Giornata della Memoria e dell'Accoglienza

10 anni dalla tragedia di Lampedusa: il 3 ottobre 2013 morirono in mare 368 migranti

Oltre 500 migranti restarono per 48 ore in balia del mare. La maggior parte di loro erano fuggiti dall'Eritrea, stipati su un barcone fatiscente di 20 metri salpato dalla Libia. Parlamento europeo, Metsola ricorda decennale tragedia Lampedusa

Dopo la tragedia di dieci anni fa, ogni 3 ottobre si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. Un anniversario che ricorda la strage del 2013, quando un barcone carico di migranti, provenienti quasi tutti dall'Eritrea, si inabissò davanti all'Isola dei Conigli, a Lampedusa. In 368 persero la vita.

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha ricordato il decennale tragedia Lampedusa, da Strasburgo

"Oggi ricordiamo il naufragio di Lampedusa, una terribile tragedia che costò la vita a oltre 360 persone. E la triste verità è che il naufragio della nave migranti del 2013 non è affatto una tragedia isolata: da allora nel cimitero del Mediterraneo sono morti migliaia di donne, bambini e uomini. Le recenti emergenze nell'isola di Lampedusa così come in altri Paesi vicini ci ricordano che la migrazione è la sfida delle nostre generazioni". Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel momento di ricordo del naufragio di Lampedusa al Parlamento europeo.   

"Ora, l'Europa deve rispondere in modo equo e umano nei confronti di coloro che cercano protezione e in modo fermo nei confronti di coloro che non ne hanno diritto. E questo è forte nel caso delle reti criminali che continuano a sfruttare i più vulnerabili ora che mancano solo sei mesi alla fine del nostro mandato. Abbiamo bisogno di un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul Patto per l'asilo e le migrazioni prima della fine della legislatura e domani discuteremo in questo Emiciclo dell'urgenza dei pacchetti da adottare", ha aggiunto. "L'impegno del Parlamento europeo nel trovare una via d'uscita resta costante. Per tutti coloro che hanno perso la vita, per tutte le vittime dello sfruttamento, per tutte quelle famiglie, per quelli che non potranno riunirsi mai. Il Parlamento europeo li ricorda", ha aggiunto.

 

Le celebrazioni del 3 ottobre, successivamente istituite dalla legge 45/2016, ricordano i morti del naufragio e i tanti migranti che ancora attraversano il Mediterraneo. Gli sbarchi continuano senza soste, mentre grandi, medie o piccole stragi raccontano lo strazio senza fine dei viaggi della speranza tra le coste meridionali e settentrionali di questo mare che da culla di culture è diventato, suo malgrado, un enorme cimitero.

 

La commemorazione delle vittime a Lampedusa

Il Silenzio suonato con le trombe nell'ora esatta della strage. Alle 3.15, davanti al memoriale 'Nuova speranza' in piazza Piave, a Lampedusa, un momento di raccoglimento ha aperto la giornata dedicata al ricordo delle vittime nel decennale del naufragio costato la vita a 368 persone, morte annegate a poche miglia dalle coste dell'isola. I loro nomi sono stati letti davanti al monumento che li ricorda, alla presenza di alcuni superstiti e dei familiari di chi, invece, non ce l'ha fatta. 

Prima tappa del percorso della memoria che è poi proseguito con la marcia verso la Porta d'Europa, monumento simbolo dell'accoglienza, alla presenza, tra gli  altri, del sindaco Filippo Mannino; di Maria Domenica Castellone, vice presidente del Senato; di monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento; del prefetto agrigentino Filippo Romano; e di Kheit Abdelhafid, Imam di Catania, presidente della Comunità islamica di Sicilia e vicepresidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia. 

Alle 10.30 il momento forse più emozionante con la deposizione in mare di una corona di fiori.

A seguire, alle ore 18.00, un momento di preghiera ecumenica, presso il Santuario della Madonna di Porto Salvo.

3 ottobre 2013

Il terribile naufragio di 10 anni fa provocò 368 morti accertati, una ventina di naufragi furono dichiarati dispersi, mentre furono salvate altre 115 persone, tra cui una quarantina di minori.  

L'imbarcazione affondata era un peschereccio libico di circa 20 metri partito dal porto di Misurata con a bordo centinaia di migranti, in gran parte provenienti dall'Eritrea e  dall'Etiopia. Il naufragio di Lampedusa viene classificato come una delle maggiori catastrofi navali avvenute nel Mar Mediterraneo dall'inizio del secolo.

La causa del naufragio fu il blocco dei motori dell'imbarcazione a meno di un miglio dalle coste dell'isola; a quel punto un membro dell'equipaggio incendiò uno straccio provocando  fumo che spaventò le centinaia di migranti. Lo spostamento dei passeggeri a bordo dell'imbarcazione provocò il ribaltamento del peschereccio che, dopo essere ruotato tre volte su se stesso, colò a picco. I soccorsi, su cui nel corso degli anni non mancarono le polemiche, si attivarono verso le 7 del mattino del 3 ottobre. 

Le operazioni di recupero durarono giorni, fino al 12 ottobre. Per il naufragio furono condannati nel  2015 Khaled Ben-salam, tunisino, comandante dell'imbarcazione, a 18 anni di carcere per omicidio colposo multiplo e, sempre nel 2015, il somalo Mouhamud Elmi Muhidin a 30 anni  di carcere con l'accusa di essere uno dei trafficanti che organizzarono il viaggio. 

Migranti, López Aguilar: “Serve ricollocamento obbligatorio e vincolante per tutti gli Stati membri”

L'intervista al presidente della Commissione per le libertà civili nel giorno dell'Anniversario della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013

Milano ricorda la strage di Lampedusa con un'installazione in memoria della tragedia - Video

Il Municipio 6 di Milano ha voluto ricordare la strage di Lampedusa con un'installazione in Darsena. Nelle immagini, l'opera vista dall'acqua grazie al supporto di un'imbarcazione dell'Associazione nazionale marinai d'Italia (Anmi).

L'installazione, voluta e realizzata dal Municipio 6 di Milano in Darsena, rimarrà nelle acque del Naviglio fino all’8 di ottobre.

Medici senza frontiere: “Basta con misure inefficaci e disumane”

“A dieci anni dalla tragedia di Lampedusa, il susseguirsi di naufragi e stragi in mare e le almeno 28.000 persone morte o disperse nelle acque del Mediterraneo dal 2014 sembrano non essere ancora sufficienti per convincere l'Unione Europea e il Governo italiano a un cambio di approccio. Al contrario, il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 ha segnato l'inizio di una conta sempre più numerosa di morti in mare e di una serie di misure inefficaci e disumane a discapito di vite umane”, è l'atto di accusa di Medici. “Dieci anni fa, 368 persone annegavano al largo di Lampedusa e pochi giorni dopo ne morivano altre 200, cambiando per sempre la storia del nostro mare. Evento che sembrò allora inaccettabile alle autorità italiane che, gridando ad alta voce ‘Mai più!’, avviarono l'operazione di ricerca e soccorso Mare Nostrum, durata poco più di un anno”.