L'allarme

Boom di polmoniti nei bambini in Cina, autorità sanitarie: "Causate da agenti patogeni conosciuti”

L’Oms ha chiesto chiarimenti sull’aumento delle malattie respiratorie in età pediatrica. Al momento si esclude l'ipotesi di un nuovo virus

L'ondata di malattie respiratorie in Cina, che ha spinto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a chiedere chiarimenti, è dovuta all'influenza e ad altri agenti patogeni noti e non a un nuovo virus. A riferirlo è la Commissione sanitaria nazionale, in un briefing tenuto domenica in cui ha riferito che i recenti "gruppi di infezioni respiratorie sono dovuti a una sovrapposizione di virus comuni come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale o RSV, adenovirus e batteri" come il micoplasma pneumoniae, che è un comune responsabile di infezioni del tratto respiratorio. 

Era stato l’epidemiologo Eric Feigl-Ding a rilanciare l’allarme con diversi post e video che raccontavano la situazione, a ipotizzare per primo che i casi fossero riconducibili al Mycoplasma pneumoniae, microrganismo responsabile di patologie che interessano in prevalenza l’apparato respiratorio.

L’allerta di ProMed

Il primo avviso arrivato da ProMedsistema di sorveglianza delle malattie emergenti dell’International Society for Infectious Diseases (Isid), che il 22 novembre ha emanato una nota parlando di “polmonite non diagnosticata” nei bambini, con febbre alta e tracce nei polmoni, ma senza tosse. Alla fine del 2019 era stato proprio ProMed a lanciare il primo allarme su un virus respiratorio sconosciuto, poi ribattezzato Sars-CoV-2. Già a metà novembre, comunque, la Commissione nazionale per la salute cinese aveva parlato di un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie.

I sintomi: febbre ma non tosse

I sintomi riferiti da ProMED sono febbre, assenza di tosse e presenza di noduli polmonari, zone circoscritte di tessuto polmonare a densità maggiore, rilevabili con una radiografia. Solitamente queste formazioni, che sono piuttosto comuni e in genere benigne, sono tipiche di un'infezione batterica e non virale, anche se possono insorgere durante un'infezione batterica che segue a un episodio virale come l'influenza.

La revoca delle restrizioni post pandemia

Alcuni esperti hanno ipotizzato il collegamento tra l’epidemia e la revoca delle restrizioni post pandemia nella Repubblica Popolare Cinese. Qualcosa di simile è accaduto infatti in Europa e Stati Uniti lo scorso inverno, con un’epidemia di casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini. L’ondata è apparsa particolarmente aggressiva dopo la Festa Nazionale, all’inizio di ottobre. 

Strategie di intervento

La Commissione ha invitato le autorità locali ad aprire più ambulatori per la cura della febbre e a promuovere le vaccinazioni tra i bambini e gli anziani mentre il Paese è alle prese con un'ondata di malattie respiratorie nel suo primo inverno completo dalla rimozione delle restrizioni contro il Covid-19. "Dovrebbero essere compiuti sforzi per aumentare l'apertura di cliniche ed aree di trattamento, per estendere gli orari di servizio e per aumentare la fornitura di medicinali", ha detto il portavoce Mi Feng, consigliando l'uso delle mascherine e invitando le autorità locali a concentrarsi sulla prevenzione della diffusione di malattie in luoghi affollati come scuole e case di cura. 

L'Oms ha sollecitato la scorsa settimana le autorità cinesi a fornire informazioni sul picco potenzialmente preoccupante di malattie respiratorie e focolai di polmonite nei bambini, come menzionato da diversi resoconti dei media e da un servizio globale di monitoraggio delle malattie infettive. L'agenzia dell'Onu ha poi riferito giovedì scorso che i funzionari di Pechino avevano fornito i dati richiesti durante una teleconferenza dai quali è emerso l'aumento dei ricoveri ospedalieri di bambini a causa di malattie tra cui infezioni batteriche, RSV, influenza e virus del raffreddore comune a partire da ottobre. Mentre il picco di pazienti, secondo le rassicurazioni fornite, non ha sovraccaricato gli ospedali del Paese.

Sia le autorità cinesi sia l'Oms son stati accusati di mancanza di trasparenza nelle comunicazioni iniziali sulla pandemia del Covid-19, iniziata nella città cinese di Wuhan a dicembre del 2019.