Il cruciale voto di oggi in Turchia. Viaggio nei villaggi tra le montagne del Kurdistan turco

Non ovunque, nel Kurdistan turco, gli elettori sono dalla parte di Kemal Kiricdaroglu, l'uomo che ha riunito le opposizioni e già stasera, al primo turno, potrebbe essere il nuovo presidente della Turchia

Il cruciale voto di oggi in Turchia. Viaggio nei villaggi tra le montagne del Kurdistan turco
Rainews
Seggi Kurdistan

I curdi sanno che il voto di oggi è l'occasione per rilanciare la loro autonomia e porre un freno alla repressione della minoranza. Ma non ovunque, nel Kurdistan turco, gli elettori sono dalla parte di Kemal Kiricdaroglu, l'uomo che ha riunito le opposizioni e già stasera, al primo turno, potrebbe essere il nuovo presidente della Turchia. Gruppi di osservatori indipendenti, non collegati con l'Osce, sono arrivati da molti paesi europei, parlamentari, sindacalisti, giornalisti. Il viaggio da Diyarbakir verso le montagne del Kurdistan è con loro. Insieme a noi un avvocato, esperto di diritti umani, molto cauto in ogni situazione. 


Prima tappa a Ergan, cittadina industriale. Nella scuola dove sono allestiti i seggi, prima di entrare, controllo dei passaporti e degli accrediti stampa laboriosamente ottenuti in Italia. E permesso di riprendere nei corridoi affollati di elettori, uomini e tante donne, vestite all'occidentale o con gli abiti lunghi della tradizione, tante le famiglie, tantissimi i bambini. 


Il Kurdistan conferma la tradizionale massiccia adesione al voto di tutto il paese che si attesta sempre oltre l'80 per cento di votanti. La gente sorride, si ferma volentieri a parlare, conferma che alle elezioni c'è sempre la fila ai seggi. Gli agenti di polizia, passati i controllil, sono sorridenti e rilassati. Molto meno a Cermik seconda tappa del giro, feudo di curdi nazionalisti sostenitori di Erdogan. Controlli più serrati ma poi, anche se accompagnati, i giornalisti possono girare video, guardare, chiedere. Gli osservatori internazionali non rilevano, né qui, né altrove, nulla di anomalo nel voto: urne trasparenti piene di schede. Il timore dei brogli è forte. Così come quello della tensione che potrebbe scaturire dalla sconfitta di Erdogan. In gran parte del Kurdistan, la possibilità che sia lui a vincere non si affaccia nemmeno.


All'uscita dal seggio una donna con abiti occidentali dice convinta: "Voto per Erdogan, voterò sempre per lui!" Ci sono moltissime donne affascinate da lui. Le casalinghe, grande serbatoio di voti per il Presidente, temono che la vittoria di Kiricdaroglu le costringerà a levarsi il velo. 
 

Man mano che saliamo verso le montagne, tra paesaggi verdissimi, piccole mandrie di mucche e arnie delle api, ci avviciniamo alla zona più militarizzata. Nei seggi la polizia non c'è più e compaiono gendarmi e militari. Nella minuscola scuola di Otuklu nel distretto di Cungus, due aule e 250 elettori in tutto, ci sono soldati armati di mitra che ci osservano senza dire niente, senza impedirci di entrare e chiedere.      


A Yenikoy, nello stesso distretto, di Cungus, oltre 1000 metri di altitudine, gli avvocati diventano tre, tutti impegnati nella difesa dei diritti umani, contro le violenze nelle carceri e la tortura. Prima si mostrano in un video spiegando perché sono qui. Poi chiedono di cancellare. Nella scuola, ritratti di Kemal Ataturk alle pareti - il padre della Turchia moderna che quest'anno compie 100 anni - e telecamere di sorveglianza ovunque. Anche qui urne piene di schede. 

"Alle scorse elezione abbiamo preso 400 voti in più del partito di Erdogan" spiega un anziano attivista dell'HDP, il partito di Demirtas, leader curdo in carcere da anni nonostante fosse un parlamentare. Kiricdaroglu ha promesso di liberarlo se dovesse vincere. E ne sono convinti i due anziani che si fermano volentieri a parlare con noi e fanno il segno di vittoria per lo sfidante. Anche loro compaiono in un video, la donna parla un inglese stentato, ma poi spiegano che è pericoloso per loro e che la polizia turca controlla. 


Alla chiusura delle urne manca ormai poco, poi non resta che aspettare e vedere cosa accadrà.