Il rapporto Transparency

Indice di percezione della corruzione, l'Italia al 42mo posto su 180 Paesi

La scala va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso): per l'Italia il dato è di 56 con un balzo di 14 punti in più dal 2012, piazzandosi al 17mo gradino tra le nazioni Ue più impegnate sul fronte della trasparenza

Indice di percezione della corruzione, l'Italia al 42mo posto su 180 Paesi
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Corruzione

L'Italia conferma il punteggio di 56 dell'Indice di Percezione della Corruzione (CPI), elaborato da Transparency International per l'anno 2023. Tradotto, il nostro si colloca al 42mo posto nella classifica globale dei 180 Paesi presi in esame e, inoltre, conferma l'Italia al 17mo tra i 27 dell'Unione Europea. 

L'Indice di Percezione della Corruzione elaborato annualmente da Transparency International classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico, attraverso l'impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti ad un pubblico di esperti. Il punteggio finale è determinato in base ad una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita).

"Il consolidamento del punteggio del nostro Paese nel CPI 2023 conferma l'Italia nel gruppo dei Paesi europei più impegnati sul fronte della trasparenza e del contrasto alla corruzione. Un risultato che è anche frutto dell'applicazione di alcune misure normative adottate in materia di whistleblowing e di appalti pubblici", ha dichiarato Michele Calleri, Presidente di Transparency International Italia. 

Il fatto che, quindi, dal 2012 ad oggi per il nostro Paese l'indice l'indice sia aumentato di 14 punti, è il termometro di un andamento positivo.

Andando nel dettaglio, il 26% riguarda casi nel settore degli appalti pubblici, il 16% quello sanitario e, infine, il 5% casi in cui il reato sia andato prescritto. 

 

Indice di percezione della corruzione Transparency
Indice di percezione della corruzione

“La proposta della Direttiva Europea Anticorruzione, che mira a dotare tutti gli Stati membri di standard comuni di contrasto al fenomeno corruttivo, è un'occasione da cogliere per conseguire miglioramenti concreti anche in Italia - ha dichiarato Giovanni Colombo, Direttore di Transparency International Italia - abbiamo dall'Europa stimoli epocali per compiere passi in avanti sul tema e indirizzarci verso il raggiungimento di benefici culturali, sociali ed economici”. 

"Nel 2024 le imprese saranno coinvolte nella rendicontazione del loro operato ambientale, sociale ed economico in linea con i criteri della Direttiva Europea sulla Sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting - CSRD) che - ha continuato Colombo - prevede particolare enfasi su anticorruzione, trasparenza e etica d'impresa, rafforzando la tendenza alla convergenza tra integrità e sostenibilità in atto in imprese e enti pubblici, con reciproci benefici".

Il CPI elaborato da Transparency International per l'anno 2023 dimostra che in Europa gli sforzi per combattere la corruzione sono fermi o in diminuzione in più di tre quarti dei Paesi della regione. Dall'edizione 2023 del CPI emerge, infatti, che dal 2012 su 31 Paesi valutati solo 6, tra cui l'Italia, hanno migliorato il loro punteggio, mentre 8 hanno registrato una diminuzione.

“Con un punteggio medio di 65 su 100, l'Europa occidentale e l'Unione Europea rimane la regione con il punteggio più alto nell'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) si legge nella nota di Transparency International Italia - ma l'efficacia delle misure anticorruzione continua a essere compromessa dall'indebolimento dei sistemi di controlli e contrappesi sui vari poteri”.

Nel 2023 la Commissione europea ha proposto misure per rafforzare gli strumenti a disposizione degli Stati membri dell'UE per combattere la corruzione. Tra queste, una Direttiva Anticorruzione volta ad armonizzare le norme giuridiche di tutti gli Stati membri contro i reati di corruzione, irrobustire le sanzioni penali ed ampliare le misure a disposizione delle forze dell'ordine per tali illeciti.