Vaticano

Papa Francesco conferisce al presidente Mattarella il Premio Paolo VI: "Lei è un maestro"

Il riconoscimento al capo dello Stato per “la sua dedizione al bene comune in un impegno politico ispirato ai valori cristiani”. Il presidente: "Paolo VI segnò il mio passaggio all'età matura". E chiede di devolvere la somma alla Romagna alluvionata

Papa Francesco conferisce al presidente Mattarella il Premio Paolo VI: "Lei è un maestro"
rainews24
Sergio Mattarella, udienza da Papa Francesco

Nel giorno in cui si festeggia San Paolo VI, ricordando la ricorrenza della sua ordinazione sacerdotale, Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il conferimento del premio dedicato proprio a Giovanni Battista Montini. “Papa Paolo VI è stato il Papa del passaggio dalla mia giovinezza all'età matura” ha spiegato il capo dello Stato nel suo intervento, che ha preceduto quello del Pontefice: “È anche per questo che è così emozionante ricevere questo premio”, e in particolare “riceverlo dalle mani del Santo Padre”.

Un premio la cui somma il presidente ha chiesto di devolvere in beneficenza alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna: “Vorrei chiedere all'Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata ad esso alla comunità intitolata a Giovanni XXIII nata in Romagna. Alcune delle sue case d'accoglienza sono state gravemente colpite dall'alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio, più che la mia personale azione, si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l'impegno nella società e nelle istituzioni che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo VI e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espressi. E io spero di meritare la valutazione di averli bene interpretati”.

Il presidente, all’inizio del suo intervento, ha manifestato sorpresa, unita a profonda emozione, per la notizia del riconoscimento: “Desidero innanzitutto ringraziare Vostra Santità per questa accoglienza. Ringrazio l'Istituto Paolo VI per il conferimento del premio e per la motivazione così generosa che lo accompagna. Credo di poter confidare che, quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmelo, il mio primo pensiero è stato di sorpresa. Naturalmente si è subito affiancato un pensiero di gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio. Ancor di più ho avvertito un sentimento di riconoscenza al massimo grado nell'apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente”.

E Papa Francesco, nel suo intervento, non ha mancato di sottolineare il servizio e la responsabilità offerti dal capo dello Stato nello svolgere il suo incarico con dedizione, “la sua dedizione al bene comune in un impegno politico ispirato ai valori cristiani e rigoroso nel servizio delle istituzioni civili”, come si leggeva nella motivazione.

“Signor presidente, con le sue parole e il suo esempio, avvalorati da quanto ha vissuto, Lei rappresenta un coerente maestro di responsabilità” dice Bergoglio, aggiungendo: “Sono lieto, signor presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità”.

Non sono mancati momenti intimi, di ricordo personale, nel discorso di Bergoglio rivolto al presidente Mattarella: il Papa ha infatti ricordato la figura del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia nel 1980. Una “componente essenziale del vivere comune” è rappresentata oggi dall' “impegno per la legalità” ha detto Francesco, aggiungendo: “Essa richiede lotta ed esempio, determinazione e memoria, memoria di quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia; penso a suo fratello Piersanti, signor presidente, e alle vittime della strage mafiosa di Capaci, di cui pochi giorni fa si è commemorato il trentennale”. Il Pontefice ha poi detto che “San Paolo VI notava che nelle società democratiche non mancano istituzioni, patti e statuti, ma manca tante volte l'osservanza libera ed onesta della legalità” e che lì “l'egoismo collettivo insorge”.

Il Papa nel suo discorso ha anche richiamato il valore della politica, che deve essere sempre un “servizio” al bene comune. “Eppure, sappiamo bene quanto ciò non sia facile e come la tentazione diffusa, in ogni tempo, anche nei migliori sistemi politici, sia di servirsi dell'autorità anziché di servire attraverso l'autorità. Com'è facile salire sul piedistallo e com'è difficile calarsi nel servizio degli altri…” ha scandito il Pontefice.

Per il cristiano, grandezza è sinonimo di servizio. Amo dire che ‘Non serve per vivere chi non vive per servire’. E credo che oggi il conferimento del premio Paolo VI al presidente Mattarella sia proprio una bella occasione per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative. Che ciò sia vero per Lei, signor presidente, lo testimonia il popolo italiano, che non dimentica la sua rinuncia al meritato riposo fatta in nome del servizio richiestole dallo Stato” ha ricordato il Papa, specificando che “il servizio rischia di restare un’ideale piuttosto astratto senza una seconda parola che non può mai esserle disgiunta: responsabilità. Il servizio cammina a pari passo con la responsabilità. Essa, come indica la parola stessa, è l'abilità di offrire risposte, facendo leva sul proprio impegno, senza aspettare che siano altri a darle. Quante volte, signor presidente, prima con l'esempio che con le parole, Lei lo ha richiamato. Anche in questo non si può che notare una feconda affinità con Giovanni Battista Montini, che fin da giovane prete fu educatore di responsabilità”.

Il presidente era arrivato in Vaticano intorno alle 10.45 ed è entrato dalla Porta del Perugino. Prima della cerimonia nella Sala Clementina, il presidente della Repubblica ha avuto un incontro privato con il Pontefice.