Banca centrale europea

La Bce lascia invariati i tassi di interesse. Lagarde: "L'inflazione potrebbe risalire a breve"

La decisione di Francoforte spiegata dalla presidente. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%

La Bce lascia invariati i tassi di interesse. Lagarde: "L'inflazione potrebbe risalire a breve"
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Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), durante una conferenza stampa sulla decisione dei tassi a Francoforte, in Germania

La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l'area euro. La decisione giunge al termine del Consiglio direttivo ed è in linea con le attese di mercati e analisti. A sorpresa, ha invece da subito preannunciato che dalla seconda metà del 2024 intende avviare una manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati sul piano anticrisi Covid Pepp, mentre una manovra in tal senso è già in corso sul programma App.

Finora la Bce aveva sempre riaffermato che intendeva rinnovare l'integralità dei titoli in portafoglio sul Pepp fino a fine 2024. Ora, invece, dice che intende ridurre gli stock mediamente per 7,5 miliardi di euro al mese nel secondo semestre e che metterà fine ai rinnovi di bond da fine 2024. Intanto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta quindi al 4,50%, il tasso sui depositi resta al 4% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%. 

L'inflazione nell'eurozona ha mostrato continue attenuazioni e ora, al 2,4% a novembre dista meno di mezzo punto percentuale dall'obiettivo ufficiale dell'istituzione (2% simmetrico). La Bce afferma di attendersi una una momentanea risalita nei mesi a venire. Al tempo stesso i tecnici dell'istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l'area valutaria: al 5,4% quest'anno, al 2,75 sul 2024 e al 2,15 sul 2025.

La presidente della Bce, Christine Lagarde, reduce dall'influenza da Covid, durante la conferenza stampa, al termine della riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo, esprimendo preoccupazione per le pressioni interne sui prezzi che rimangono elevate, ha detto: "Dovremmo abbassare la guardia? Ci poniamo questa domanda. No, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia". I membri del Consiglio "non hanno discusso affatto di tagli dei tassi, nessuna discussione, nessun dibattito su questo tema", ha sottolineato.

«Questo mese l’inflazione dovrebbe aumentare a causa di effetti base al rialzo del costo dell'energia. Nel 2024, ci aspettiamo che l’indice dei prezzi al consumo scenda più lentamente, a causa di ulteriori effetti base al rialzo e della graduale eliminazione delle misure fiscali precedenti volte a limitare le ripercussioni dello shock dei prezzi dell'energia», ha detto Lagarde, aggiungendo che «tutte le misure dell’inflazione core sono diminuite in ottobre, ma le pressioni sui prezzi interni sono rimaste elevate, soprattutto a causa della forte crescita dei salari e del calo della produttività». Lagarde ha osservato che «e misure delle aspettative di inflazione a lungo termine si attestano per lo più intorno al 2%, mentre alcuni indicatori di mercato della compensazione dell’inflazione sono scesi da livelli elevati».

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde conferenza stampa sulla decisione sui tassi Getty Images
La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde conferenza stampa sulla decisione sui tassi

I mercati brindano alla decisione della Fed di lasciare invariati i tassi e alla prospettiva di tre tagli nel 2024, in attesa del verdetto della Bce che ha confermato le aspettative. 

Ieri la banca centrale Usa ha messo definitivamente la parola fine a due anni di strette monetarie. La Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse stabili per la terza riunione consecutiva e ha segnalato di 'vedere' tre tagli il prossimo anno alla luce del raffreddamento delle spinte inflazionistiche. Il Fomc, Federal Open Market Committee, ha mantenuto il tasso di riferimento su un range compreso tra il 5,25% e il 5,50%, il massimo da 22 anni. La Banca centrale ha stimato che il tasso di riferimento scenderà al 4,6% l'anno prossimo, suggerendo tre tagli dei tassi nel 2024, dalla precedente proiezione di 5,1%, o due tagli dei tassi. Mentre per il 2025, i membri della Fed si aspettano ora che la banca centrale abbassi i tassi al 3,6% dal precedente 3,9%. La mossa di prevedere un aumento del numero di tagli dei tassi per il prossimo anno è stata supportata dalle proiezioni secondo cui l'inflazione scenderà a un ritmo più rapido di quanto precedentemente stimato. L'atterraggio morbido (soft landing) tanto agognato dal presidente Jerome Powell sembra ora a portata di mano: l'inflazione sta frenando e il mercato del lavoro non subirà grosse ripercussioni con il tasso di disoccupazione al 3,8% quest'anno e poi stabile al 4,1% nei tre anni successivi.