Sul "Financial Times"

Economia europea, Draghi. "C'è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante"

Se c'è un insegnamento, doloroso, che l'Europa può trarre dalla guerra in Ucraina è che non deve mai scendere a compromessi sui valori che hanno fondato l'Unione: "pace, libertà, democrazia, sovranità nazionale vanno sempre difesi"

Economia europea, Draghi. "C'è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante"
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Mario Draghi

In una conversazione con Martin Wolf del Financial Times, Mario Draghi ha rassicurato sulla tenuta dell'economia europea. "C'è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante", perché "il punto di partenza è molto alto, con la disoccupazione più bassa di sempre e un mercato del lavoro robusto", ha spiegato. 

Nonostante la sua resilienza, sulla produttività l'Europa arranca dietro ad Usa, Giappone, Cina e Sud Corea. Un problema che va affrontato in fretta, "anche per sostenere una società che invecchia". E si risolve solo "attraverso investimenti ad alto valore aggiunto e ad alto tasso di tecnologia". Ad esempio, bisognerebbe puntare ad avere poli tecnologici come quelli di Usa e Regno Unito, partendo prima di tutto "dal capitale umano, dalle competenze". Poi bisogna affrontare il tema dell'energia, perché "non andiamo da nessuna parte se la paghiamo due o tre volte quanto costa nel resto del mondo". Bisogna pensare a politiche di approvvigionamento e stoccaggio comuni, e muoversi rapidi su rinnovabili o altre forme, ha aggiunto. 

Se c'è un insegnamento, doloroso, che l'Europa può trarre dalla guerra in Ucraina è che non deve mai scendere a compromessi sui valori che hanno fondato l'Unione: pace, libertà, democrazia, sovranità nazionale vanno sempre difesi, e l'Ue riuscirà a promuoverli con più forza anche nel resto del mondo se recupererà la competitività perduta, diventando sempre più integrata. Se non ci riuscirà, se l'Europa non sarà capace di esprimere una politica estera e di difesa comuni, rischia di sopravvivere solo come mercato unico.

Mario Draghi Ansa
Mario Draghi

L'ex presidente della Bce ed ex premier, mette dei punti fermi nella sua strategia per rilanciare l'economia europea, compito che gli ha affidato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e che lo impegnerà fino alla stesura di un rapporto sulla competitività. 

Anche sul capitolo difesa c'è molto da lavorare. La Ue è il secondo maggiore investitore nel settore, ma "c'è molto di più da fare che spendere, bisogna razionalizzare, per diventare sempre di più un'Unione e non una serie di Stati frammentati che si fanno concorrenza tra loro". E qui torna il nodo principale: secondo Draghi, preso atto che il modello geopolitico sul quale l'Europa si è retta dalla fine della II Guerra Mondiale - sostegno dagli Stati Uniti per la difesa, esportazioni dirette principalmente in Cina, approvvigionamenti di energia a poco prezzo dalla Russia - non esiste più, "per poter esprimere una visione politica unica e potente nel mondo di oggi, l'Europa ha bisogno di molta, molta più integrazione". Quindi "o l'Ue agisce insieme ed è capace di esprimere una politica estera e di difesa comuni, oppure non sopravvive e sarà solo un mercato unico", ha concluso Draghi.