Il ministro dell'Interno

Piantedosi sulle vicende di Caivano e Palermo: "Problema di sicurezza ma anche culturale"

Il titolare del Viminale risponde a una domanda sui recenti casi di violenza sessuale ai danni di ragazze minorenni: "Va coinvolta l'educazione dei ragazzi e il mondo della scuola"

Piantedosi sulle vicende di Caivano e Palermo: "Problema di sicurezza ma anche culturale"
rainews24

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi interviene sulle vicende delle violenze sessuali di gruppo avvenute a Caivano e a Palermo: “Sono fatti che riguardano sicuramente i temi della sicurezza e della prevenzione ma anche temi di carattere culturale”. Lo dice, il titolare del Viminale, rispondendo ai cronisti a margine di una iniziativa per la donazione di sangue. “Temi – ha aggiunto Piantedosi – “che coinvolgono, e devono coinvolgere sempre più, l'educazione dei ragazzi e il mondo della scuola”.

Contro le piazze di spaccio, come quella di Caivano, l'attività delle forze dell'ordine “fa segnare quotidianamente successi e risultati molto importanti” ha poi precisato il ministro.

L’orrore di Caivano

Abusi perpetrati per mesi da un branco di giovanissimi su due bambine di 10 e 12 anni, stupri che sarebbero anche stati filmati con i cellulari, minacciando le vittime di far girare le immagini se si fossero ribellate. Dallo strettissimo riserbo degli investigatori trapelano nuovi dettagli sull'orrore di Caivano, un’inchiesta che vede nel mirino almeno una quindicina di ragazzi, quasi tutti minorenni, coinvolti a vario titolo nelle violenze ai danni di due cuginette.

Tra loro, sembra, almeno un paio di figli dei boss del Parco Verde, i ras della droga in quella che è ritenuta la più grande piazza di spaccio d'Europa. Nulla, nemmeno il fermo dell'unico maggiorenne indagato, viene confermato dalle due Procure al lavoro, quella per i minorenni di Napoli e quella di Napoli Nord; la prima ha anzi aperto un fascicolo sulla fuga di notizie.

Si parla comunque di una decina di telefoni cellulari sequestrati agli indagati, subito dopo la denuncia degli stupri fatta ai carabinieri dai familiari delle due vittime: si cercano i video e altre prove per ricostruire quanto sia accaduto. Proprio quelle immagini, attraverso varie chat, sarebbero finite sul telefonino del fratello di una delle vittime, portando i genitori dalle forze dell'ordine.