Per il Lecce di mister Baroni appariva una sfida piuttosto ardua: per centrare la salvezza con una giornata di anticipo avrebbe dovuto conquistare il bottino pieno in terra brianzola. Un pareggio, infatti, avrebbe rinviato il discorso all'ultimo atto, al Via del Mare, contro il Bologna. Una sconfitta avrebbe dato corpo - chiaramente - ai peggiori incubi, con Spezia e Verona pronte a vendere cara la pelle negli ultimi 90 minuti per salvarsi ai danni dei giallorossi. Ma il Monza di Palladino era in striscia positiva da ben otto giornate, un ruolino di marcia da compagine con mire europee. Epilogo: quella che per i salentini sembrava una mezza impresa è diventata realtà grazie ad una squadra capace di sfoderare gli artigli nell'ultimissimo scampolo di match. Per i giallorossi è salvezza.
La partita. La contesa inizia con una lunga fase di possesso palla da parte dei padroni di casa, il Lecce aspetta per ripartire.
Squadre molto compassate e ritmi bassi, sembrerebbe la tipica partita di fine stagione, ma per i salentini è un match fondamentale. Giallorossi che in qualche occasione provano a ripartire in velocità grazie alle sgasate di Banda. Al terzo minuto prima azione offensiva della partita per il Monza con Caprari che si libera con un tunnel di una marcatura per servire all'interno dell'area Petagna, il quale impiega troppo tempo per tirare e consente il recupero di Blin, che poi subisce fallo da Mota.
Il match non cambia, le squadre giocano ad un bassissimo ritmo, al 16' è il Lecce che ha una clamorosa occasione: sbaglia in uscita il Monza con Marì che consegna a Banda. L'attaccante zamniano entra in area in velocità per servire a Strefezza un rigore in movimento: il numero 27 calcia a botta sicura ma la difesa biancorossa respinge. A quel punto ci prova Askildsen che con il mancino calcia in curva. Al 36' lancio lungo in direzione di Dany Mota con Falcone costretto a uscire lateralmente dall'area e a spazzare: nello slancio viene colpito dal giocatore del Monza e Doveri assegna un calcio di punizione al Lecce. Dopo un paio di azioni, Banda prova a dare una scossa alla partita portando palla da metà campo fino all'area di rigore, sterzando poi sul destro e provando la conclusione, ma viene murato dalla difesa brianzola. Dopo due minuti di recupero l'arbitro Doveri manda tutti negli spogliatoi.
Getty Nella seconda frazione nuovi ingressi in campo per il Monza: dentro Sensi e Birindelli, il primo si posiziona centralmente al posto di Rovella, Birindelli si allarga a destra, mentre Ciurria avanza sulla trequarti e Mota diventa la punta centrale. Tra il 54' e il 56' l'arbitro tira fuori il cartellino giallo, il primo è per lo stesso Sensi dopo aver fermato con la mano una ripartenza guidata da Ceesay. Ammonizione anche per Banda che ferma Pessina al limite dell'area con un fallo da dietro. Il caldo soffocante "costringe" gli allenatori a cambiare tra il 61' e il 64': entra Christian Gytkjær, esce Gianluca Caprari; in Samuele Vignato, out Dany Mota Carvalho per il Monza, Il Lecce fa entrare Di Francesco e Morten Hjulmand, in sostituzione di Strefezza e Askildsen.
La partita cambia faccia negli ultimi minuti 10 minuti di gioco, Baschirotto travolge in area Colpani: l'arbitro Doveri, dopo il controllo Var, assegna il calcio di rigore a favore dei brianzoli. Gytkjær si porta sul dischetto per battere il rigore ma fallisce, ipnotizzato dall'estremo difensore giallorosso Falcone. Da quel momento la partita cambia. In pieno recupero, al 99', e sempre dopo il verdetto del Var, viene assegnato un penalty ma stavolta ai giallorossi. A determinarlo, un fallo di mano dello stesso Gytkjær. Tutta la panchina del Lecce è in fibrillazione, l'allenatore giallorosso non osa guardare la battuta dagli undici metri. Colombo sul dischetto, fa partire un rasoterra centrale che si insacca garantendo la salvezza. Che fa esplodere di gioia squadra e tifosi dando il la alla partenza dei caroselli nel capoluogo salentino. Giallorossi a quota 36 punti. I brianzoli restano a 52. Giornata no per la squadra di Palladino, ma il campionato dei lombardi è stato pressoché impeccabile.
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