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Chi era Issam Abdallah, il reporter morto nel raid a sud del Libano

Le parole di cordoglio da parte della Casa Bianca. Guterres, Nazioni Unite: "Troppi giornalisti stanno pagando con la propria vita la ricerca della verità"

Chi era Issam Abdallah, il reporter morto nel raid a sud del Libano
Issam Abdallah/Reuters via AP
Issam Abdallah, giornalista della testata Reuters ucciso in Libano

Occhi scuri e una sincera passione per il proprio lavoro. È quanto si evince dal profilo social di Issam Abdallah, il video-fotoreporter della Reuters rimasto ucciso nell’attacco del sud del Libano, suo Paese di origine, mentre stava lavorando con una troupe per fornire un segnale video in diretta.

Le sue ultime stories pubblicate sono proprio le riprese effettuate proprio da Aalma ash- Shaab, poco prima di essere ferito a morte.

Un video che circola online, girato subito dopo il raid, mostra le terribili e insostenibili immagini del corpo del reporter, tranciato a metà dal bombardamento mentre un altro uomo raccoglie quanto rimane delle sue gambe per posargliele accanto tra le urla delle colleghe e dei colleghi rimasti feriti.

12.500 follower su Instagram, Issam Abdallah aveva documentato negli ultimi reportage anche gli effetti devastanti del terremoto che aveva messo in ginocchio la Turchia lo scorso 6 febbraio. Con orgoglio riportava il link alla pagina dei servizi svolti sul campo per la nota agenzia di notizie.

Immediato il dolore e lo sgomento da parte della Reuters che, in un comunicato, chiede la collaborazione per avere maggiori informazioni su quanto accaduto.

Cordoglio e parole di preghiera dalla Casa Bianca tramite la portavoce Olivia Dalton che, dall'Air Force One, ha dichiarato ai giornalisti: “Vorrei infine dire una parola sulle ultime notizie che abbiamo appena visto sulle notizie di un fotoreporter della Reuters ucciso e di Al Jazeera e di un giornalista dell'AFP entrambi gravemente feriti nel sud del Libano. Le nostre preghiere più sentite sono con le famiglie, la famiglia del giornalista che è stato ucciso e anche le nostre preghiere sono con i giornalisti feriti per la loro piena e rapida guarigione. Sappiamo che il lavoro che tutti voi fate è incredibilmente pericoloso e lo ricordiamo oggi, e speriamo solo che coloro che sono feriti siano curati rapidamente”.

Antonio Guterres ha commentato a caldo proprio alla Reuters come quello che sta accadendo "dimostri l'enorme rischio di ricaduta di questo conflitto, in particolare in relazione al Libano". Il segretario generale delle Nazioni Unite ha anche espresso la propria vicinanza alla famiglia di Abdallah ricordando come i giornalisti stiano “pagando con la propria vita il riportare la verità di quanto accade”.

Dopo aver appreso la notizia della morte di Issam Abdallah iniziano ad arrivare anche le parole di personaggi noti per il loro impegno per i diritti umani. Tra loro, George Clooney che, in una intervista rilasciata sempre a Reuters, ha ricordato a sua volta come i giornalisti siano sempre “in prima linea e senza alcuna difesa”. L'artista, sposato all'avvocato libano-inglese Amal Clooney, ha inoltre affermato che “tutto quello che si può fare è pregare e che si trovi una soluzione pacifica", aggiungendo che non pensa "che questo possa accadere nel prossimo futuro. Credo che nessuno lo sappia”.