I seggi chiuderanno alle 17

Thailandia, seggi aperti per le legislative: la scelta è fra i militari ex golpisti e i riformatori

Militari, populisti, giovani tecnocrati: almeno tre settori sociali e altrettanti partiti si fronteggiano nel paese in un voto politico che potrebbe cambiare tutto - con l'ombra di un nuovo golpe sempre dietro l'angolo, se si cambiasse troppo

Thailandia, seggi aperti per le legislative: la scelta è fra i militari ex golpisti e i riformatori
Ap
Elezioni parlamentari in Thailandia 2023

Urne aperte in Thailandia dove si vota per le legislative. I seggi chiuderanno alle 17 (ora locale, mezzogiorno in Italia). I sondaggi danno in vantaggio i due principali partiti di opposizione rispetto ai conservatori al governo dal golpe militare del 2014.

Se è vero che le elezioni di oggi sembrano poter cambiare il corso del paese, un dato aiuta a capire in quale direzione potrebbe andare: su 52 milioni di elettori, 3,3 milioni votano per la prima volta. 

I giovani sono oggi l'ago della bilancia: saranno loro, probabilmente, a decidere il futuro della seconda economia del Sudest asiatico, un Paese contemporaneo di antiche tradizioni, pervaso da tutte le contraddizioni della modernità e della globalizzazione. Con un sistema politico complesso e volatile, segnato da una variabile indipendente di gran peso: il potere dei militari.

Sono gli stessi militari, o i loro eredi, che nel 2014 misero fine a un lungo periodo di instabilità e proteste con un golpe che silenziò la democrazia - restituendo il controllo formalmente alla monarchia e sostanzialmente ai grandi poteri economici. Pochi anni dopo, nel 2017, furono i militari a stilare la nuova Costituzione che domenica viene messa alla prova. Una Costituzione che prevede sì libere elezioni per la Camera, ma che riserva al Senato altri 250 seggi - sottratti al voto perchè tutti decisi direttamente dai militari stessi. Del resto, i militari non sono solo una élite strettamente intrecciata con le leve economiche, ma uno dei grandi settori sociali che compongono il variegato corpo elettorale del Paese.

Schematizzando brutalmente, si possono individuare cinque basi sociali che costituiscono le basi dei principali partiti politici: i militari, i lealisti monarchici, i populisti, i tecnocrati, i giovani e giovanissimi.

Diventa più facile così decifrare chi si contende la vittoria alle urne e perchè. 
Vediamo.

Prayut Chan-o-cha, candidato alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023 Ap
Prayut Chan-o-cha, candidato alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023

I militari di Prayut

Prayuth Chan-o-cha e il vice primo ministro Prawit Wongsuwon guidano il fronte dei conservatori e dei monarchici. Ptrayut, ex generale dell'esercito in pensione, è alfiere della linea dura del tradizionlismo ma ha dovuto piegarsi a non pochi compromessi, anche per sopravvivere a una serie di inchieste. I militari sono stati criticati per la pessima gestione dell'economia e della pandemia, ma la loro base elettorale è sempre solida, come è solida la loro presa sugli apparati di potere e dello Stato. 

Paetongtarn Shinawatra, candidata alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023 Ap
Paetongtarn Shinawatra, candidata alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023

I populisti della famiglia Shinawatra

La candidata del principale partito di opposizione, Pheu Thai, si chiama Paetongtarn Shinawatra ed è la figlia del più famoso Thaksin Shinawatra: altrimenti noto come "il Berlusconi thailandese", ex premier e magnate delle comunicazioni, accusato di corruzione e da anni in esilio all'estero. In caso di vittoria della figlia, neomamma che ha condotto una campagna efficace su aumento dei salari e distribuzione di aiuti pubblici, Thaksin potrebbe godersi un trionfale rientro in patria. Pheu Thai ha la propria base principalmente nella Thailandia rurale, nel profondo nord agricolo, nei piccoli commercianti che chiedono meno tasse e meno burocrazia.

Pita Limjaroenrat, candidato alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023 Ap
Pita Limjaroenrat, candidato alle elezioni parlamentari in Thailandia 2023

I giovani di Move Forward

Giovani, tecnologici, ambiziosi. Studenti, informatici, creativi metropolitani, tutto il popolo che affolla i caffé di Bangkok non ha dubbi: vota Move Forward, un partito ideologicamente liberale che fa delle dinamiche della globalizzazione la propria forza, insiste sulla necessità di rinnovamento politico e cambio generazionale, mette perfino in dubbio i privilegi della monarchia - che da queste parti è sacra. Il leader carismatico del partito si chiama Pita Limjaroenrat e non ha caso ha la "faccia da ragazzo", come dicono i thailandesi. La sua crescente popolarità e i suoi toni dissacranti innervosiscono molto il fronte dei conservatori.

Che cosa succede dopo

Secondo i sondaggi, l'opposizione è in netto vantaggio - al netto di possibili brogli e sommando sia i voti dei populisti che quelli dei giovani e dei tecnocrati. 
Ma che i militari vogliano cedere tranquillamente le redini del Paese è tutto da vedere. 

Come già detto si vota per la Camera, ma il governo verrà eletto anche dai 250 membri del Senato, controllato direttamente dai militari. E se anche questo non bastasse, se l'opposizione riuscisse a ottenere i ben 500 seggi che le servono per avere una solida maggioranza anche contro il peso del Senato, l'ombra di un nuovo golpe è sempre dietro l'angolo. Nel 2020, l'ultima volta che le vie di Bangkok furono invase dalle proteste, il governo dei militari mostrò il pugno duro con arresti e repressione - e non è detto che non sia pronto a farlo ancora.