Caracas

Venezuela, Maduro festeggia il sì nel referendum sull'Esequibo, regione contesa con la Guyana

Il presidente venezuelano: "Una vittoria per noi e una sconfitta per Georgetown e la compagnia statunitense Exxon Mobil che sfruttano illegalmente le risorse petrolifere di quel territorio"

Venezuela, Maduro festeggia il sì nel referendum sull'Esequibo, regione contesa con la Guyana
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Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro dopo i risultati del referendum nella storica Plaza Bolívar di Caracas

"La vittoria nel referendum sull'Esequibo è stata schiacciante, e con essa abbiamo mosso i primi passi per una nuova, potente, tappa storica" che rafforza la nostra ambizione di sovranità sull'Esequibo". Così il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha salutato il risultato del referendum consultivo con cui i venezuelani hanno approvato la rivendicazione della sovranità sul territorio Esequibo, regione ricca di risorse naturali contesa con la Guyana. 

Secondo il consiglio elettorale nazionale più di 10,5 milioni di elettori hanno votato 'sì'. Ai venezuelani è stato chiesto se erano favorevoli alla creazione di uno stato nel territorio conteso, garantendo la cittadinanza agli attuali e futuri residenti dell’area e rifiutando la giurisdizione della Corte Suprema delle Nazioni Unite per risolvere il disaccordo tra Venezuela e Guyana.

"È stato un successo totale per il nostro Paese, per la nostra democrazia", così Maduro ha arringato i sostenitori nella storica Plaza Bolívar di Caracas dopo l'annuncio dei risultati, prima di evidenziare "il livello molto importante di partecipazione del popolo". “Il sì di 10.554.320 persone che hanno votato - circa la metà degli aventi diritto - è stato superiore al 95% per tutti i cinque quesiti posti dal referendum”, ha sottolineato.

In particolare, quello più controverso chiedeva un appoggio alla proposta di creare uno Stato denominato Guyana Esequiba da integrare al Venezuela ed è passato con il 95,93% di 'sì' contro il 4,07% di 'no'. 

"Si è trattato di una vittoria che ha unito la Patria, senza discriminazioni e senza partitisti", ha continuato Maduro, ma anche una "sconfitta del governo della Guyana e della compagnia statunitense Exxon Mobil" che "sfruttano illegalmente le risorse petrolifere" di quel territorio.

Il referendum in Venezuela Ap
Il referendum in Venezuela

La regione contesa e gli interessi in gioco

L'Esequibo è una regione grande circa come metà Italia e ricca di petrolio e minerali al confine tra Venezuela e Guyana, di cui copre circa il 70% del territorio. 

Un lodo del 1899 firmato a Parigi assegna a quest'ultima l'amministrazione di tutta la zona, nonostante un accordo raggiunto dai due Paesi nel 1966 a Ginevra, in base al quale il contenzioso dovrebbe essere risolto attorno a un tavolo negoziale bilaterale. 

I negoziati sono stati però respinti da Georgetown che ha trovato sostegno nella Corte internazionale digiustizia (Icj) dell'Aja, la quale si è dichiarata "competente" per esaminare la questione della sovranità, ma non lo ha ancora fatto. 

La stessa Corte, tuttavia, il primo dicembre, su richiesta di Georgetown, ha pubblicato una risoluzione in cui ha intimato al Venezuela di "astenersi da iniziative che dovessero modificare la situazione prevalente nel territorio in litigio", senza però porre limitazioni al referendum, come avrebbe desiderato Georgetown.

Per decenni la questione della sovranità sull'Esequibo è stata quasi dimenticata, ma nel 2015 è riemersa, quando la compagnia statunitense Exxon Mobil ha scoperto in quella regione importanti riserve di petrolio. Di fronte alle crescenti e vivaci rivendicazioni territoriali del Venezuela degli ultimi anni, gli Stati Uniti si sono schierati con la Guyana, a tutela anche dei propri oggettivi interessi economici.   

Nello stesso tempo, però, Washington ha avviato una politica di lento ammorbidimento delle sanzioni poste all'economia venezuelana, autorizzando l'export di greggio verso Usa e Europa. Questo, secondo gli analisti, escluderebbe un pericolo imminente di conflitto militare anche se alla vigilia dell'appuntamento con le urne, il governo venezuelano ha mobilitato le forze armate nel suo territorio, e anche il Brasile ha, a scanso di equivoci, inviato reparti dell'esercito alla sua frontiera con le due nazioni in conflitto. 

La mappa: confini e zone contese Wikipedia
La mappa: confini e zone contese

Che cosa otterrà Maduro con questo referendum?

Certamente, sostengono gli analisti, volendo escludere un'operazione militare, la decisione del referendum, ma anche la campagna che lo ha preceduto - dai murales ai social media, dalle musiche a tema Esequibo alle lezioni di storia trasmesse in tv - è servita a spostare l'attenzione del popolo da questioni urgenti. Come la crescente pressione del governo degli Stati Uniti su Maduro affinché rilasci i prigionieri politici e gli americani ingiustamente detenuti, nonché per garantire condizioni libere ed eque per le elezioni presidenziali del prossimo anno.