L'attacco con razzi Grad nei dintorni di Chasiv Yar (Bakhmut)

Ucraina, ucciso in un bombardamento il giornalista della France Press Arman Soldin

Aveva 32 anni e aveva iniziato la sua carriera a Roma. Il primo maggio aveva postato sul suo profilo Twitter un video di lui sotto a una pioggia di razzi: "Una delle peggiori esperienze da quando sono in Ucraina esplosioni a meno di cinquanta metri"

Ucraina, ucciso in un bombardamento il giornalista della France Press Arman Soldin
@Arman Soldin
Arman Soldin, giornalista Afp

Il cronista e reporter d'immagini dell'agenzia France Presse, Arman Soldin, è stato ucciso oggi mentre si trovava sul fronte nell'est del Paese. Ad annunciarlo è stata la stessa agenzia di stampa francese, tra le tre più importanti al mondo, per cui Soldin lavorava come coordinatore video.   

Il reporter, 32 anni, è morto in un attacco sferrato con razzi Grad, hanno raccontato i colleghi della stessa France Presse che erano con lui, tutti illesi. Il bombardamento è avvenuto verso le 16.30 ora locale (le 15.30 in Italia) nei dintorni di Chasiv Yar, località vicino a Bakhmut, quotidianamente presa di mire dalle forze russe. I giornalisti dell'Afp, che vanno regolarmente nella zona epicentro dei combattimenti, erano insieme ai militari ucraini quando si sono trovati nell'inferno di fuoco. 

"Tutta l'agenzia è devastata", ha dichiarato l'amministratore delegato della France Presse, Fabrice Fries, aggiungendo che la morte di Soldin "è un terribile richiamo sui rischi e i pericoli a cui sono esposti i giornalisti nel quotidiano coprendo il conflitto in Ucraina". Il direttore dell'agenzia, Phil Chetwynd, ha reso omaggio alla memoria di un giornalista "coraggioso, creativo e tenace".   

Soldin era coordinatore video in Ucraina dal settembre 2022 e si recava molto spesso al fronte. Il primo maggio aveva pubblicato sul suo profilo Twitter un video di lui sotto a una pioggia di razzi: "Una delle peggiori esperienze vissute da quando sono in Ucraina - scrisse su Twitter -, con esplosioni a meno di cinquanta metri. Puro terrore". In un altro post Arman scriveva: "Un miracolo che nessuno sia stato colpito. Non stavamo andando in un 'luogo particolarmente pericoloso', ma molto probabilmente siamo stati individuati da un drone di osservazione russo, nonostante il meteo. I 30 secondi più lunghi della mia vita". 

Il giovane giornalista era stato tra i reporter della France Presse che avevano coperto i primi giorni dell'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. "Era entusiasta, energico, coraggioso. Era un vero reporter sul terreno, sempre pronto a partire, incluso nelle zone più difficili", lo ha ricordato la direttrice Europa dell'Afp, Christine Buhagiar.   Reclutato a Roma nel 2015 come stagista, prima di raggiungere l'ufficio di corrispondenza di Londra lo stesso anno, Arman, di nazionalità francese e bosniaco di origini, era nato a Sarajevo. Sui social circola anche un video di lui e i suoi colleghi, nei giorni scorsi, quando hanno salvato un riccio malconcio finito all'interno di una trincea. 

La polizia ucraina, a marzo, aveva riferito che, dall’inizio dell’invasione russa del suo territorio, erano stati individuati 54 casi che potrebbero essere considerati crimini di guerra contro giornalisti. Il vice capo della polizia nazionale ucraina, Maxim Tsutzkiridze, aveva anche riferito che ci sono stati 29 casi di giornalisti morti, 17 feriti e 12 che sono stati ritrovati nel territorio controllato dalla Russia, ai quali era stata negata la libertà di movimento.

A questi numeri va aggiunta la morte di Arman Soldin oggi e quella di Bogdan Bitik ucciso il 26 aprile mentre accompagnava il collega di repubblica, Corrado Zunino, a Kherson.