Chi non conosce a memoria qualche battuta dei suoi film? Chi non vorrebbe essere stato uno tra i suoi “Compagni di scuola” o in vacanza con lui a “Ladispoli?”
“In che senso?” alzando gli occhi al Cielo. Nel senso che alcune frasi, titoli, battute dei film sono nell'immaginario collettivo, indimenticabili. Le olive, per i suoi fan, non possono che essere “greche” e un cargo può battere solo “bandiera liberiana”. Certe gag e certe macchiette fanno parte del linguaggio degli italiani di una certa generazione e, da oltre 40 anni, Carlo Verdone, che oggi ne compie 73 fa ridere e sorridere, a volte anche in modo agrodolce, il suo pubblico.
Dalla commedia pura a quella intrisa di malinconia, il suo lavoro è nato col cabaret e imitando le persone conosciute nel reale, soprattutto ad Anzio, dove Verdone passava le vacanze. Carlo ha calcato anche palcoscenici teatrali e interpretato personaggi seri, sempre con grande talento e professionalità.
Attore, regista e sceneggiatore, grande appassionato di musica, nasce a Roma il 17 novembre 1950, città che porta nel cuore e sullo schermo e di cui racconta vizi, virtù e caratterizzazioni. Il suo secondo nome è Gregorio che, secondo la tradizione, è di buon auspicio, tanto che a Roma dire "un gran Gregorio" significa "una gran fortuna". Probabilmente di fortuna Verdone ne avrà pure avuta, ma sicuramente una carriera come la sua è il frutto di impegno, passione, dedizione e qualità.
La sua è una famiglia d'arte: suo padre, Mario era un professore, pioniere della storia del cinema in Italia; suo fratello Luca è documentarista; sua sorella Silvia, moglie di Christian De Sica, produttrice, e il suo sguardo è quello di chi il cinema lo sente nel sangue, come mezzo per raccontare il bello e il brutto di ciò che conosce, nevrosi incluse, con il registro dell'ironia, ma anche quello della malinconia e dell'inquitudine. Ed è forse per questo, che con circa una trentina di film da regista e molti altri come attore e sceneggiatore, Verdone attraversa e ha attraversato la vita degli spettatori per poi restare nel cuore di molti non come un personaggio distante, ma quasi come se fosse uno di famiglia.
Auguri Carlo!