Balcani

Kosovo: scontro manifestanti e forze KFOR: 11 italiani feriti, 3 ungheresi feriti con armi da fuoco

Una trentina i militari della Kfor feriti nei violenti scontri di ieri a Zvecan. 19 gli ungheresi. I disordini sono iniziati venerdì scorso quando le forze di polizia kosovare sono entrate negli edifici dei comuni di Leposavic, Zubin Potok e Zvecan

Kosovo: scontro manifestanti e forze KFOR: 11 italiani feriti, 3 ungheresi feriti con armi da fuoco
AFP
Scontri in Kosovo tra manifestanti e le forze della Kfor

Una trentina i militari della Kfor feriti nei violenti scontri di ieri a Zvecan, nel Kosovo. Fra loro 11 alpini del nono Reggimento l'Aquila. I militari erano intervenuti per disperdere i circa 300 dimostranti serbi che contestavano il nuovo sindaco di etnia albanese. Hanno riportato ferite multiple, comprese fratture e ustioni da ordigni incendiari esplosivi improvvisati. Tre soldati ungheresi sono stati feriti da colpi di armi da fuoco, ma non sono in pericolo di vita. In totale, 19 soldati ungheresi sono stati feriti.

Nel nord del Kosovo nuovi raduni e proteste dei serbi, i nuovi sindaci albanesi scelgono altre sedi per lavorare.

A causa dell'alta tensione in Kosovo ieri la missione KFOR della NATO ha usato gas lacrimogeni e bombe stordenti per disperdere i manifestanti serbi che nella città settentrionale di Zvecan protestavano davanti al municipio per chiedere la rimozione del nuovo sindaco che fa parte della maggioranza albanese.

Negli scontri circa 34 i feriti del contingente multinazionale durante il contenimento dei manifestanti (ma i numeri sono in aggiornamento) e 11 sono italiani di cui 3 in modo serio: avrebbero riportato ustioni e fratture.

Il Comandante della Missione KFOR, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione ed esprime la sua solidarietà agli uomini e alle donne della missione rimasti feriti durante gli scontri e che ha dichiarato: "Gli attacchi ingiustificati alle unità della Nato sono inaccettabili e la Kfor continuerà a adempiere al suo mandato in modo imparziale".

Il Ministero della Difesa italiana ha fatto sapere: “Questo pomeriggio unità di KFOR sono state impiegate nel contenimento di violente manifestazioni nelle 4 municipalità del Nord del Kosovo. Durante il contrasto delle frange più attive della folla, diversi soldati del contingente italiano appartenenti al 9 reggimento Alpini l'Aquila hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all'esplosione di dispositivi incendiari. Prontamente soccorsi dalle unità mediche di KFOR, sono attualmente sotto osservazione del personale sanitario che ne sta accertando le condizioni.”

"A nome mio e del governo, esprimo i miei più sinceri sentimenti di vicinanza ai militari italiani che sono rimasti feriti durante i disordini in Kosovo". Lo afferma in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Esprimo inoltre la più ferma condanna dell'attacco avvenuto a danno della missione Kfor che ha coinvolto anche militari di altre nazioni", aggiunge Meloni.

"Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara. Tra di loro 11 italiani, di cui tre in condizioni serie ma non in pericolo di vita. I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace". Lo scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter.

Il Ministro sta seguendo gli ultimi sviluppi della situazione e ha telefonato al Presidente serbo Aleksandr Vucic e al Primo Ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che "ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell'Unione europea. La violenza è inaccettabile. L'Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo."Al Primo Ministro Kurti Tajani ha sottolineato con fermezza l'assoluta necessità che le Autorità kosovare si astengano da ogni avventata azione unilaterale che possa presentarsi come provocazione e pregiudicare in maniera irresponsabile la sicurezza, offrendo altresì i buoni uffici dell'Italia per facilitare il dialogo tra Pristina e Belgrado.

"La Difesa e il Ministro Guido Crosetto esprimono vicinanza e augurano una pronta guarigione ai militari NATO KFOR italiani, ungheresi e moldavi rimasti feriti negli scontri in Kosovo", si legge in un tweet del ministero della Difesa.

Il Ministro  è in contatto con il Comando Operativo di Vertice Interforze, con il Comandante della Kfor e con le autorità di Serbia e Kosovo. Ha parlato con il Ministro della Difesa del Kosovo Armend Mehaj sottolineando che: "in questo momento è di vitale importanza porre in essere tutte le azioni necessarie per mitigare le tensioni e scongiurare ogni possibile escalation tra le parti".

