Mosca

Russia: esclusa dalle presidenziali 2024 la candidata pacifista Duntsova

La politica ed ex giornalista si batte per la fine della guerra in Ucraina

Russia: esclusa dalle presidenziali 2024 la candidata pacifista Duntsova
AP
Yekaterina Duntsova

La Commissione elettorale centrale rusas ha rifiutato di registrare Ekaterina Duntsova, pubblicamente contraria alla guerra in Ucraina, come candidata alla presidenza della Russia. Lo ha annunciato la stessa Commissione che si è riunita oggi, come riporta Novaya Gazeta.

Le autorità hanno riscontrato "errori" nei documenti presentati da Duntsova per accedere all'appuntamento elettorale, in cui si ripresenterà per un quinto mandato (scontato) anche l'attuale leader russo, Vladimir Putin.

Duntsova, 40 anni, è un ex giornalista con esperienza in consiglio comunale. Il 16 novembre, aveva annunciato di volersi candidare come indipendente; aveva spiegato la sua decisione col fatto che "negli ultimi dieci anni il Paese si è mosso nella direzione sbagliata: la strada non è stata quella dello sviluppo, ma quella dell'autodistruzione". 

Si è detta subito a favore della cessazione delle ostilità in Ucraina, per riforme democratiche nel Paese e per il rilascio dei prigionieri politici. Subito dopo l'annuncio della candidatura, Duntsova era stata convocata presso l'ufficio del pubblico ministero e la VTB Bank aveva bloccato i trasferimenti a suo nome.

Mosca ha per anni escluso le figure dell'opposizione dalle elezioni e dalla vita politica, una repressione che si è accelerata dopo che il Cremlino ha ordinato alle truppe russe di entrare in Ucraina nel 2022. 

Nel 2018, era stato Aleksei Navalny, il celebre oppositore in carcere dal 2021, a essere escluso dalle presidenziali che incoronarono ancora una volta Putin. Navalny e' stato condannato per "estremismo" e oggi sono 18 giorni che avvocati e suoi collaboratori non ne hanno notizia. Non risulta più registrato nel carcere dove stava scontando la sua pena, ma le autorità non hanno comunicato il luogo del suo trasferimento. 

Poco prima di 'sparire' aveva lanciato, tramite i suoi collaboratori, la campagna per votare per qualunque candidato tranne Putin alle elezioni in programma dal 15 al 17 marzo in Russia e nelle regioni ucraini illegalmente annesse.