Medio Oriente in fiamme

Gaza, si tratta per un cessate il fuoco

In tre giorni centinaia di lanci dalla Striscia verso Israele, bombardamenti continui su Gaza. Almeno 28 palestinesi uccisi, inclusi donne e bambini, un morto in Israele. Dall'alba le armi sembrano tacere

Dopo tre giorni di combattimenti c'è una debole speranza di un cessate il fuoco che sta prendendo forma tra Israele e la Striscia di Gaza. La Jihad non ha più lanciato razzi da ieri sera, mentre l'esercito di Tel Aviv afferma di aver compiuto attacchi nella notte, ma di averli fermati dalle prime ore dell'alba. Lo riporta The Times of Israel. Il portavoce militare, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha confermato ai giornalisti che sono in corso colloqui per un cessate il fuoco: "Ci sono contatti da più di un giorno. Non li commentiamo".

Nonostante i tentativi di mediare la tregua, ieri sono continuati i lanci di razzi da Gaza sul sud di Israele e i bombardamenti dell'aviazione israeliana contro l'enclave palestinese. 

Il bilancio, parziale e provvisorio, conta 29 morti. 28 sono palestinesi, e oltre ai miliziani della Jihad Islamica presi di mira dalle armi israeliane includono donne e bambini. 
Ma ieri sera si è registrata anche la prima vittima israeliana, un uomo ucciso da un razzo lanciato da Gaza e caduto su un palazzo a Rehovot, circa 30 km a sud di Tel Aviv. Qui i feriti sono 5, nel resto di Israele sono 9.

 

Secondo i dati diffusi ieri dalle autorità militari israeliane, sono stati lanciati 547 razzi da Gaza verso Israele. Di questi, un quinto è ricaduto all'interno della Striscia. 394 sono entrati in territorio israeliano e di questi 175 sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea Iron Dome.

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha dato istruzioni di preparare “una serie di ulteriori operazioni” sulla Striscia e di essere pronti ad altri lanci. 

I comandanti militari della Jihad sono l'obiettivo dichiarato dall'esercito, in quanto ritenuti responsabili dei razzi sparati su Israele nei giorni scorsi dopo la morte in carcere, in sciopero della fame, di un militante palesinese, Khader Adnan. L'esercito ha riferito di aver colpito finora 166 obiettivi. 

Ad ammettere il fallimento per ora della mediazione per un cessate il fuoco è stato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry. "I nostri sforzi - ha detto mentre una delegazione egiziana partica per Israele - non hanno dato i risultati sperati". Punto di dissenso, secondo quanto riportano i media, sono le richieste della Jihad ad Israele: tra queste la fine degli attacchi ai comandanti militari della fazione e la restituzione del corpo di Adnan.

Il segretario dell'Onu Antonio Guterres ha esortato le parti "ad adoperarsi per fermare immediatamente le ostilità". Anche il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha chiesto "un immediato cessate il fuoco che ponga fine alle operazioni militari israeliane a Gaza e al lancio di razzi contro Israele, che è inaccettabile". 

Le immagini video mostrano i segni di una distruzione indiscriminata: morti, feriti, case distrutte, famiglie tra le macerie. Le fragili strutture sanitarie di questa piccola enclave palestinese completamente sigillata nei suoi confini lavorano al massimo della capacità per soccorrere le vittime.

 

“La gran parte delle vittime sono donne e bambini”, dice all'agenzia Fides padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa cattolica della Sacra Famiglia. 

“A Gaza - ricorda il sacerdote - due milioni e 300 mila persone vivono rinchiuse in 350 chilometri quadrati. Il popolo palestinese, tra Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, raccoglie sei milioni di persone. E' impossibile che non si trovi una soluzione per sei milioni di persone che non hanno uno status”.

Fuori da Gaza, almeno 107 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est dall'inizio dell'anno. Almeno 20 persone sono morte nel corso di attacchi palestinesi contro cittadini israeliani.

Intanto, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha lanciato un appello ai Paesi musulmani perché sostengano la Palestina contro Israele. “I principali obiettivi” dei raid di Israele “sono stati aree residenziali che hanno causato 25 martiri e decine di vittime, soprattutto donne e bambini”, afferma Kanani, aggiungendo che “il martirio di alcuni comandanti della resistenza non impedirà una risposta contro il regime occupante”.