In serata il Ministro ha parlato delle condizioni dei militari feriti: "Nessuno è in pericolo di vita, nessuno  ha riportato lesioni gravi. Sono tutti del 9° Reggimento Alpini, sono stati trasportati in ospedale. Voglio rassicurare tutte le famiglie".

"La Nato condanna con decisione  attacchi non provocati contro le forze Kfor nel nord del Kosovo che  hanno provocato il ferimento di diversi fra loro", si legge in un  comunicato pubblicato sul sito dell'Alleanza atlantica in cui non si  precisa né il numero né la nazionalità delle vittime. "Tali attacchi  sono totalmente inaccettabili. La violenza deve fermarsi  immediatamente. Sollecitiamo entrambe le parti da evitare azioni che  infiammino ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo", si  precisa.     

"Kfor adotterà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente  sicuro e continuare ad agire in modo imparziale, come previsto dal suo mandato iscritto nella risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu 1244 del 1999", si conclude.

I disordini sono iniziati venerdì scorso quando le forze di polizia kosovare sono intervenute nei comuni di Leposavic, Zubin Potok e Zvecan per disperdere gli esponenti della comunità serba che cercavano di impedire l’ingresso nei comuni ai sindaci di etnia albanese. Ci sono state una dozzina di persone ferite e diverse auto date alle fiamme, tra cui almeno un’auto della polizia. I sindaci vincitori delle elezioni municipali tenute il 23 aprile nell’area non sono riconosciuti da Belgrado e dalla comunità serba, che in quell’area è maggioranza, e che ha boicottato l’appuntamento elettorale che ha segnato un'affluenza del 3,4 per cento. La presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, aveva convocato le elezioni dopo le dimissioni in massa presentate da tutti i funzionari pubblici della componente serba nel novembre scorso.

L'Ue non ha esitato a condannare l'escalation tra Belgrado e Pristina. "L'Ue condanna fermamente gli scontri che coinvolgono polizia e manifestanti nel nord del Kosovo, iniziati con il tentativo dei sindaci neoeletti di entrare negli edifici comunali. Deploriamo fermamente gli attacchi alle pattuglie della missione civile dell'Ue in Kosovo, Eulex" che "deve poter svolgere il proprio mandato pacificamente", si legge in una nota di Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue.

Anche da Washington sono arrivate parole durissime. "Condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che stanno intensificando le tensioni nel nord e aumentando l'instabilità. Chiediamo al primo ministro Albin Kurti di fermare immediatamente queste azioni e rifocalizzarsi sul dialogo facilitato dall'Ue", ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken.

Il presidente serbo Alexandar Vucic ha accusato il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, di aver volutamente provocato gli scontri fra manifestanti serbi del Kosovo e  forze della Kfor. Kurti "è l'unico responsabile", vuole fomentare un conflitto fra i serbi e la Nato, ha detto Vucic in un discorso alla  nazione, in cui ha affermato che 52 serbi sono rimasti feriti negli  scontri di questo pomeriggio a Zvecan.  Vucic ha detto che la Serbia farà di tutto per preservare la pace. Il  presidente serbo ha infine annunciato che al termine del discorso si sarebbe recato al confine per passare la notte con l'esercito che vi è stato dispiegato e monitorare la situazione.

La storia della missione KFOR

Il 12 giugno 1999, dopo l’adozione della risoluzione 1244 da parte del Consiglio di Sicurezza ONU e dopo poco meno di tre mesi di bombardamenti aerei contro l’esercito Jugoslavo, le forze NATO fecero il loro ingresso in Kosovo. All’inizio  il contingente NATO era composto da circa 50.000 effettivi, poi ridotto fino a meno di 4000 uomini.

Il principale obiettivo della missione KFOR era di mantenimento della pace, da raggiungere con azioni quali il disarmo dell’Esercizio di Liberazione del Kosovo (UCK) e la protezione verso possibili azioni serbo/jugoslave. E le  forze NATO erano presenti in Kosovo nel febbraio 2008, quando venne dichiarata l’indipendenza del Paese dalla Serbia.

Per quanto riguarda l’Italia la consistenza massima annuale autorizzata  per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 852 militari, 137 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo.

Dal 10 ottobre 2022 Il Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia è il 13° Comandante Italiano alla guida della missione, iniziata nel 1999 e succede al parigrado ungherese.

Quindi la missione KFor (Kosovo Force) si tratta dell’impegno più duraturo,  e attuale viste le tensioni degli ultimi mesi, del l’Alleanza, in uno scenario in cui l’Italia ha sempre svolto un ruolo importante.