Arabia Saudita e Russia estendono a fine anno i tagli alla produzione di petrolio

Per mantenere alti i prezzi: Mosca deve frenare la crisi del rublo, Ryad finanziare un ambizioso piano di rinnovamento. La benzina sarà più cara

Arabia Saudita e Russia estendono a fine anno i tagli alla produzione di petrolio
Alexander Manzyuk/Anadolu Agency via Getty Images
Un impianto per l'estrazione di petrolio in Tatarstan, Russia

 L'Arabia Saudita ha deciso di estendere il taglio alla sua produzione di greggio di un milione di barili (circa 1,59 milioni di ettolitri) al giorno di ulteriori 3 mesi, da ottobre fino alla fine di dicembre. A stretto giro di posta anche la Russia ha annunciato di estendere i suoi tagli alla produzione pari a 300 mila barili al giorno. 

In seguito a queste notizie, il prezzo del petrolio del Mar del Nord (Brent) ha superato la soglia dei 90 dollari al barile,  toccando i massimi dallo scorso novembre. L'indice Wti del  greggio texano, invece, è salito del 2% a 87,26 dollari. È probabile che i prezzi della benzina ai distributori si adeguino rapidamente.

Misure di questo tipo consentono soprattutto di ridurre l'offerta di petrolio sui mercati per stimolare i prezzi. Mosca ha l'obiettivo di massimizzare le entrate dalla vendita di idrocarburi, in un momento in cui il rublo si è ampiamente indebolito rispetto a dollaro ed euro.  Ryad vuole mantenere i prezzi alti per finanziare Vision 2030, un piano ambizioso per rivedere l’economia del regno, ridurre la sua dipendenza dal petrolio e creare posti di lavoro per una popolazione giovane. Il piano prevede diversi massicci progetti infrastrutturali, inclusa la costruzione di una futuristica città da 500 miliardi di dollari chiamata Neom.