L'Arabia Saudita ha deciso di estendere il taglio alla sua produzione di greggio di un milione di barili (circa 1,59 milioni di ettolitri) al giorno di ulteriori 3 mesi, da ottobre fino alla fine di dicembre. A stretto giro di posta anche la Russia ha annunciato di estendere i suoi tagli alla produzione pari a 300 mila barili al giorno.
In seguito a queste notizie, il prezzo del petrolio del Mar del Nord (Brent) ha superato la soglia dei 90 dollari al barile, toccando i massimi dallo scorso novembre. L'indice Wti del greggio texano, invece, è salito del 2% a 87,26 dollari. È probabile che i prezzi della benzina ai distributori si adeguino rapidamente.
Misure di questo tipo consentono soprattutto di ridurre l'offerta di petrolio sui mercati per stimolare i prezzi. Mosca ha l'obiettivo di massimizzare le entrate dalla vendita di idrocarburi, in un momento in cui il rublo si è ampiamente indebolito rispetto a dollaro ed euro. Ryad vuole mantenere i prezzi alti per finanziare Vision 2030, un piano ambizioso per rivedere l’economia del regno, ridurre la sua dipendenza dal petrolio e creare posti di lavoro per una popolazione giovane. Il piano prevede diversi massicci progetti infrastrutturali, inclusa la costruzione di una futuristica città da 500 miliardi di dollari chiamata Neom.