Dopo il corteo del 25 novembre

Danneggiamenti alla sede di Pro Vita, "ordigno pronto a esplodere". Meloni: "La sinistra condanni"

Aumentano le polemiche dopo il ritrovamento di una bottiglia con polvere pirica negli uffici dell'associazione. La premier: "Una sede devastata è inaccettabile sempre"

Danneggiamenti alla sede di Pro Vita, "ordigno pronto a esplodere". Meloni: "La sinistra condanni"
Lcc
L'ordigno esplosivo

“Questo è l'ordigno esplosivo rinvenuto dalla Polizia nella nostra sede dopo l'assalto da parte di alcuni partecipanti al corteo di Non Una Di Meno di sabato scorso”. Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, mostra all'agenzia Dire quello che è stato trovato domenica mattina all’ingresso della sede di viale Manzoni. Per l'associazione si tratta di “terrorismo”, come denuncia Coghe: “L'oggetto, buttato dentro la sede tramite una vetrina sfondata dietro le grate della serranda, è stato analizzato dalla scientifica, che ha certificato la presenza all'interno di polvere pirica, che, se innescata, lo avrebbe fatto sicuramente esplodere. Alcuni minimizzano l'accaduto perché l'ordigno non è esploso, o perché rudimentale”.

“Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell'associazione Pro Vita & Famiglia. Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee?".

Così la premier Giorgia Meloni su Facebook a due giorni dal corteo del 25 novembre contro la violenza sulle donne, che ha riempito la strade del centro della capitale con 500mila cittadini: durante il passaggio dei manifestanti, alcuni isolati estremisti sono riusciti a danneggiare la sede di Pro Vita & Famiglia di viale Manzoni.

Aumentano quindi domande e polemiche su quanto accaduto, anche dopo l’inizio delle indagini da parte della Digos sulla bottiglia con all'interno polvere pirica trovata domenica mattina negli uffici dell’associazione.

"È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara - conclude la premier nel suo post - Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise".

Da una prima ricostruzione la molotov sarebbe stata introdotta all'interno degli uffici attraverso un vetro rotto nella parte superiore della saracinesca d'ingresso. Jacopo Coghe di Pro Vita e famiglia aveva scritto a sua volta ieri su X: “Oggi, nel recarci presso la nostra sede di @ProVitaFamiglia dopo i violenti e criminali attacchi transfemministi di ieri durante la manifestazione contro la violenza sulle donne di #nonunadimeno, abbiamo rinvenuto un piccolo ordigno esplosivo dentro i nostri uffici, fortunatamente non entrato in funzione. Siamo sconvolti da questo vero e proprio atto terroristico, volto a intimidirci".