La condanna era stata confermata il 21 marzo scorso

Iran, giustiziato per "terrorismo" il dissidente svedese-iraniano Habib Chaab

L'uomo era accusato di progettare e condurre operazioni terroristiche nella provincia del Khuzestan. La Svezia convoca l'ambasciatore iraniano mentre l'Unione Europea, a guida svedese, condanna l'esecuzione

Iran, giustiziato per "terrorismo" il dissidente svedese-iraniano Habib Chaab
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Il dissidente iraniano-svedese Habib Chaab

L'Iran ha giustiziato il dissidente di cittadinanza iraniana-svedese Habib Chaab, accusato di aver progettato e condotto operazioni terroristiche nella provincia del Khuzestan, incluso un attentato dinamitardo nel 2018 durante una parata militare annuale ad Ahvaz, nel quale sono state uccise oltre 20 persone e molte altre ferite.

"La condanna a morte per Habib Chaab […] soprannominato Habib Asyud, il capo del gruppo terroristico Harakat al-Nidal […] è stata eseguita oggi, sabato mattina", ha riferito il sito web della magistratura iraniana Mizan Online.

Farajollah Habib Chaab, 50 anni, era stato rapito nell'ottobre 2020 da agenti dell'intelligence iraniana durante la sua visita in Turchia, ed è stato introdotto clandestinamente in Iran. Un mese dopo la sua scomparsa, è stato mostrato in un video sulla tv di stato, in cui ha "ammesso" la responsabilità di attacchi terroristici e la collaborazione con i servizi di intelligence sauditi.

Il 21 marzo la Corte Suprema iraniana ne aveva confermato la condanna a morte. Stoccolma ha denunciato la decisione come "disumana".

L'ambasciatore iraniano a Stoccolma è stato convocato dal ministero degli esteri svedese.

La presidenza di turno dell'Unione Europea, rappresentata proprio dalla Svezia, condanna l'esecuzione del dissidente iraniano-svedese Habib Chaab avvenuta in Iran. "La pena di morte è una punizione inumana e irreversibile e la Svezia, insieme al resto dell'Ue, condanna la sua applicazione in qualsiasi circostanza", scrive in un tweet il ministro degli esteri svedese, Tobias Billstrom. 

L'Iran è sotto la lente della comunità internazionale a causa di gravi violazioni di diritti umani anche a causa della rivolta ancora in corso contro il velo islamico obbligatorio, cominciata 7 mesi fa con la morte di Mahsa Amini, una studentessa curda morta mentre era in custodia della polizia morale perchè non indossava il velo in modo corretto. La repressione sui manifestanti ordinata dagli ayatollah al potere ha causato quasi 600 vittime e l'arresto di 19000 persone. E non solo, la magistratura ha eseguito 4 impiccagioni ai danni di altrettanti giovani che hanno osato sfidare le ferree leggi sociali in vigore nel Paese a guida sciita. La pena di morte è prevista anche per reati di droga.