Nazifascismo e memoria

L'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, Mattarella: "Un dovere ricordare e trasferire ai giovani"

Il presidente della Repubblica ricorda il massacro compiuto dai nazisti tedeschi e dai collaborazionisti italiani nel 1944. Morirono 560 persone tra cui 130 bambini

L'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, Mattarella: "Un dovere ricordare e trasferire ai giovani"
Ansa
Il presidente Sergio Mattarella

Sono passati 79 anni. Il 12 agosto 1944, 560 persone, tra cui 130 bambini, furono trucidate dalle SS naziste in collaborazione con i membri della Repubblica di Salò. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come ogni anno dall'inizio del suo mandato, ricorda questo tragico evento della storia.

"Sant'Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana. Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale". 

Mattarella poi riporta tutti al dovere di ricordare e tramandare, soprattutto ai giovani. "E' un dovere per la nostra comunità ricordare quanto avvenne settantanove anni or sono a Sant'Anna e nelle altre frazioni di Stazzema, quando militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali, misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto. Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini - ben oltre cinquecento - vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili", aggiunge.   

"L'Europa - osserva Mattarella - toccò il fondo dell'abisso. Neppure l'infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell'annientamento. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana".