L'analisi

Con il Black Friday raddoppiano le emissioni di CO₂

In una settimana prodotti l’equivalente di 7.000 voli Parigi-New York

Con il Black Friday raddoppiano le emissioni di CO₂
AP / Erik Verduzco
Black Friday, Charlotte, N.C.

Black Friday, un evento che offre affari presentati come straordinari e irresistibili. Ma se da una parte il risparmio economico ha il suo appeal, dall’altro non tiene conto di un costo nascosto che ha conseguenze sempre più evidenti per il futuro, nostro e del Pianeta. Si tratta dell’impatto ambientale che questa cliccatissima settimana produce. A dirlo sono i numeri. Il White Paper "Emissioni nel settore retail: Come ridurre gli impatti negativi della tua attività commerciale" ricorda come durante il Black Friday dello scorso anno i camion impiegati per trasportare i pacchi nei magazzini e nei negozi, in Europa, abbiano rilasciato nell'aria 1,2 milioni di tonnellate di CO₂ (fonte: rapporto di Transport&Environment). 

Black Friday Ap
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Questo dato rappresenta un aumento del 94% rispetto a una settimana media, equivalente alle emissioni di circa 7.000 voli da Parigi a New York. Gli sconti e le promozioni del Black Friday spingono i consumatori a fare acquisti senza preoccuparsi della sostenibilità ambientale del loro atto. Il luogo da cui la merce arriva, i materiali di imballaggio e la logistica di consegna generano enormi quantità di rifiuti e contribuiscono all'aumento delle emissioni di gas serra. Secondo il Paper di Up2You Insight, il 25% delle emissioni globali è attribuibile alle attività commerciali. Oltre il 90% di questa CO₂ è prodotta da emissioni indirette: produzione dei beni, trasporto, gestione dei rifiuti. Meno del 10% sono emissioni dirette, ovvero derivano dalla gestione dell’azienda. È quindi evidente che incidere sulla filiera produttiva e nelle scelte dei consumatori può avere un impatto significativo. 

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Ma ci sono anche le emissioni digitali: il 71,72% degli italiani e delle italiane acquista infatti i propri prodotti online, dedicando ore al PC o al cellulare, spesso tenendo decine di finestre aperte, per confrontare prezzi e prodotti. L'utilizzo intensivo dei dispositivi porta quindi a un aumento delle emissioni digitali. Secondo i dati della National Retail Federation, il 97% delle aziende del settore ha già definito obiettivi a lungo termine in merito alle emissioni dirette e più dell'80% ha piani per il loro raggiungimento. Molti ad esempio puntano a ottimizzare gli impianti di riscaldamento e raffreddamento, a migliorare il sistema di illuminazione, a scegliere fonti di energia rinnovabile e veicoli a basse emissioni. 

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“Ma per far la differenza è fondamentale incidere su quel 90% di emissioni indirette” – spiega Alessandro Broglia, Chief Sustainability Officer e CoFounder di Up2You, “in un contesto di cambiamento climatico e crescente consapevolezza ambientale, è essenziale per le imprese guardare oltre le emissioni dirette e affrontare la sfida delle emissioni indirette. Per questo serve che le aziende intraprendano al più presto un solido percorso costruito su basi scientifiche, che parte dal calcolo delle emissioni dovute alle proprie attività e prosegue con la definizione di una strategia di miglioramento del proprio impatto. Guardando alle persone, selezionare con cura i propri acquisti, preferire prodotti durevoli ed evitare soluzioni di consumo e usa e getta sono alcuni dei piccoli accorgimenti che ognuno di noi può adottare”.