Strasburgo

Violenza sulle donne, consiglio d'Europa: "Preoccupano i dati dell'Italia"

Il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa denuncia criticità con procedimenti archiviati e ordini di protezione

Violenza sulle donne, consiglio d'Europa: "Preoccupano i dati dell'Italia"
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Violenza sulle donne

È una "risposta inefficace e tardiva" quella delle autorità italiane alle denunce di violenza domestica subite dalle donne. La valutazione, fortemente critica, arriva dal comitato dei ministri del Consiglio d'Europa dopo aver analizzato in dati sul fenomeno forniti da Roma. 

Numeri accolti con "con preoccupazione" in quanto "mostrano una persistente alta percentuale di procedimenti per violenza domestica e sessuale archiviati nella fase delle indagini preliminari, un uso limitato degli ordini di protezione e un tasso significativo di violazione degli stessi".

Dopo aver esaminato le misure prese per risolvere i problemi, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia a causa della "risposta inefficace" alle denunce.

Di questo il nostro Paese dovrà rispondere ufficialmente con un documento entro il 30 marzo del prossimo anno. Nella decisione, nonostante da Strasburgo siano stati sottolineati più volte i passi avanti fatti dalle autorità italiane su diversi fronti e che "riflettono la loro continua determinazione a prevenire e combattere la violenza domestica e la discriminazione di genere", il comitato dei ministri chiede una serie di informazioni dettagliate.  

Il Comitato dei ministri del  Consiglio d'Europa, esprime tra l'altro "preoccupazione" per i  dati dell'Italia, che "riflettono una percentuale costantemente  elevata di procedimenti relativi alla violenza domestica e sessuale  interrotti nella fase istruttoria, un uso limitato di ordinanze  cautelari e un tasso significativo di violazione della stessa". 

Strasburgo attende quindi una valutazione completa, accompagnata da statistiche sui procedimenti per violenza domestica e sessuale e gli ordini di protezione, comprese le violazioni a questi ultimi. Ma anche indicazioni sulle "azioni concretamente intraprese e i progressi tangibili raggiunti" attraverso le misure supplementari previste dal piano nazionale per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti che alimentano la violenza di genere e la discriminazione, che le autorità si sono impegnate ad attuare.

Il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa domanda che siano "conclusi rapidamente i procedimenti penali contro gli aggressori" di due donne che hanno vinto la loro causa alla Corte europea dei diritti umani a metà del 2022. Esprime poi "preoccupazione per il pignoramento "di un risarcimento danni a una vittima, che era stato invece stabilito dai togati di Strasburgo. Le richieste sono contenute nella decisione che l'esecutivo dell'organizzazione paneuropea ha preso dopo l'esame delle misure attuate dall'Italia per risolvere i problemi che hanno condotto alle condanne, perché le donne non sono state adeguatamente protette dopo aver denunciato la prima violenza domestica, e questa si è ripetuta.   Roma ha fino al 15 dicembre per inviare a Strasburgo informazioni sull'esito dei processi. Il comitato dei ministri chiede anche "una valutazione delle autorità competenti sulla possibilità di avviare un'indagine sulle minacce di morte ricevute da una delle donne e sui maltrattamenti subiti dai suo i figli". Per quanto riguarda invece il pignoramento dell'indennizzo, Strasburgo evidenzia che "la Corte ha affermato, in altri casi, che il risarcimento da essa riconosciuto, in particolare per danni morali, dovrebbe essere esente da pignoramento, e invitano vivamente le autorità italiane a riconsiderare la loro posizione o a dimostrare che la donna e il suo avvocato lo hanno accettato". Infine l'esecutivo domanda alle autorità il pagamento del risarcimento per danni morali stabilito dai togati di Strasburgo nell'aprile del 2022 per una terza vittima.