliere, Noemi Letizia; il tutto, liquidato dalla stessa Lario come “ciarpame politico” in una celebre lettera inviata al quotidiano La Repubblica, il giornale che aveva condotto la battaglia più forte nei confronti di Berlusconi e della sua politica.

Ed è proprio la dimensione privata, sentimentale, se si vuole affettiva, il grande “privato” che, grazie allo stesso Berlusconi, per il suo modo d’intendere il ruolo e la carica, diventa “pubblico”; funzionale al suo successo di uomo di governo e delle istituzioni. Un premier che espone la sua vita, i suoi amori, le sue mogli e fidanzate sulla scena pubblica, impossibile da separare dalla sfera più intima. Anche dopo la separazione da Veronica Lario, infatti, Berlusconi ha continuato a fare politica anche nel ruolo di “compagno”: prima di Francesca Pascale, showgirl napoletana e supporter della prima ora del Cavaliere, cui è stato legato per circa nove anni; e poi con Marta Fascina, sua attuale fidanzata, sposata con un rito simbolico e senza valore legale nel marzo 2022.

 

Un personaggio inafferrabile

Berlusconi è stato una personalità poliedrica, inafferrabile, impossibile da racchiudere in una definizione. La spregiudicatezza, l’istrionismo, la volgarità, i commenti sprezzanti, le offese, le gaffes, gli attacchi e le aggressioni verbali (come quando a Schulz diede del “kapò” al Parlamento europeo; o come quando liquidava qualsiasi oppositore come “comunista”). Ma anche le battute (per molti, di pessimo gusto), le barzellette (per molti, non tutte divertenti, in quanto alcune contenevano anche bestemmie), il savoir-faire (per molti, solo uno stile mellifluo e lussurioso), la galanteria (per molti, la misoginia), l’atteggiamento tronfio (per molti, tracotante), le tante promesse roboanti (“Sconfiggeremo il cancro”, “Un milione di posti di lavoro”, il ponte sullo stretto). Insomma, di Berlusconi si è detto, scritto, filmato, raccontato in mille forme. Dai documentari ai libri, dai film (Il caimano di Nanni Moretti, 2006, e Loro di Paolo Sorrentino, 2018) alle opere d’arte, il Cavaliere ha ispirato artisti, registi, scrittori, attivisti

Più di tutto, sono le vicende giudiziarie, i processi, i rinvii a giudizio e le accuse di associazione mafiosa (per i rapporti con Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano, ospitato come “stalliere” nella sua villa di Arcore) ad aver pesato sulla sua parabola politica. Così come le accuse di corruzione e falso in bilancio, lui che le ha sempre definite un attacco premeditato, per farlo fuori politicamente, da parte della magistratura (dove erano prevalenti le “toghe rosse”).

E poi, il conflitto di interessi, le leggi ad personam (per depenalizzare il falso in bilancio e accorciare i tempi della prescrizione), le censure e le epurazioni di giornalisti scomodi (“l’editto bulgaro” contro Biagi, Santoro e Luttazzi). Ogni elenco, come questo, in cui si volessero elencare gli aspetti controversi della vita pubblica e privata di Silvio Berlusconi, sarebbe per forza di cose incompleto.

Ma ora che il Cavaliere non c’è più – quante volte, nei commenti politici o in semplici conversazioni private, si è ripetuto che questo momento non sarebbe mai arrivato, che Berlusconi aveva dimostrato di poter rinascere sempre, di superare ogni battaglia, di “risorgere” puntualmente – si potrà finalmente godere di quel distacco necessario, che solo il tempo porta con sé, per esprimere giudizi storici sul personaggio, per quanto analisi puntuali, accurate e imparziali siano già state condotte (tanto per citare un titolo, Il berlusconismo nella storia d'Italia di Giovanni Orsina, Marsilio Editori, 2013).