crimini&misteri

La storia di Sargonia Dankha, un "cold case" dalla Svezia all'Italia

Un italiano, oggi 73enne, è sotto processo a Imperia. E' accusato di aver ucciso la sua fidanzata, scomparsa 28 anni fa in Svezia

La storia di Sargonia Dankha, un "cold case" dalla Svezia all'Italia
Tgr Rai Liguria
Sargonia Dankha

Nella Giornata contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, è partito il progetto di RaiNews.it dedicato a quelle donne e ragazze uccise sulla cui sorte non è ancora stata fatta giustizia. Oppure casi che non sono stati risolti dopo tanto, troppo tempo. Dal profilo Instagram @rainewsofficial, vi stiamo raccontando le storie che potrete approfondire su queste pagine con servizi dei telegiornali d'epoca e attuali, immagini, video e documenti. Questa settimana il caso di Sargonia Dankha.

Il “cold case” di cui vi parliamo oggi è avvenuto in Svezia e ha come vittima una ragazza svedese di origini irachene. Ma il caso è stato riaperto da poco qui in Italia.
Sargonia Dankha è una studentessa di 21 anni. L’ultima volta che viene avvistata è nella sua città, Linköping, nella Svezia meridionale, il pomeriggio del 13 novembre del 1995. Per la sua scomparsa viene arrestato il compagno, Salvatore Aldobrandi, un pizzaiolo italiano all’epoca dei fatti 45enne. 

Nella casa e nell’auto dell’uomo vengono trovate tracce di sangue di Sargonia. Ma per la legge svedese non si può procedere per omicidio in assenza del cadavere, così Aldobrandi viene rilasciato e ritenuto innocente, come lui si è sempre dichiarato.
 

Qualche anno fa Aldobrandi ritorna a vivere in Italia, a Sanremo. Finché, lo scorso giugno , l'uomo che adesso ha 73 anni, viene arrestato e rinviato a giudizio dalla Procura di Imperia. La denuncia che fa riaprire il caso è arrivata dalla famiglia di Sargonia. L’accusa contro di lui è pesante: omicidio aggravato dai motivi abietti e futili, e occultamento di cadavere.

 


Dal processo, iniziato lo scorso ottobre, emerge che Sargonia e Salvatore avevano una relazione turbolenta e che lei voleva interromperla. La madre della ragazza riferisce di una telefonata in cui l’uomo le dice che non avrebbe mai più rivisto sua figlia. 

Secondo l’accusa, Aldobrandi l’avrebbe prima uccisa nel ristorante dove lavorava a Linköping e poi ne avrebbe fatto sparire il cadavere, forse con l’aiuto di un complice. Sembra che il presunto assassino abbia rivelato a un suo compagno di cella dettagli raccapriccianti sull’omicidio e su come avrebbe fatto sparire ogni traccia del corpo di Sargonia, facendolo prima a pezzi e poi gettandolo in una discarica. 

Ora il legale della famiglia Dankha chiede a eventuali testimoni in Svezia di farsi avanti. Perché tutto può contribuire a risolvere un “cold case” lungo 28 anni.