L’allarme

Il tumore colpisce sempre più i giovani. Gli oncologi: “Aumento dei casi negli under 50”

Cinieri (Fondazione Aiom): "Il trend sembra in aumento soprattutto per alcuni tipi di tumori come colon, mammella e prostata. Sotto accusa gli stili di vita scorretti".

Il tumore colpisce sempre più i giovani. Gli oncologi: “Aumento dei casi negli under 50”
tumore al seno

L’incidenza dei tumori negli ultimi anni è in aumento e la crescita di quelli gravi fra i giovani negli ultimi 20 anni è al centro dell’attenzione scientifica.   

"In Italia gli oncologi medici si sono accorti che da un punto di vista clinico stiamo vedendo sempre più casi di cancro tra i giovani. Si tratta di dati in via di definizione, ci stiamo lavorando assiduamente e a fine anno, nel nuovo report ci sarà un capitolo dello studio dedicato a questo tipo di patologie". Un trend che riguarda un po' "tutte le patologie oncologiche: non soltanto i tumori del colon-retto, ma anche quelli al pancreas, al seno, al polmone. Stiamo lavorando a dati precisi, ma una tendenza all'aumento c'è anche nel nostro Paese", dichiara Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, dopo che il “Wall Street Journal” ha segnalato lo "sconcerto" degli oncologi per un boom delle diagnosi di cancro nella fascia under 50 dal 2000 al 2019. 

Il cancro sta colpendo sempre più giovani negli Stati Uniti e in tutto il mondo, sconcertando i medici, si legge sul Wsj. Negli Usa, secondo dati federali, i tassi di diagnosi sono aumentati nel 2019 a 107,8 casi ogni 100mila persone under 50 anni, in crescita del 12,8% rispetto a 95,6/100mila del 2000. Anche uno studio apparso l'anno scorso su 'Bmj Oncology' - ricorda il quotidiano - ha riportato un forte aumento globale dei tumori nelle persone sotto i 50 anni, con i tassi più alti in Nord America, Australia ed Europa occidentale. I medici stanno cercando di capire cosa li fa ammalare e come identificare i giovani ad alto rischio. Sospettano che i cambiamenti negli stili di vita - meno attività fisica, più alimenti ultra-processati, nuove tossine - abbiano aumentato il rischio per le generazioni più giovani.

"I pazienti stanno diventando più giovani", afferma Andrea Cercek che co-dirige un programma per pazienti con cancro gastrointestinale a esordio precoce presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove è stata curata Meilin Keen, una 27enne dalla cui vicenda parte l'articolo del Wsj. Nel giugno scorso Meilin stava studiando per l'esame di avvocato quando ha iniziato a vomitare sangue, scoprendo così di avere un cancro allo stomaco per il quale è stata operata. Cercek ritiene "probabile" che alla base del boom di tumori negli under 50 ci sia "qualche cambiamento ambientale, qualcosa nel nostro cibo, nei nostri farmaci o qualcosa che non abbiamo ancora identificato".

Il tasso di mortalità per cancro negli Stati Uniti è sceso di un terzo dal 1991 - rimarca il Wsj - grazie alla riduzione del fumo, a cure più efficaci e agli screening per la diagnosi precoce. Tuttavia l'aumento dei tumori a esordio precoce minaccia di frenare i progressi fatti nella lotta al cancro, anche se i tumori continuano a colpire molto più spesso gli anziani. Nel 2019 un quinto dei nuovi malati di cancro del colon-retto aveva meno di 55 anni, dato quasi raddoppiato rispetto al 1995. E i pazienti più giovani spesso ricevono la diagnosi quando il tumore è in fase avanzata, tanto che i tassi di mortalità per cancro del colon-retto tra gli over 65 stanno diminuendo, mentre crescono negli under 50.

Sotto accusa i cattivi stili di vita

"Come Associazione italiana di oncologia medica lo abbiamo detto più volte", ricorda Cinieri. "C'è un incremento di casi nei pazienti più giovani - conferma - che è dovuto ai cattivi comportamenti: sigaretta, alcol, sedentarietà, dieta scorretta", insomma stili di vita sbagliati.   

In dicembre Aiom e Fondazione Aiom hanno diffuso l'ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia”. Il report indica che "nel 2023 sono 395mila i casi di cancro nel nostro Paese", 208mila negli uomini e 187mila nelle donne, "in incremento sia negli uomini che nelle donne, anche se più per gli uomini". Dunque, nel post pandemia si assiste a un’ondata di casi. 

I tumori più frequentemente diagnosticati

Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne.

L'importanza della prevenzione a partire dai più giovani

“Il rapporto stima per il 2023 un aumento a 395.000 dei nuovi casi di tumore e indica per i prossimi due decenni un incremento del numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche – spiega il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella prefazione del libro -. È dunque necessario continuare a lavorare per rafforzare la cultura della prevenzione primaria e secondaria, a partire dai più giovani: dall’adozione di stili di vita salutari per ridurre i fattori di rischio individuali alla promozione degli screening, aumentandone i livelli di copertura, riducendo la disomogeneità territoriale e aprendo alla prospettiva di estenderli a tumori attualmente non compresi nei programmi nazionali. Oggi sappiamo con certezza che individuare il cancro nelle sue fasi iniziali vuol dire garantire un tasso di sopravvivenza maggiore e una migliore qualità della vita. È questo il messaggio che dobbiamo veicolare con forza, anche attraverso il contributo fondamentale delle associazioni. Altrettanto importante è il ruolo della ricerca”.

Il dato confortante

“Un dato importante riguarda le morti risparmiate", spiega Cinieri. "Sia negli uomini che nelle donne italiane - si legge nel rapporto - il numero osservato per morti causate da tutti i tumori nel loro complesso è stato ogni anno, dal 2007 al 2019, inferiore al numero  atteso rispetto ai tassi medi del 2003-2006. Negli uomini, nel periodo 2007-2019, per tutte le sedi tumorali insieme sono state stimate in 206.238 le morti in meno rispetto a quelle attese, equivalente a una diminuzione del 14,4% delle morti oncologiche in tutto il periodo".  Quanto alle donne, "nel periodo 2007-2019 per tutte le sedi tumorali insieme è stata stimata una diminuzione del 6,1% delle morti oncologiche in tutto il periodo. Il numero di morti oncologiche evitate è passato da 614 nel 2007 a 9.346 (-11%) nel 2019". Numeri sui quali Cinieri insiste, che "fanno onore al nostro sistema sanitario nazionale e che gli Usa non possono vantare".